Sterilizzazione forzata e disabilità: la Spagna si allinea alla Convenzione ONU

È stato recentemente modificato in Spagna il Codice Penale spagnolo, per eradicare la sterilizzazione forzata o non consensuale delle persone con disabilità, superando così – seppure oltre un decennio dopo l’entrata in vigore in tale Paese della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – una grave violazione dei diritti umani di queste persone e in particolare delle donne con disabilità. La sterilizzazione forzata delle persone con disabilità, per altro, è una pratica più diffusa di quanto ritenuto dall’opinione pubblica e ed è una questione che riguarda anche il nostro Paese

Ernst Ludwig Kirchner, "Artistin (Marzella)", (Artista Marcella), 1910

Ernst Ludwig Kirchner, “Artistin (Marzella)”, (Artista Marcella), 1910

Con la Legge Organica n. 2/2020, è stata introdotta in Spagna una modifica al secondo comma dell’articolo 156 del Codice Penale spagnolo, finalizzata all’eradicazione della sterilizzazione forzata o non consensuale delle persone con disabilità. La norma è entrata in vigore il 18 dicembre 2020.

La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità del 2006, che in Spagna è entrata in vigore nel 2008, include una serie di articoli specifici relativi al diritto delle persone con disabilità di formarsi una famiglia, a quello di avere un’abitazione, di divenire genitori e instaurare relazioni personali.
In particolare l’articolo 23 (Rispetto del domicilio e della famiglia), stabilisce che «Gli Stati Parti adottano misure efficaci ed adeguate ad eliminare le discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità in tutto ciò che attiene al matrimonio, alla famiglia, alla paternità e alle relazioni personali, su base di uguaglianza con gli altri». Nonostante ciò la sterilizzazione forzata non era ancora considerata un reato per il Codice Penale spagnolo. La permanenza di questa possibilità giuridica nel diritto nazionale per più di un decennio dopo l’entrata in vigore della Convenzione ONU ha costituito una grave violazione dei diritti umani di queste persone e in particolare delle donne con disabilità.
Tutto ciò è stato possibile per il persistere di falsi miti secondo i quali la sterilizzazione forzata è attuata per «il bene della famiglia», per «l’incapacità delle donne con disabilità di essere madri» o «per il loro bene» (a tal proposito si legga anche, su queste stesse pagine, un approfondimento curato da chi scrive).

Va per altro notato che la sterilizzazione forzata è una pratica più diffusa di quanto ritenuto dall’opinione pubblica. Infatti, secondo i dati del Consiglio Generale della Magistratura iberico, nell’ultimo decennio in Spagna sono state praticate più di mille sterilizzazioni forzate, la maggior parte delle quali hanno riguardato donne con disabilità.
Solo nel 2016 la Fundación CERMI Mujeres, sulla base dei dati ufficiali, ha indicato che ci sono stati 140 casi, e che altri 865 casi in più si sono verificati negli anni 2005-2013. Va inoltre precisato che l’articolo 39 (Aborto forzato e sterilizzazione forzata) della Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica), in vigore in Spagna dal 2014, vieta espressamente le sterilizzazioni forzate. Le Nazioni Unite, attraverso il Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità, già nel 2011 avevano raccomandato ufficialmente al Regno di Spagna la modifica del proprio Codice Penale riguardo a questo aspetto, in modo che il divieto non fosse più violato.

Le disposizioni introdotte sono state promosse dal Comitato Spagnolo dei Rappresentanti delle Persone con Disabilità (CERMI) e dalla già citata Fondazione CERMI Mujeres. Entrambe le organizzazioni hanno descritto l’approvazione della legge come un “traguardo storico”. Esse considerano l’eradicazione della sterilizzazione forzata come un risultato ottenuto dalla società civile delle persone con disabilità, e anche come la correzione di un’anomalia dell’ordinamento giuridico spagnolo che ha penalizzato soprattutto le adolescenti e le donne con disabilità.
La nuova Legge stabilisce inoltre che il Governo invii al Parlamento un Disegno di Legge per modificare la norma che regola l’autonomia del paziente e i diritti e gli obblighi in materia di informazione e documentazione clinica, e la legge organica in tema di salute sessuale e riproduttiva che disciplina l’interruzione volontaria della gravidanza.
L’obiettivo di tali disposizioni è quello di «sostenere le persone con disabilità che necessitano di supporto umano e materiale, compreso quello tecnologico, fornendo loro le informazioni necessarie e la documentazione clinica in formati, canali e supporti accessibili, in modo che le decisioni che prendono come pazienti siano libere e informate, e [anche quello] di rafforzare l’obbligo dei poteri pubblici di garantire il diritto alla salute sessuale e riproduttiva delle persone con disabilità».

Che la sterilizzazione forzata sia ancora praticata in Europa è un fatto documentato, e purtroppo neanche l’Italia può dire di avere le carte in regola. Prova ne sia che nel 2016 il Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità, nelle sue Osservazioni Conclusive al primo Rapporto dell’Italia sull’applicazione della Convenzione ONU, ha espresso preoccupazione «per la mancanza di dati sui trattamenti somministrati senza il consenso libero e informato della persona, compresa la sterilizzazione» (punto 63), e ha raccomandato «l’abrogazione di tutte le leggi che permettono di somministrare trattamenti medici, compresa la sterilizzazione, autorizzati da terzi (tutori, genitori) senza il consenso  libero e informato della persona, e di fornire in merito formazione di alta qualità al personale sanitario» (punto 64).
Ad oggi non risulta che tali raccomandazioni abbiano trovato attuazione.

Responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), nel cui sito il presente contributo è già apparso e viene qui ripreso, con alcune modifiche di contesto, per gentile concessione.

Sul tema Donne e disabilità, oltre a ricordare il lungo elenco di testi da noi pubblicati presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, segnaliamo le Sezioni Donne con disabilità e Violenza nei confronti delle donne con disabilità, presenti nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa).

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