Il “caso Gilardi”, spia eclatante dei tanti “manicomi nascosti”

È un caso che ha ottenuto grande risonanza mediatica, quello riguardante Carlo Gilardi, anziano professore in pensione da molti mesi trattenuto contro la sua volontà all’interno di una RSA. A chiedere ora il diritto alla vita indipendente per Gilardi, in linea con quanto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e associandosi alle chiare raccomandazioni espresse dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, è la Federazione FISH, «contro i tanti “manicomi nascosti” ancora presenti nel nostro Paese»

Scultura di figura antropomorfica con mani davanti alla facciaÈ un caso di cui da tempo si stanno occupando vari organi d’informazione, nonché la nota trasmissione televisiva delle Iene, quello riguardante Carlo Gilardi, anziano professore in pensione trattenuto contro la sua volontà, dal 30 ottobre dello scorso anno, all’interno della RSA (Residenza Sanitaria Assistita) Airoldi e Muzzi di Lecco.
È ora notizia dei giorni scorsi che il 2 maggio Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, che a sua volta sta seguendo da parecchi mesi la situazione, presentando anche alcune osservazioni alla Procura competente, ha fatto nuovamente visita a Gilardi, accompagnato da Gilda Losito, responsabile dell’Unità Operativa Privazione della libertà nell’ambito delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e assistenziali, afferente al Garante stesso.

Come lo stesso Palma ha riferito: «La visita ha confermato la ferma e persistente opposizione alla propria permanenza nella struttura da parte del signor Gilardi». Il Garante ha inoltre voluto sottolineare «il conflitto tra la volontà della persona e le decisioni adottate in ragione di una sua tutela e che finisce col determinare una privazione di fatto della sua libertà personale».
Palma, infine, ha ribadito che il desiderio dell’uomo è di ritornare a una vita libera e indipendente, avvertendo sul fatto che «tali vicende rischiano di limitare, di fatto, l’autodeterminazione di una persona, ponendo, dunque, seri problemi ai diritti fondamentali di libertà».

A chiedere oggi il diritto alla vita indipendente per Carlo Gilardi, in linea con quanto sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che è Legge dello Stato Italiano dal 2009 (Legge 18/09), e associandosi alle raccomandazioni del Garante, è la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), tramite le parole del proprio presidente Vincenzo Falabella, che ha dichiarato: «C’è un’espressione bellissima che è definita nella Convenzione ONU, quella di vita indipendente, vivere nella società sulla base di uguaglianza con gli altri indipendentemente dalla propria condizione: è questo che vogliamo per tutti e tutte, in un Paese in cui, purtroppo, esistono ancora oggi tanti “manicomi nascosti”».

«Siamo assolutamente contrari – prosegue il Presidente della FISH – a quel sistema di idee che concepisce le persone con disabilità come persone/oggetti da accudire e proteggere, anche a costo di limitarne diritti e libertà. Per la nostra Federazione, le persone con disabilità sono cittadini con uguali diritti rispetto agli altri, senza eccezioni, soggetti del cambiamento di pratiche lesive dei loro diritti. Anche per questo sosteniamo il Garante nella sua azione per la verità rispetto a quanto oggi accade nel mondo delle RSA, a partire dalla drammatica storia di Carlo Gilardi, novantenne benestante rinchiuso in una RSA contro la sua volontà».

La FISH, dunque, sostiene la campagna di sostegno denominata Venite a salvarmi, nata a favore dell’uomo e diretta dall’assistente personale e dagli amici, «anche perché – sottolineano dalla Federazione – da più parti emergono altre storie simili, di persone che potrebbero stare a casa o in una casa-famiglia, e a cui viene negato, invece, il diritto di andarsene, con il pretesto della pandemia, disponendo, così, della propria vita indipendente». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Gaetano De Monte).

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