Per arrivare a comunità cristiane che siano a misura di tutte le persone

«Sollecitare le comunità cristiane del territorio a combattere ogni forma di esclusione, ad abbandonare un approccio assistenzialistico e pietistico, a maturare uno sguardo nuovo nei confronti delle persone con disabilità»: sono decisamente interessanti le premesse con cui è nata a Milano la Consulta Diocesana “Comunità cristiana e disabilità – O tutti o nessuno”, della quale fanno parte anche persone con disabilità e con la quale collaboreranno anche organizzazioni del Terzo Settore, quali il Pio Istituto dei Sordi, la Lega del Filo d’Oro e l’ANFFAS

Don Mauro Santoro

Don Mauro Santoro, presidente della nuova Consulta Diocesana di Milano “Comunità cristiana e disabilità – O tutti o nessuno”

È del 23 maggio scorso la firma di monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, sul Decreto di costituzione della Consulta Diocesana di Milano Comunità cristiana e disabilità – O tutti o nessuno, di cui è stato nominato presidente don Mauro Santoro, che ricopre da alcuni anni l’incarico di assistente spirituale presso il Centro Peppino Vismara della Fondazione Don Carlo Gnocchi. Successivamente, monsignor Mario Antonelli, vicario per l’Educazione e la Celebrazione della Fede, ha nominato gli altri sedici membri della Consulta, entrata ufficialmente in carica dal 1° giugno.

«Il nuovo organismo – si legge in una nota – avrà il compito di sollecitare le comunità cristiane, a livello parrocchiale e decanale, a combattere ogni forma di esclusione, ad abbandonare un approccio assistenzialistico e pietistico, a maturare uno sguardo nuovo nei confronti delle persone con disabilità. Proprio per questo, nella Consulta la loro voce è direttamente rappresentata, se è vero che ne fanno parte tre persone con disabilità (Federica Francescutti, barista e aiutante in cucina dell’oratorio della Parrocchia Sant’Ambrogio di Cinisello Balsamo; Marco Turati, giocatore di calcio e dirigente della Società Sportiva Stella azzurra nella medesima parrocchia; Livio Cattaneo, musicista e giocatore presso la Società Sportiva Bresso 4), oltre a Claudio Freschi, papà di una giovane con disabilità. Con loro lavoreranno professionisti con competenze diverse e persone referenti di alcuni importanti servizi della Pastorale Ordinaria Diocesana (Servizio per la Catechesi, Scuola, Caritas Ambrosiana, FOM-Fondazione Oratori Milanesi e CSI-Centro Sportivo Italiano) e di alcune organizzazioni del Terzo Settore che hanno maturato specifiche attenzioni alla formazione spirituale dei loro utenti e ospiti, quali il Pio Istituto dei Sordi, la Lega del Filo d’Oro e l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale)».

«Con il nostro lavoro di orientamento – spiega il neopresidente della Consulta don Santoro – vorremmo fare in modo che, all’interno delle comunità di appartenenza, ogni persona con disabilità potesse sentirsi attivamente coinvolta, vivendo il proprio cammino di fede, di conoscenza del Vangelo e, alla luce di esso, offrendo la sua specifica testimonianza unica ed irripetibile a cui viene chiamata».
Il nuovo organismo, dunque, svolgerà il proprio compito in modo trasversale all’interno della Diocesi, cercando di sensibilizzare ogni specifico ambito pastorale all’attenzione nei confronti di bambini/e, ragazzi/e, giovani e adulti con disabilità e con particolari fragilità presenti nelle diverse comunità. In un rapporto di dialogo con le parrocchie, le associazioni e le istituzioni civili, la Consulta si propone anche di diffondere una vera cultura d’inclusione che consideri le istanze e i bisogni delle persone più fragili.

«Lo scandalo – ha sottolineato monsignor Delpini – non è la disabilità, ma smentire la promessa di amore che Dio fa ad ogni uomo: dire al bambino, alla bambina: “Tu sarai anche grande nel regno di Dio, ma qui non puoi entrare, perché non sai fare le scale; questa parola non la puoi ascoltare, perché non senti; questo libro non puoi leggerlo, perché non puoi vedere; qui non puoi venire, perché il tuo comportamento è inaccettabile, il tuo carattere è insopportabile, il tuo linguaggio incomprensibile”. Siamo amati con un amore che ci rende capaci di amare. L’amore non è quello che accudisce in modo da creare dipendenza, ma quello che si prende cura perché cresca la libertà della persona amata fino al compimento della sua vocazione ad amare». (S.B.)

Ringraziamo Stefano Biraghi per la collabotrazione.

A questo link è disponibile l’elenco dei membri della nuova Consulta Diocesana di Milano Comunità cristiana e disabilità – O tutti o nessuno, Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@diocesi.milano.it.

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