Altro che superare l’approccio assistenzialistico: così lo si incrementa!

«È possibile – si chiede Maria Luisa Meacci, presidente della FISH Umbria – che a 21 anni dalla Legge di riforma degli interventi e dei servizi sociali, si impegni una parte importante di risorse pubbliche in una gara d’appalto per i servizi sociosanitari, richiedendo solo prestazioni assistenziali, senza che nessuno degli “utenti/pazienti” abbia un progetto individuale e di vita?». Eppure, a quanto sembra, è ciò che accadrà con una gara d’appalto dell’USL Umbria 2 per i servizi di assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare. Ma la Federazione Umbria non intende stare a guardare

Mano tiene su un omino come una marionetta

Un’elaborazione grafica che ben rappresenta un approccio esclusivamente assistenzialistico dei servizi

In riferimento alla notizia circolata nei giorni scorsi, relativa alla prossima gara d’appalto per l’affidamento del servizio di assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare dell’USL Umbria 2, la nostra Federazione [FISH Umbria, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, N.d.R.], che raggruppa Associazioni, sia a livello nazionale che regionale, impegnate nella promozione e nella tutela dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, non può che esprimere la propria contrarietà per l’ennesima occasione persa da parte del “decisore pubblico”, che avrebbe dovuto concretamente dimostrare maggiore coerenza con le intenzioni diffusamente manifestate ai vari livelli istituzionali di volere superare un modello meramente prestazionalistico, in cui non viene garantita l’appropriatezza nella libertà di scelta, né il rispetto dei diritti, delle aspettative e dei bisogni delle persone con disabilità, sanciti dalla Convenzione ONU loro dedicata.
Quest’ultima, infatti, che è Legge in Italia dal 2009 [Legge 18/09, N.d.R.], fissa come obbligo da parte delle Istituzioni quello di coinvolgere, anche per mezzo delle loro organizzazioni rappresentative, le persone con disabilità e le famiglie in quanto titolari di diritti, da garantire attraverso i servizi, le prestazioni e gli interventi, che con una gara d’appalto per un periodo di sei mesi+6 mesi, da circa 37 milioni di euro, l’USL Umbria 2, si appresta ad affidare a soggetti gestori, senza avere definito criteri di appropriatezza e senza avere fissato quei requisiti di qualità che ormai da troppo tempo chiediamo.
Soprattutto rileviamo che, malgrado la significativa quantità di risorse messe in campo, l’attenzione è rivolta solo a chi dovrà gestire servizi sempre più secondo un approccio assistenzialistico, pericolosamente proiettato a ricercare l’economicità nella standardizzazione delle risposte.

Le Associazioni aderenti alla nostra Federazione chiedono dunque alle Istituzioni Regionali e Territoriali di conoscere quale sia la loro reale volontà, capacità e possibilità di garantire i diritti fondamentali e la libertà di scelta di ogni persona con disabilità, attraverso interventi e prestazioni definiti, organizzati e valutati sulla base di un progetto personalizzato e di un budget di progetto. Riteniamo infatti scandaloso dover denunciare ancora una volta oggi, a ventuno anni dalla Legge 328/00, che una parte importante di risorse pubbliche venga impegnata in una gara d’appalto per i servizi sociosanitari, richiedendo solo prestazioni assistenziali, senza che nessuno degli «utenti/pazienti» (così vengono definite le persone nel capitolato d’appalto) abbia un proprio progetto individuale e di vita.
Pertanto, in attesa di avere un riscontro dal livello istituzionale, la nostra Federazione, allo scopo di contribuire ad innescare i cambiamenti attesi, intende confrontarsi e verificare la reale possibilità a collaborare direttamente con i soggetti gestori: questa, infatti, rimane ad oggi l’unica opzione per ottenere ciò che, seppur garantito dalla legge, il decisore pubblico continua a disattendere.
Ci saremmo aspettati che nell’affidare i servizi fossero stati definiti in maniera chiara e rigorosa i criteri e le modalità con cui rendere prestazioni e interventi coerenti con un sistema di welfare che sappia garantire i diritti e non solo le prestazioni, che sappia adattarsi alle caratteristiche e alle esigenze delle persone e non imponga il contrario, che sappia valutare non solo «i bisogni dei pazienti/non autosufficienti/ fragili», ma anche la propria capacità di garantire risposte appropriate alle persone.

È per tali ragioni che intendiamo confrontarci e offrire il nostro contributo e sostegno a coloro che, candidandosi alla gestione dei servizi oggetto della gara appalto, si renderanno disponibili a proporre nell’àmbito della loro offerta tecnica la realizzazione delle seguenti azioni, in piena e stretta collaborazione con la nostra Federazione:
1) Perfezionare strumenti e procedure per la realizzazione di azioni e interventi in grado di promuovere la qualità di vita e il benessere psicofisico delle persone con disabilità, sulla base del loro progetto di vita, secondo quanto indicato nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e nel secondo Programma di Azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, valorizzando interessi, potenziando capacità, competenze, abilità, attitudini e autonomia personale.
2) Promuovere, anche tramite il coinvolgimento attivo e la partecipazione delle famiglie e delle Associazioni, attività ed eventi formativi e partecipativi rivolti alla comunità sul tema dei diritti delle persone con disabilità.
3) Attivare, per mezzo della nostra Federazione, una procedura di audit civico relativa al monitoraggio, alla verifica e alla valutazione degli interventi che dovranno essere adattati sulla base di quanto verrà indicato nei progetti personalizzati.
4) Ripensare i servizi per le persone con disabilità e definire nuovi criteri di qualità, alla luce delle scelte e delle opportunità che la Norma UNI-11010:2016 [“Servizi socio-sanitari e sociali – Servizi per l’abitare e servizi per l’inclusione sociale delle persone con disabilità (PcD) – Requisiti del servizio”, N.d.R.] suggerisce in termini di:
° princìpi generali e criteri imprescindibili di rispetto per la centralità e i diritti della persona con disabilità;
° aspetti di organizzazione, progettazione personalizzata e programmazione del servizio;
° contenuti di qualità essenziali in termini di interventi e relazione con la persona;
° criteri per la formazione e la gestione del personale e la qualità dei contesti dove i servizi si sviluppano e operano.

Attraverso tale confronto con gli attori territoriali, i cosiddetti “portatori d’interesse”, che si candidano alla gestione dei servizi, vogliamo attivare un percorso propedeutico alla definizione di tutte quelle misure, azioni, interventi e modalità di scelta dei servizi, che stiamo chiedendo alla Regione di indicare come cogenti e non opzionali.
Per tale ragione ci aspettiamo che, sia a livello regionale che locale, vengano formalmente previste e tempestivamente avviate in maniera strutturale attività di co-programmazione e di co-progettazione che tengano prioritariamente conto delle indicazioni dei “titolari dei diritti”. Infatti, solo attraverso il coinvolgimento significativo delle persone con disabilità e delle loro famiglie, attraverso le organizzazioni maggiormente rappresentative (come previsto dall’articolo 4.3 della Convenzione ONU), sarà possibile passare concretamente da un welfare di prestazione a uno Stato Sociale di comunità e di inclusione, in cui sia assicurata la centralità delle persone, l’uguaglianza e le pari opportunità nel perseguire gli obiettivi del proprio progetto di vita, tramite la personalizzazione e la libertà di scelta dei sostegni e degli interventi, secondo il nuovo modello basato sui diritti civili, sociali, umani, imposto, oltreché dalla più volte citata Convenzione ONU, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e dalla stessa Costituzione Italiana.

Presidente della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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