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Nessuna considerazione per il progetto di vita di quelle persone autistiche

Donna bionda che intima lo stop con la mano destraDopo avere appreso la notizia a mezzo stampa, le Associazioni ANGSA Sassari (Associazione Nazionale Genitori di Persone con Autismo), ANGSA Sardegna e Diversamente di Pirri (Cagliari) hanno espresso in una nota congiunta «sconcerto e forte preoccupazione per la dimissione improvvisa e forzata, da parte dell’ATS Sardegna (Azienda per la Tutela della Salute) di sei persone autistiche gravi dalla struttura sassarese GENA verso la Comunità I Mandorli». Un’iniziativa, tra l’altro, che giunge a pochi mesi dal trasferimento dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della città sarda in una frazione che dista alcuni chilometri, mal servita dai trasporti pubblici, decisione contestata dalle medesime organizzazioni, insieme ad altre, come avevamo riferito anche sulle nostre pagine.
Proprio da quest’ultima decisione partono ANGSA Sassari, ANGSA Sardegna e Diversamente, nella nota sottoscritta dai rispettivi Presidenti, Giovanna Tuffu, Speranza Ortu e Pierangelo Cappai, che scrivono: «Dopo il trasferimento dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile, ancora una volta le famiglie assistono inermi a decisioni calate dall’alto, senza alcuna condivisione e un piano individuale adeguato e senza nessuna considerazione del progetto di vita di ognuna di queste persone. Sono anni che si parla di autismo, che si organizzano iniziative di sensibilizzazione per far conoscere questo disturbo e invece è accaduto che una struttura pubblica, dalla quale ci si sarebbe aspettati una certa delicatezza, sensibilità e programmazione nell’assumere determinate decisioni, abbia invece agito con estrema superficialità e improvvisazione».

«Come genitori – prosegue la nota – esprimiamo profondo rammarico e grande dolore nel leggere sui giornali le scene strazianti degli adulti autistici portati via da una struttura all’altra. Sei persone autistiche gravi che hanno reagito con grande difficoltà allo spostamento ed è ben noto quanto ogni minimo cambiamento senza una giusta preparazione sia destabilizzante e provochi anche crisi importanti. Comportamenti perfettamente prevedibili che si potevano evitare, preparando ad esempio la fase di transizione tra le due équipe terapeutiche e l’acclimatazione progressiva dei pazienti. Invece è stata seguita una procedura dettata da priorità amministrative che ha messo in secondo piano gli effetti gravi che tale trasferimento avrebbe comportato».

«Riteniamo poi inaccettabile e discutibile – proseguono i Presidenti di ANGSA Sassari, ANGSA Sardegna e Diversamente – la motivazione che l’ATS ha fornito rispetto a questo trasferimento, una motivazione economica legata all’esaurimento dei fondi extra budget. Anche altre strutture private convenzionate stanno dimettendo pazienti perché i fondi non sono sufficienti, adducendo come motivazione l’inserimento di altri pazienti minori in lista d’attesa da tempo. L’autismo non sparisce con le dimissioni e occorre costruire un progetto di vita, anche garantendo continuità assistenziale e terapeutica sia per i minori che per gli adulti autistici».

«Chiediamo quindi a tutte le Istituzioni – conclude la nota – di prestare attenzione, e in particolare alla Regione e all’Assessore Regionale alla Sanità di intervenire immediatamente, per risolvere la situazione e di integrare i fondi per evitare ulteriori e dannose ripercussioni». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: angsassarionlus@gmail.com.

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