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Quando DOC significa “Denominazione d’Origine Inclusiva”

Vini "inclusivi", Parma, luglio 2021

I tre vini “inclusivi”, con le etichette realizzate dai giovani con disabilità

Tre vini bianchi fermi in una terra dominata dai frizzanti, mai prodotti prima da un’azienda che stavolta ha deciso di non mettere in vista il proprio logo. Si direbbe una scelta azzardata e bizzarra, invece è il risultato del progetto che l’azienda vinicola Monte delle Vigne, situata sulle colline di Ozzano Taro (Parma), ha attuato in collaborazione con le Associazioni B-Factory, ANFFAS di Parma (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale e Disturbi del Neurosviluppo) e NUPA (Noi Uniti per l’Autismo), che ha sede anch’essa nella città emiliana.
L’idea si è concretizzata nella realizzazione di tre etichette artistiche da parte di altrettanti ragazzi con disabilità: Federico ha disegnato ispirandosi ai suoi fumetti preferiti, Stefano e Federico l’hanno aiutato nella fase di editing e nella scelta delle frasi da scrivere sul retro bottiglia.
Con tali disegni e pensieri, dunque, supportati dalla psicologa Lucrezia Angioini e, per l’aspetto tecnico, da Mirko Leraghi dell’agenzia pubblicitaria Up comunicazione, in sole quattro settimane i giovani artisti hanno portato a termine il lavoro e oggi le circa mille bottiglie a tiratura limitata, prodotte con uve Malvasia, Chardonnay e Sauvignon, sono in vendita nello store della cantina, nello shop online e vengono proposte ai clienti dalla rete di agenti commerciali; il 20% del ricavato sarà devoluto alle realtà non-profit che hanno partecipato.
L’iniziativa, va detto, è scaturita dalla pandemia e dalle inevitabili riflessioni che la situazione che stiamo vivendo comporta.

Lorenzo Numanti, amministratore delegato di Monte delle Vigne, ha pensato di fare qualcosa per la comunità, insieme alla comunità, per rappresentare in maniera tangibile un senso di condivisione e di crescita. Si è partiti dalle passioni e dalla vita dei ragazzi coinvolti, un’occasione per fare emergere il loro talento e la possibilità per tutti di capire che la “diversità” non è un limite ma un valore. Non a caso questi sono gli obiettivi che animano le attività di B-Factory, una delle organizzazioni aderenti, uno spazio moderno, flessibile e sperimentale dedicato ai progetti di vita delle persone con disabilità, sia giovani al termine della scuola che adulti.
Inaugurato nel 2019 e coprogettato con NUPA, B-Factory è un luogo dove anziché erogare servizi, ci si concentra sul coinvolgimento di ragazzi e ragazze, costruendo su misura per ciascuno un percorso che tiene conto sì delle abilità, con una metodologia evidence based [“basata sulle evidenze”, N.d.R.], ma anche delle preferenze, dei desideri e degli interessi dei singoli.
Un approccio, quindi, in deciso contrasto con quello assistenzialistico, che in breve tempo ha fatto di B-Factory un “ombrello” accogliente per numerose organizzazioni impegnate nel volontariato e un anello di connessione con il territorio. L’alleanza con Monte delle Vigne, iniziata in primavera, ne è un esempio, ed è già “sulle nostre tavole”, pronta per essere “stappata” in un cin-cin all’insegna dell’inclusione e della solidarietà.

Due ragazzi con alle spalle il simbolo di Yin e Yang rivisitato in colori sgargianti, un viso di donna in primo piano e un paesaggio marino sono i soggetti delle etichette.
Non si tratta per altro di un’operazione commerciale, come tengono a sottolineare da Monte delle Vigne, e per questo, nella parte anteriore della bottiglia, accanto al disegno, si legge soltanto la firma dell’Autore.
Il vino è una produzione ex novo, studiata appositamente per questo progetto, che ha reso orgogliosi tutti gli esecutori, a partire dagli artisti, entusiasti per avere avuto la possibilità di esprimersi; ma anche gli operatori delle Associazioni, per il bel momento di partecipazione attiva nella società, oltre, naturalmente, alla stessa Monte delle Vigne, che si è messa al servizio dei giovani e ha avuto un ritorno in termini di soddisfazione e positività.

Ora si guarda al futuro, al prossimo Natale, magari con una nuova serie di etichette. Si è dimostrato, infatti, che è possibile offrire occasioni funzionali ai percorsi di vita dei ragazzi con disabilità di concerto con le imprese. Pertanto l’auspicio è che queste bottiglie siano solo il principio di una collaborazione continuativa e un apripista per iniziative simili con altre realtà economiche di eccellenza del territorio.

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Un brindisi a denominazione d’origine inclusiva”). Viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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