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Che ne sarà delle ragazze e delle donne con disabilità dell’Afghanistan? 

Manifestazione per i diritti delle donne con disabilità afghane (© Ashfaq Yusufzai/IPS)

Una manifestazione di qualche tempo fa promossa dalle donne con disabilità afghane, in difesa dei loro diritti. E ora cosa succederà? (© Ashfaq Yusufzai/IPS)

Già lo scorso anno, ben prima dunque dei drammatici avvenimenti di questi ultimi mesi, Human Rights Watch, organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, aveva rivelato in un ampio rapporto il cui titolo in italiano si può tradurre come “La disabilità non è debolezza. Discriminazione e barriere per le donne e le ragazze con disabilità in Afghanistan” (disponibile a questo link),  gli abusi sistematici subiti da ragazze e donne afghane con disabilità, in uno dei Paesi più poveri al mondo, oltre a tutte le barriere e le situazioni di discriminazione nell’accesso all’assistenza governativa, a quella sanitaria e alle scuole, nonché le molestie sessuali.
Ora, dopo la conquista del Paese da parte dei talebani, la situazione non potrà che peggiorare esponenzialmente, ciò che ha indotto una serie di esperti delle Nazioni Unite, di organizzazioni della società civile e di diplomatici ad esprimere la loro grave preoccupazione per il futuro della popolazione civile e in particolare per quello delle donne, ritenute maggiormente a rischio di violazioni dei diritti umani, omicidi compresi. Tenendo poi conto che le donne con disabilità sono quasi sempre “le più vulnerabili tra le vulnerabili”, le conseguenze possono essere tratte abbastanza facilmente.

«Tutti gli afghani con disabilità affrontano lo stigma e la discriminazione nell’accedere ai servizi statali – aveva dichiarato lo scorso anno Patricia Gossman, direttrice associata per l’Asia di Human Rights Watch e curatrice del citato rapporto -, ma le donne e le ragazze sono le vittime “invisibili” di questo abuso».
«La crisi causata dal Covid – aggiunge oggi – aveva poi reso ancor più difficile per loro ottenere un’adeguata assistenza sanitaria, difficoltà sempre più grandi dopo quanto accaduto nel mese scorso, con il ritorno dei talebani al potere, ciò che richiederà un attento monitoraggio per la difesa dei loro diritti». (S.B.)

Ringraziamo Luisella Bosisio Fazzi per la collaborazione.

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