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I beni materiali e immateriali lasciati dal Festival delle Abilità di Milano

Murale Bomprezzi a Milano e poesia Malafarina (foto di Giovanni Gianfranco Candida)

Davide Ratzo Ratti mentre scrive la poesia di Antonio Giuseppe Malafarina, a fianco del murale di Franco Bomprezzi, nella Biblioteca della Chiesa Rossa di Milano (foto di Giovanni Gianfranco Candida)

Il terzo Festival delle Abilità, svoltosi nel Parco della Biblioteca di Chiesa Rossa a Milano e ampiamente presentato a suo tempo anche dal nostro giornale, si è chiuso nella sua forma di kermesse, ma ha lasciato una serie di segni tangibili e azioni indirizzate soprattutto alle scuole, a dare ulteriore sostanza a quella che si è rivelata una grande risposta di pubblico, distanziato e partecipante, alternatosi tra gli stand, i workshop e gli spettacoli di una manifestazione centrata sul tema trainante Universal Design, volta a dar voce ad artisti con e senza disabilità.
«Siamo molto soddisfatti», è stato il commento di Angelo Mantovani, direttore della Fondazione Mantovani Castorina, organizzatrice dell’evento, che in questa edizione ha voluto entrare direttamente nel vivo anche presentando il progetto Seatway, rivolto alla disabilità motoria e riguardante un’innovativa carrozzina il cui design è stato curato da Alberto Meda (se ne veda anche a questo link)».

Tra i segni tangibili di cui si diceva, innanzitutto bisogna parlare del contributo fornito dal noto artista milanese Ivan Tresoldi che, nonostante le difficoltà di trovare uno spazio autorizzato per dare libero sfogo alla sua creatività, ha animato il Festival con un dialogo sul Quinto Canto dell’Inferno di Dante, accompagnato dal poeta Antonio Giuseppe Malafarina e con un’installazione “a tempo”, realizzata cioè per durare pochi giorni ed essere “mangiata” dalle intemperie. «L’opera – ha raccontato lo stesso Tresoldi – testimonia la presenza-assenza, l’arte che diventa presenza, segno. Un’arte resiliente, come lo sono molte persone con disabilità, che trova una modalità di esprimersi, impetuosa, nelle forme e negli spazi che le vengono concessi».

Il Festival, inoltre, ha lasciato in dono allo spazio ospitante alcuni ritratti, dal tratto fumettistico, realizzati da Davide Ratzo Ratti sui muri interni della Biblioteca della Chiesa Rossa e una poesia, anch’essa scritta sul muro accanto al murale che ritrae Franco Bomprezzi, scritta da Antonio Giuseppe Malafarina. Entro breve sarà anche disponibile una targa in Braille e un QRCode attraverso cui la poesia verrà letta dalla voce dell’attore Vlad Scolari, per la piena accessibilità di essa.

E ancora, l’opera Sempre Avanti che lo scultore cieco Felice Tagliaferri, ha realizzato e donato al Festival e che resterà disponibile per essere vista e toccata da tutti presso la Biblioteca di Chiesa Rossa.
Nello specifico, Tagliaferri – di cui segnaliamo anche un ‘ampia intervista sulle nostre pagine – ha scelto la ruota, «quale strumento inclusivo che ha dato libertà a tutti – come egli stesso ha spiegato -, che gira per tutti, non facendo distinzioni, senza chiedersi se stia aiutando una persona fragile o un omone». Si tratta di una ruota realizzata su una pietra della Majella giunta appositamente in dono dal Comune di Lettomanoppello (Pescara), bianchissima, friabile ma che diventa dura, se esposta alle intemperie. Una pietra anch’essa resiliente, così come tanti degli artisti con e senza disabilità che di arte vivono e che con l’arte comunicano.

E da ultimo, ma non certo ultimo, il lancio di un’iniziativa particolarmente gradita a «Superando.it», ovvero il Premio Franco Bomprezzi, di cui abbiamo già riferito in altra parte del giornale, che è dedicato a colui che fu il nostro direttore responsabile fino alla sua scomparsa nel 2014 e che riguarda il linguaggio corretto sulla disabilità. (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione: info@fmc-onlus.org.

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