Milioni di persone nel mondo potrebbero tornare a vedere

«Nel mondo un miliardo e 100 milioni di persone hanno una disabilità visiva. Tra loro 43 milioni sono cieche, 295 hanno problemi visivi moderati o gravi, 510 milioni potrebbero tornare a vedere con un semplice paio di occhiali da vista e 90 milioni sono bambini»: sono i numeri – e l’allarme – lanciati dall’organizzazione CBM Italia – componente nazionale dell’organizzazione umanitaria impegnata da molti anni nella cura e nella prevenzione della cecità e disabilità evitabile nei Paesi in Via di Sviluppo -, alla vigilia della Giornata Mondiale della Vista di domani, 14 ottobre

Controllo oculistico a una bimba africana da parte di un medico di CBM

Controllo oculistico a una bimba africana da parte di un medico di CBM

«Nel mondo un miliardo e 100 milioni di persone hanno una disabilità visiva. Tra loro 43 milioni sono cieche, 295 hanno problemi visivi moderati o gravi, 510 milioni potrebbero tornare a vedere semplicemente con un paio di occhiali da vista e 90 milioni sono bambini. Tutti dati particolarmente allarmanti, se si considera che il 90% delle persone con problemi visivi vive nei Paesi in Via di Sviluppo e che il 90% dei problemi di vista ha una causa prevenibile o curabile. Un bilancio severo, dunque, cui si aggiunge la stima che entro il 2050 circa la metà della popolazione mondiale, 4.8 miliardi di persone, avrà problemi di vista»: sono questi i dati – e l’allarme – lanciati da CBM Italia, componente nazionale dell’organizzazione umanitaria impegnata da molti anni nella cura e nella prevenzione della cecità e disabilità evitabile nei Paesi in Via di Sviluppo, in occasione della Giornata Mondiale della Vista di domani, 14 ottobre, evento di cui abbiamo già riferito in altra parte del giornale, promosso dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), e dallo IAPB, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, insieme all’Unione Mondiale dei Ciechi (World Blind Union).

«L’obiettivo principale della Giornata Mondiale della Vista – sottolinea Babar Qureshi, responsabile delle iniziative inclusive per la salute della visata di CBM – è creare consapevolezza sull’enorme numero di persone che in tutto il mondo non hanno accesso a servizi oculistici efficaci e inclusivi e che di conseguenza perdono la vista, quando ciò potrebbe essere evitato. E su coloro che, avendo perso la vista, non hanno accesso ai servizi di supporto e riabilitazione necessari».
«La salute della vista – aggiunge Massimo Maggio, direttore di CBM Italia – è un diritto di tutti. Per questo da oltre un secolo la nostra organizzazione lavora nei Paesi in Via di Sviluppo per prevenire e curare le principali malattie visive, rendere accessibili i servizi oculistici, includere le persone cieche e con disabilità nelle comunità, garantendo loro accesso all’istruzione, al lavoro e alla salute, spezzando in tal modo il ciclo che lega povertà e disabilità».

È proprio a tali scopi che CBM Italia realizza, tramite la campagna denominata Break the Cycle (“Spezza il ciclo”), programmi di salute della vista inclusivi e lo fa attraverso screening nelle scuole e nelle comunità; cliniche oculistiche mobili, che arrivano nelle zone più remote, rendendo le cure disponibili anche a chi vive lontano dai centri principali; interventi chirurgici; distribuzione di ausili (occhiali da vista, ausili per ipovisione) prodotti nei propri laboratori ottici; riabilitazione e inserimento nelle comunità.
Sono esattamente diciassette i progetti di salute della vista che CBM conduce attualmente in Paesi quali l’Etiopia, il Kenya, l’Uganda, il Ruanda, il Sud Sudan, l’India, il Nepal, la Bolivia e il Guatemala.
Lo scorso anno, grazie al lavoro svolto da medici, infermieri e operatori tecnici, sono stati effettuati in totale 400.654 screening oculistici e 90.543 operazioni oculistiche, delle quali 64.888 di cataratta, oltre ad avere distribuito 87.857 occhiali da vista. (S.B.)

Per un approfondimento di CBM Italia sulla Giornata Mondiale della Vista, accedere a questo link. Per ogni ulteriore informazione: Anita Fiaschetti (anita.fiaschetti@cbmitalia.org).

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