I “Racconti di sassi e di legno” di alcuni artisti con autismo

Verrà inaugurata domani, 15 ottobre, a Sacile (Pordenone), la mostra “Racconti di sassi e di legno”, basata su opere che utilizzano materiali poveri, come appunto gli scarti del legno o i sassi, a cura di alcuni componenti dell’Officina dell’Arte della Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone, il noto centro lavorativo per persone con autismo adulte, che tanta visibilità ha già ottenuto in questi anni con le sue produzioni a mosaico

Locandina della mostra "Racconti di sassi e di legno", Sacile, ottobre 2021«Come si sa, la comunicazione verbale non è il punto forte delle persone con autismo, ma questo non vuol dire, come si riteneva un tempo, che esse, avendo difficoltà nella comunicazione e nella relazione con gli altri, siano chiuse in se stesse, che non provino sentimenti e che soprattutto non siano in grado di rappresentarli. In queste opere, in questi “racconti” fatti con materia umile, “di scarto”, questi artisti hanno espresso il loro mondo con grande perizia e soddisfazione. Ora attraverso la mostra offrono la possibilità a un pubblico generalista di apprezzare un lavoro di cui sono, in alcuni casi, “gelosi” e dunque la mostra è già una concessione “agli altri” ovvero gli individui diversi “da mamma e papà”»: la Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone aveva presentato così due anni fa sulle nostre pagine, in occasione dell’esordio ad Azzano Decimo, la mostra denominata Racconti di sassi e di legno, basata sulle opere di alcuni componenti dell’Officina dell’Arte della Fondazione stessa, il noto centro lavorativo per persone con autismo adulte.

La mostra arriverà ora domani, venerdì 15 ottobre a Palazzo Ragazzoni di Sacile (Viale Zancanaro, 2; inaugurazione alle ore 18), dove sarà visitabile fino al 31 ottobre, raccogliendo nuove opere a mosaico e non di Marco Antoniolli, Antonio Bormani, David Battisti e Claudia Gobbo, sempre per rappresentarne il mondo creativo attraverso l’uso di materiali poveri, come gli scarti del legno o i sassi.
«Da questo materiale umile e grezzo – spiegano dalla Fondazione Bambini e Autismo – sono nate innovative opere che ben rappresentano il diverso sentire insito negli autori che, a vario titolo, frequentano l’Officina dell’Arte. E dare nuova vita agli “scarti” è anche un’operazione artistica controcorrente, se si tiene conto di quanto “materiale a perdere” viene quotidianamente prodotto nel nostro sistema di vita, tanto che in alcune città lo smaltimento di esso diventa problema. Con questi materiali, invece, i nostri artisti sono stati in grado di progettare e realizzare opere alle quali non avremmo mai pensato, che sorprendono e stupiscono». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: relazioniesterne@bambinieautismo.org.

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