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Il diritto alla mobilità non può dipendere dalla buona volontà di un Sindaco

Foto in primo piano di parcheggi con strisce blu. Sullo sfondo alcune autoCome aveva sottolineato in un proprio approfondimento del settembre scorso il Centro Studi Giuridici HandyLex, ciò di cui avevamo riferito anche sulle nostre pagine, secondo il cosiddetto “Decreto Infrastrutture” (Decreto Legge 121/21), «dovrà essere sempre il Sindaco di ogni Comune a decidere se e come riservare limitati spazi alla sosta, presumibilmente tra le “strisce blu”, continuando dunque ad esercitare il proprio potere discrezionale e rischiando in tal modo di mantenere situazioni disuguali tra Comuni e Comuni».

Sulla questione della sosta gratuita tra le strisce blu per le persone con disabilità, sono impegnate da tempo Cittadinanzattiva e la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), insieme a VERA Studio, Società di Consulenza che affianca pro bono le Associazioni civiche. E a tal proposito esse chiedono ora alla Commissione Trasporti della Camera, in sede di conversione in Legge dello stesso “Decreto Infrastrutture”, di approvare gli emendamenti presentati dalle deputate Maria Chiara Gadda  e Rossella Muroni, riguardanti appunto la gratuità della sosta tra le strisce blu per i veicoli dotati di apposito contrassegno europeo CUDE.

«Tale richiesta di modifica – dichiarano in una nota congiunta Cittadinanzattiva e UILDM – è da tempo all’attenzione del Governo e più volte il Parlamento ha chiesto, con diversi Ordini del Giorno e ancor più recentemente con una Mozione della deputata Lisa Noja, di intervenire per far sì che nel nostro Paese le persone con disabilità abbiano tutti gli stessi diritti. Il diritto ad una piena e agevole mobilità non deve infatti dipendere dalla buona volontà di un Sindaco, se è vero che oggi una persona con disabilità che vive a Roma non paga la sosta sulle strisce blu quando gli stalli appositi sono occupati, mentre colui che vive ad esempio a Taranto è tenuto a pagarla. Una situazione “a macchia di leopardo” unica in Europa che non ha nulla a che vedere con l’autonomia finanziaria dei Comuni».

«Ci risulta – dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – che vi sia un consenso di tutte le forze politiche ad approvare questa norma di civiltà, ma ci dispiace che gli emendamenti incontrino le resistenze del Ministero dell’Economia e dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), immaginiamo per presunte ragioni di cassa. Ragioni che, a nostro avviso, non sussistono, sia perché lo stesso Ministero dell’Economia non è in grado di quantificare la copertura stessa e soprattutto perché nei due emendamenti presentati è previsto l’incremento delle sanzioni pecuniarie per chi occupa abusivamente gli stalli, quindi è già contemplata una copertura per i Comuni dai presunti mancati introiti».

«Il quadro è sconfortante – afferma dal canto suo Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM – perché fino ad oggi ne abbiamo sentite di tutti i colori, pur di non far approvare questa norma. Mi piacerebbe far provare una giornata ai rappresentanti istituzionali che sono contrari alla norma per fare capire cosa vuol dire muoversi su una sedia a rotelle e girare per le nostre città. Inoltre, sarebbe istruttivo vederli trovare parcheggio nelle ore di punta sugli stalli quasi sempre occupati abusivamente e quasi mai sanzionati. Mi chiedo dove siano “queste preoccupazioni” per le casse comunali, quando migliaia di motorini occupano gli stalli e le strisce blu senza pagare la sosta oraria. Eppure tutti questi mancati introiti non fanno notizia e nessuno dà conto del danno erariale ai Comuni stessi per i mancati controlli».

“Il Codice della Strada – conclude Francesco Schlitzer, amministratore delegato di VERA Studio – è una materia di competenza esclusiva del Governo e del Parlamento ed è di competenza del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Mobilità sostenibili è al plurale e include anche la responsabilità di rimuovere gli ostacoli che quotidianamente affrontano le persone con disabilità. La questione della copertura è un argomento strumentale di contabilità, utile solo ai Comuni per fare cassa sulle spalle della categoria più indifese. Questa è una decisione politica che bisogna avere il coraggio di prendere, senza nascondersi dietro la contabilità di Stato». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: uildmcomunicazione@uildm.it (Alessandra Piva e Chiara Santato).

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