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Assegno unico universale: un approfondimento che segnala tutte le criticità

Famiglia con disabilità

Una famiglia con disabilità

Presentata nel giugno del 2018, la Proposta di Legge su Delega al Governo per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e la dote unica per i servizi, meglio nota come “Legge sull’assegno unico alle famiglie”, era stata approvata alla Camera nell’estate dello scorso anno, diventando poi la Legge Delega 46/21 (Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale), dopo l’approvazione al Senato del 30 marzo di quest’anno.
Recentemente, come avevamo riferito anche sulle nostre pagine, il Consiglio dei Ministri aveva approvato, esattamente il 18 novembre, il Decreto Legislativo Attuativo di quella Legge Delega, con l’entrata a regime dal prossimo anno.

Si tratta di un provvedimento contenente anche una serie di misure riguardanti famiglie con figli o figlie con disabilità al quale il Centro Studi Giuridici HandyLex ha dedicato un esauriente approfondimento, di cui suggeriamo senz’altro la consultazione (a questo link), evidenziando in particolare alcune criticità del testo approvato.
«L’assegno unico universale che partirà da marzo 2022 – vi si legge infatti – può essere considerato, in linea generale, un buon viatico per un nuovo modello di welfare sociale, ma, analizzando varie istanze pervenute da famiglie con figli a carico non autosufficienti o con disabilità grave sopra i 21 anni, ci si domanda: la nuova riforma per quelle famiglie sarà veramente conveniente?».
«Vi saranno classi sociali svantaggiate?», è il primo quesito cui HandyLex risponde così: «Sì, ad esempio i nuclei familiari con figli over 21 a carico dei genitori che resteranno esclusi sia dall’assegno unico che dalle attuali detrazioni per famiglie particolarmente numerose, in quanto la scala di equivalenza dell’ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] dal quarto figlio attribuisce valori in proporzione inferiori. Difficoltà, inoltre, vi saranno anche per le coppie di fatto che oggi, per il calcolo degli assegni familiari, possono computare il solo reddito del richiedente, mentre passando all’ISEE dovrebbero considerare i redditi di entrambi i genitori».
E ancora, secondo HandyLex, «alcune criticità riguardano anche le disparità che potrebbero crearsi per la diversa modalità di definizione del nucleo familiare e anche di computo del reddito. In particolare: l’ISEE considera anche i patrimoni mobiliari e immobiliari della famiglia, mentre il reddito considerato per gli Assegni del nucleo familiare è solo quello da lavoro dipendente. E passando alle famiglie con ragazzi sopra i 21 anni non autosufficienti e/o disabili gravi, la situazione si complica ulteriormente».

Sul provvedimento, va ricordato, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) aveva già provveduto, in sede di audizione presso la XII Commissione Affari Sociali della Camera, a depositare un’ampia memoria, con l’indicazione specifica di tutti i correttivi che la Legge, a giudizio della Federazione, dovrà apportare. (S.B.)

Ricordiamo ancora il link tramite cui accedere all’approfondimento curato dal Centro Studi Giuridici HandyLex del quale si parla nel presente testo.

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