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La nuova Linea Guida sulla gestione dei disturbi specifici dell’apprendimento

Cubi con le lettere D, S e A e tessere di puzzleA dieci anni di distanza dal precedente documento di consenso, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato la nuova Linea Guida sulla gestione dei DSA, i disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia) dei quali si può leggere anche nel box in calce (il testo integrale della nuova Linea Guida è disponibile a questo link). Scopo dell’iniziativa è stato segnatamente quello di migliorare e uniformare i protocolli diagnostici e riabilitativi sui DSA, tramite l’aggiornamento delle precedenti raccomandazioni cliniche e la formulazione di nuove raccomandazioni per gli aspetti prima non indagati.

«La revisione della letteratura relativa ai DSA – sottolineano infatti dall’AID (Associazione Italiana Dislessia) – ha rilevato l’esistenza di nuove conoscenze scientifiche di cui era fondamentale tenere conto. In particolare, il gruppo di esperti che ha elaborato la Linea Guida ha affrontato nuovi quesiti clinici, tra i quali il disturbo di comprensione della lettura, questione rimasta irrisolta nelle precedenti Consensus Conference, ma tornata di attualità dopo la ridefinizione del disturbo di lettura proposta nelle versioni più recenti dei sistemi di classificazione internazionale DSM (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e ICD (la Classificazione Internazionale delle Patologie)».
«Inoltre – proseguono dall’Associazione – sono state prodotte raccomandazioni per la valutazione e la diagnosi di DSA negli studenti bilingui, che secondo i dati del Ministero dell’Istruzione sono una percentuale importante dell’attuale popolazione scolastica e per i quali i clinici non avevano precisi criteri di riferimento».

Ma non solo: un altro importante argomento affrontato è stato quello della valutazione e della diagnosi dei DSA nei giovani adulti, per i quali la Legge 170/10 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in àmbito scolastico) ha favorito l’allungamento dei percorsi scolastici, con la conseguenza che è sempre più alto il numero di coloro che si iscrivono all’università. I clinici però, finora, non avevano direttive diagnostiche chiare su cui basare il processo diagnostico.
E ancora, sono stati definiti nuovi criteri e procedure diagnostici relativi alla disgrafia e al disturbo del calcolo, poco definiti nelle precedenti Consensus Conference.
E da ultime, ma non ultime, sono state formulate nuove raccomandazioni per l’individuazione precoce dei DSA, con l’aggiornamento di quelle relative al trattamento, mettendo a disposizione degli utenti-beneficiari delle coordinate attendibili su cui operare le proprie scelte.

«Le nuove raccomandazioni – concludono dall’AID – contribuiranno a migliorare e uniformare i protocolli diagnostici e riabilitativi e saranno un importante punto di riferimento per la comunità dei clinici per affrontare le problematiche cliniche delle persone con DSA».
«Come da tradizione– dichiara dal canto suo Andrea Novelli, presidente dell’AID – la nostra Associazione è stata tra i principali promotori del progetto di sviluppo di una nuova Linea Guida sui DSA e ha contribuito ai lavori di produzione delle raccomandazioni cliniche con la partecipazione attiva di numerosi esperti sia dell’area sanitaria, sia del mondo della scuola, oltreché con il contributo di genitori di ragazzi con DSA e di persone dislessiche. Fa parte infatti della nostra mission migliorare la qualità di vita dei bambini e delle persone con DSA, a cominciare proprio dall’individuazione precoce del disturbo, dall’iter diagnostico e dalla riabilitazione. La nuova Linea Guida è un importante passo in avanti in questa direzione».

Da ricordare, in conclusione, che in contemporanea al progetto di produzione della nuova Linea Guida, è stato anche costituito un apposito gruppo di lavoro, denominato “Libro Bianco”, con lo specifico compito di analizzare quale fosse, a distanza di dieci anni dall’ultima Conferenza di Consenso e dalla Legge 170/10, lo stato di attuazione delle raccomandazioni esistenti e delle normative vigenti in relazione al tema dei DSA. Un lavoro, questo, che ha permesso di evidenziare i punti di forza della Legge 170/10, ma anche le criticità tuttora permanenti in vari àmbiti. A tal proposito sono state proposte possibili soluzioni alle problematicità evidenziate nel mondo della scuola, dell’università e del lavoro. (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione: Gabriele Brinchilin (comunicazione@aiditalia.org); Alessandro Fiesoli (afiesoli@aiditalia.org).

La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.

L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità in particolare verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima riguardi circa 2 milioni di persone.
L’Associazione conta oltre 18.000 soci e 93 Sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. Essa lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate a questi disturbi. È aperta ai genitori e familiari di bambini con DSA, alle persone adulte con DSA, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).

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