Il Progetto di Vita va fatto secondo la Legge, altrimenti il TAR lo boccia

Come segnala con soddisfazione l’ANFFAS Sicilia, due nuove recenti Sentenze hanno confermato ciò che altri pronunciamenti avevano già sancito in questi anni: i Progetti di Vita delle persone con disabilità devono soddisfare tutto quanto previsto dalla Legge 328/00 e dal Decreto Ministeriale del 26 novembre 2016, per una reale presa in carico globale della persona, altrimenti quelli predisposti in maniera generica, che si limitino ad individuare alcuni servizi di mera assistenza, non possono che essere bocciati, come ha fatto ancora una volta la Sezione di Catania del TAR Sicilia

Martelletto del giudiceCome informa l’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), due nuove recenti Sentenze hanno confermato una volta di più ciò che altri pronunciamenti avevano sancito in questi ultimi anni: il Progetto di Vita deve soddisfare in modo puntuale alcune specifiche previsioni per una presa in carico globale della persona con disabilità.
Il riferimento è alle Sentenze n. 3659 e n. 3845, prodotte rispettivamente il 6 e il 20 dicembre scorsi dalla Sezione di Catania del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia, tramite le quali sono stati pienamente accolti i ricorsi di due familiari di persone con disabilità, aderenti alla rete associativa ANFFAS e assistiti dagli avvocati Ettore Nesi e Mariapaola Giardina, tesi appunto ad annullare due Progetti di Vita, come da articolo 14 della Legge 328/00, in quanto ritenuti come «predisposti in maniera generica».

In sostanza, come emerge dai due pronunciamenti, l’Azienda Sanitaria di Siracusa e i Comuni di residenza (Floridia e Noto), si erano limitati a verificare la sola necessità di sostegno assistenziale, senza attuare alcun coordinamento con altre misure di sostegno e con gli altri contesti, omettendo altresì di sottoporre le persone con disabilità ai test per la misurazione del profilo di funzionamento e senza approfondire quali fossero i loro desideri e aspettative, nonché quelli dei loro familiari. «Pertanto – come sottolineano dall’ANFFAS Sicilia -, le Amministrazioni avevano consegnato un Progetto di Vita privo dell’indicazione della complessità e dell’intensità degli interventi, oltreché dell’individuazione della durata degli interventi, del case manager, del budget di progetto e delle responsabilità in ordine alla attuazione e alla verifica del progetto. Le Amministrazioni stesse, pertanto, avevano omesso di effettuare la presa in carico globale della persona con disabilità, limitandosi ad individuare alcuni servizi di mera assistenza».

Il TAR di Catania, dunque, riprendendo i princìpi giurisprudenziali enunciati con due Sentenze “gemelle” prodotte nel 2019 (n. 2782 e n. 2783), di cui ci eravamo ampiamente occupati a suo tempo anche sulle nostre pagine, ha accolto pienamente i ricorsi, annullando entrambi i Progetti di Vita e ricordando tra l’altro che «il Progetto di Vita ex art. 14 L. 328/2000 deve soddisfare in modo puntuale alcune specifiche previsioni». Questo, infatti, anche ai sensi del Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 26 novembre 2016, deve contenere la valutazione diagnostico funzionale o il profilo di funzionamento, il budget di progetto (l’insieme di tutte le risorse umane, economiche, e strumentali), un case manager, le metodologie di monitoraggio, la verifica periodica e la revisione.
Da ultimo il TAR ha precisato che il Progetto di Vita va definito assicurando «la più ampia partecipazione possibile della persona con disabilità grave ovvero dei genitori o di chi ne tutela gli interessi», il tutto trornando anche ad affermare la competenza del Comune e dell’Azienda Sanitaria Provinciale per l’elaborazione del Progetto di Vita stesso.

Impegnata ormai da anni nel sensibilizzare e promuovere l’importanza del Progetto di Vita come da articolo 14 della Legge 328/00, quale strumento per attuare la presa in carico globale della persona con disabilità, l’ANFFAS Sicilia non può che accogliere con soddisfazioni questi nuovi pronunciamenti. «Da tempo – sottolinea a tal proposito Giuseppe Giardina, presidente dell’Associazione – abbiamo lanciato un appello alle Aziende Sanitarie Provinciali riguardo ai Progetti di Vita attivati secondo Legge e alle Istituzioni competenti, affinché i finanziamenti vengano finalmente impiegati. Le persone con disabilità, infatti, restano prive di supporti e sostegni e, soprattutto, i loro diritti non vengono rispettati. Per questo riteniamo che la priorità assoluta sia mettere a punto i Progetti di Vita individualizzati, come previsto dalla Legge 328/00, in quanto rappresentano l’unica vera garanzia di presa in carico delle persone con disabilità e, allo stesso tempo, l’unico modo per evitare che le famiglie siano costrette a rivolgersi ai Tribunali affinché i loro diritti siano realmente riconosciuti». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione: info@anffasmodica.it.

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