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Rita Barbuto: l’impegno di una vita per i diritti delle persone con disabilità

Rita Barbuto

Rita Barbuto

«Io posso raccontare la mia vita: il fatto di non avere la possibilità di impiegare assistenti personali significa che io non potrò più lavorare, uscire di casa e che dovrò limitare anche gli spostamenti per le cure. Significa che con i soldi che ricevo dallo Stato potrò pagare soltanto qualche ora di assistenza al giorno, sufficienti esclusivamente a farmi alzare dal letto, rimettermi al letto la sera e andare in bagno non più di due volte al giorno. Queste saranno le conseguenze sulla mia vita, ma questo destino mi accomuna a quello di tante altre persone che vivono la mia stessa situazione, che devono affidarsi a familiari e amici e spesso, per non disturbarli, trattengono anche la pipì per ore. Questa è discriminazione. A volte mi chiedo se ci si sofferma abbastanza a pensare come vive una persona che ha una grave disabilità e cosa significa non poter prendere neanche un bicchiere d’acqua da soli»: abbiamo scelto queste parole, pronunciate nel corso di una lunga intervista da noi pubblicata due anni fa, per ricordare il senso di tutte le battaglie condotte per decenni da Rita Barbuto, scomparsa nella mattinata di oggi, uno dei volti più noti del movimento italiano per i diritti delle persone con disabilità.
«La sua perdita – dichiara Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – lascia un grande vuoto, perché Rita era un vero e proprio punto di riferimento, nella sua Regione e non solo, per la tutela dei diritti di ogni persona con disabilità e per la nostra Federazione. La FISH Calabria, infatti, di cui Rita era tuttora Consigliera, con delega alla Vita Indipendente, è da sempre molto importante per il nostro movimento, una delle prime a nascere e a portare risultati importanti, grazie alla caparbietà del suo impegno».

La Calabria, dunque, come “centro permanente” dell’impegno di Rita Barbuto per i diritti, che in quella stessa citata intervista, esponeva con estrema chiarezza e senza timori i gravi problemi del proprio territorio, affermando che in esso «vengono calpestati i diritti umani delle persone con disabilità, nell’assordante silenzio di tutti, condannando le stesse persone con disabilità, quelle più fortunate, alla segregazione nelle proprie abitazioni o, in casi peggiori, negli istituti».
Ma non solo Calabria, anzi un impegno a tutto campo ben oltre la propria Regione e gli stessi confini nazionali, che l’ha portata ad essere via via presidente e direttrice di DPI Italia (Disabled Peoples’ International), organizzazione per la quale è stata anche responsabile dello sviluppo per l’Italia, oltreché collaboratrice attiva della RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), l’alleanza strategica avviata nel 2011 da AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), EducAid, DPI Italia, FISH e OVCI-La Nostra Famiglia (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale). Per la RIDS, tra l’altro, e nello specifico per conto di EducAid, era stata una delle prime persona in carrozzina ad arrivare dall’estero nella Striscia di Gaza, nell’àmbito del progetto We Work, per svolgere attività di consulenza alla pari nei confronti di donne palestinesi con disabilità. Il tutto senza dimenticare il costante lavoro svolto per far cessare le discriminazioni multiple subite da donne e ragazze con disabilità.

Molto altro su Rita Barbuto si potrebbe raccontare e nei prossimi giorni cederemo la parola anche a chi le è stato più vicino in tutti questi anni. Qui riprendiamo le parole del presidente della FISH Falabella, che sintetizzano l’impegno di una vita: «Rita Barbuto è stata una figura fondamentale nel rivendicare il diritto per le persone con disabilità di poter decidere autonomamente dove, come e con chi vivere». (S.B.)

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