Lazio e persone con disabilità: un buon segnale per il diritto a diagnosi e cura

«Si spera che questo provvedimento possa segnare l’inizio di una nuova Sanità regionale che accolga tutte le esigenze di ogni persona con disabilità senza escludere nessuno»: lo dicono dalla Federazione FISH Lazio, commentando con favore la recente Delibera della Giunta Regionale del Lazio, che ha sancito l’istituzione di percorsi sanitari dedicati alle persone con disabilità visiva e la previsione di una formazione specifica rivolta agli operatori sanitari, tramite un protocollo d’intesa stipulato tra la stessa Regione Lazio, l’UICI e l’Azienda Sant’Alessio – Margherita di Savoia di Roma

Particolare di persona in carrozzina spinta da un infermiere«Le persone con disabilità grave residenti nella Regione Lazio vedranno garantito un reale diritto alla diagnosi e cura nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali»: a dirlo è la FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), commentando con favore la Delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 1008/21 che ha sancito l’istituzione di percorsi sanitari dedicati alle persone con disabilità visiva e la previsione di una formazione specifica rivolta agli operatori sanitari, tramite un protocollo d’intesa stipulato tra la stessa Regione Lazio, l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e l’Azienda di Servizi alla Persona Sant’Alessio – Margherita di Savoia di Roma, «ciò che si spera possa segnare – dicono dalla FISH laziale – l’inizio di una nuova Sanità regionale che accolga tutte le esigenze senza escludere nessuno».

Auspicando quindi che tale percorso virtuoso, venga quanto prima esteso a tutte le persone con disabilità, la Federazione «sollecita la propria Regione ad avviare un confronto con le organizzazioni rappresentative per garantire adeguati percorsi sanitari inclusivi, rappresentandone l’urgenza, anche alla luce di quanto recentemente accaduto al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma, dove una persona con disabilità e il familiare hanno dovuto attendere tutte la notte in un’ambulanza prima di poter accedere al presidio».

«E del resto – concludono dalla FISH Lazio – negli anni scorsi la Regione si è dotata di norme che affrontano tali necessità, in particolare la Legge Regionale 5/21 [“Disposizioni per l’istituzione e la promozione di un percorso a elevata integrazione socio-sanitaria in favore di persone con disabilità ‘Non collaboranti’”, N.,d.R.] e pertanto si attende l’adozione di interventi attuativi che possano garantire percorsi personalizzati». (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: ufficiostampa@fishlazio.it.

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