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Donne con disabilità e Sanità “difficile”: se ne occupa anche la “grande” stampa

Particolare dell'immagine di copertina del rapporto curato dal Gruppo Donne UILDM sui servizi di ginecologia e ostetricia

Particolare dell’immagine di copertina del rapporto intitolato “L’accessibilità dei servizi di ginecologia e ostetricia alle donne con disabilità”, curato nel 2013 dal Gruppo Donne della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)

«Nel nostro Paese ci sono ancora troppe barriere non soltanto fisiche, ma anche culturali, che ostacolano una piena e adeguata fruizione dei trattamenti indispensabili in campo ginecologico alle persone portatrici di handicap. E la pandemia ha peggiorato una situazione già critica»: si apre così l’approfondimento pubblicato il 3 marzo scorso da «Corriere della Sera – Salute» sul tema La sanità «difficile» delle donne disabili. Carenze e problemi di accesso a servizi specifici, un argomento assai spesso frequentato da «Superando.it», ma tutt’altro che presente all’interno delle cosiddette testate generaliste. Sorvolando quindi per un momento sull’uso decisamente superato e da superare di termini quali “portatrici di handicap”, riteniamo questo un passaggio decisamente significativo per il mondo dell’informazione.

Curato da Anna Maria Gioria – “firma” spesso presente anche sulle nostre pagine -, e da Ruggiero Corcella, l’approfondimento, di quattro pagine complessive, si apre con il contributo di Gioria intitolato Donne disabili. La difficoltà dei controlli, ove si scrive ad esempio che «l’inaccessibilità delle strutture, le poche informazioni disponibili e la mancanza di preparazione adeguata
delle équipe mediche ostacolano il diritto alle cure», portando anche le testimonianze, tra le altre, di Silvia Cutrera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e di Stefania Pedroni, vicepresidente della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).
Sempre curata direttamente da Gioria, interessante è anche la parte riguardante il «Budget di salute» per la scelta individuale dei servizi, così come significativa è la testimonianza diretta di una ventiseienne con disabilità che sottolinea un importante concetto, ovvero che «le barriere architettoniche possono anche non esserci» – anzi dovrebbero essere eliminate per legge, aggiungiamo – «ma rimangono quelle invisibili dovute a stereotipi e a carenza di dotazioni».

Con particolare piacere, infine, guardiamo al servizio conclusivo, centrato su un’iniziativa cui abbiamo dato spazio proprio nei giorni scorsi, vale a dire il questionario sulla Rilevazione dell’accessibilità dei servizi ostetrico-ginecologici alle donne con disabilità, promosso dal Gruppo Psicologi e dal Gruppo Donne della UILDM, proposto alle strutture sanitarie per tutto quest’anno e del quale vengono pubblicati alcuni risultati.

Sì, possiamo dirlo tranquillamente, fino ad alcuni anni fa – nemmeno troppi – era decisamente impensabile trovare un approfondimento del genere sul «Corriere della Sera – Salute», dedicato a un tema come questo. (S.B.)

Oltre naturalmente al citato approfondimento pubblicato oggi, 3 marzo, dal «Corriere della Sera – Salute», suggeriamo anche la lettura, sulle nostre pagine, del testo di Simona Lancioni, I servizi per la salute sessuale e riproduttiva e le donne con disabilità (a questo link), nonché la consultazione della Sezione Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e più in generale, su Donne e disabilità, oltre a ricordare il lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, anche la Sezione Donne con disabilità, sempre nel sito di Informare un’h.

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