L’Unione Europea agisca subito per le persone ucraine con disabilità

All’inizio della guerra erano quasi 3 milioni le persone con disabilità in Ucraina. Ora, chi non è riuscito a riparare in altri Paesi, vive spesso in condizioni disumane, come càpita sempre ai “più vulnerabili tra i vulnerabili” in situazioni come quella attuale. In un incontro in video con la commissaria europea per l’Uguaglianza Helena Dalli, il Forum Europeo sulla Disabilità, l’Assemblea Nazionale delle Persone con Disabilità dell’Ucraina, l’EASPD e Inclusion Europe hanno chiesto all’Unione Europea misure urgenti per chi resta in Ucraina e anche per chi è fuggito negli Stati vicini

Persone con disabilità intellettiva dell'Ucraina

Molte persone con disabilità dell’Ucraina che vivono negli istituti, e in particolare quelle con disabilità intellettive, rischiano di essere letteralmente abbandonate

Come avevamo riferito qualche settimana fa, l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, congiuntamente con la NADP, l’Assemblea Nazionale delle Persone con Disabilità dell’Ucraina, si era rivolto con una lettera a Helena Dalli, commissaria europea per l’Uguaglianza, riguardante la situazione delle persone con disabilità dell’Ucraina, chiedendo sostanzialmente di discutere, a livello di Istituzioni continentali, sulle azioni dell’Unione a sostegno dei bambini, delle bambine e degli adulti con disabilità, per una risposta coordinata e inclusiva all’afflusso di rifugiati con disabilità in altri Stati, nonché ad aiuti umanitari per la sicurezza e la protezione di coloro che sono rimasti nel proprio Paese.
Ne è seguito un incontro in video con la stessa Helena Dalli, svoltosi in questi giorni, durante il quale la Commissaria Europea ha innanzitutto espresso preoccupazione per le conseguenze della migrazione e in particolare per la possibile tratta di esseri umani, evidenziando in tal senso come la Direttiva dell’Unione Europea sulla Protezione Temporanea costituisca il principale strumento, per consentire alle persone ucraine di ottenere diritti di residenza, istruzione, assistenza medica e accesso al mercato del lavoro.

Dal canto loro, EDF e NADP hanno ricordato che all’inizio della guerra erano circa 2 milioni e 700.000 le persone con disabilità registrate in Ucraina, sottolineando poi la particolare gravità della loro situazione e di quella delle loro famiglie, costretti come sono a sopportare condizioni disumane, senza l’accesso a rifugi accessibili o addirittura ad essere abbandonati nelle strutture istituzionali chiuse.
«All’interno del Paese – hanno dichiarato i rappresentanti delle due organizzazioni – vi sono aree in cui manca l’accesso al cibo, all’acqua e ai medicinali necessari per le condizioni di salute delle persone con disabilità». «Siamo inoltre consapevoli – hanno aggiunto – che continuano a verificarsi attacchi agli istituti e violazioni dei diritti umani di civili con disabilità».
«Gli adulti, i bambini e le bambine con disabilità in Ucraina – ha ribadito Yevgeniya Pavlova della NAPD – si trovano in una situazione molto grave, anche perché spesso i piani di evacuazione non sono stati progettati in modo accessibile. Sono tantissime le persone che necessitano di supporto e di assistenza aggiuntivi e speciali, che dovrebbero essere ricompresi in tutte le azioni umanitarie».

Durante l’incontro, dunque, EDF e NAPD, affiancati dall’EASPD, l’Associazione Europea dei Fornitori di Servizi per le Persone con Disabilità e da Inclusion Europe, hanno posto alcune stringenti richieste all’Unione Europea, all’insegna della massima urgenza. Innanzitutto quella di dare la maggiore visibilità pubblica possibile alla situazione delle persone con disabilità, assicurandosi che la risposta umanitaria in Ucraina sia inclusiva per tali persone; quella, inoltre, di coordinarsi con gli Stati Membri, per garantire la protezione e la sicurezza di bambini, bambine e adulti con disabilità che cercano rifugio nell’Unione; facilitare, infine, sempre in collaborazione con gli Stati Membri, con le Autorità e le Organizzazioni Non Governative, il trasferimento delle persone ucraine con disabilità e dei loro familiari in alloggi inclusivi e accessibili, fornendo tutto il sostegno necessario, in particolare per coloro che vivono negli istituti. Su quest’ultimo punto le organizzazioni hanno soprattutto insistito, ricordando «l’importanza di gestire con attenzione l’evacuazione delle persone che vivono in istituto, compresi bambini e bambine, per garantire che siano protetti e al sicuro».
Un’ulteriore questione fondamentale riguarda coloro che arrivano nei Paesi vicini e che vi ricevono poche o addirittura nessuna informazione sull’accesso ai bisogni di base e sull’integrazione in materia di istruzione, salute e protezione sociale. Sono tutte informazioni raramente accessibili, un fatto, questo, cui si è chiesto di porre rapidamente rimedio.
Grande attenzione, infine, si è chiesta per “i più vulnerabili tra i vulnerabili”, ovvero per le donne, i bambini, le persone cieche e sordocieche, quelle con disabilità psicosociali e intellettive e coloro che necessitano di elevati bisogni di sostegno.

Da un punto di vista pratico, ricordiamo in conclusione, l’EDF, insieme a vari partner e donatori, sta già occupandosi di coordinare l’assistenza e di fornire supporto finanziario alle proprie organizzazioni aderenti degli Stati vicini all’Ucraina. (S.B.)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: ukraine@edf-feph.org.
Nella colonnina a destra del nostro articolo intitolato Vivere con una Malattia Rara sotto i bombardamenti (a questo link) è presente l’elenco dei contributi da noi dedicati in queste settimane alla guerra in Ucraina e alla situazione delle persone con disabilità.

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