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Il progetto inclusivo tra cultura dell’ospitalità e norma attuativa

Simboli di varie categorie di persone in diverse condizioni di mobilità

Tutte le persone dovrebbero guardare con estrema attenzione alla progettazione universale, sia per quanto concerne l’edificazione di case, sia in àmbito di prodotti e servizi

«Nell’elaborazione di progetti a qualunque scala, siano essi redatti da liberi professionisti o dalla Pubblica Amministrazione, uno degli aspetti che incontra maggiori difficoltà interpretative e valutative è quello dell’inclusione ambientale, situazione, questa, indotta anche da un continuo confronto con la normativa locale, regionale, nazionale ed europea, a propria volta suddivisa per Enti che la producono, per settori d’intervento, per àmbiti tematici ecc. Normativa che oltre ad essere composita, spesso si contraddice e raramente è univocamente interpretabile. In fase di progettazione, invece, sarebbe auspicabile integrare, alle diverse scale d’intervento, il tema dell’inclusione e del benessere ambientale, includendo chiunque abiti, con particolare riguardo alla rigenerazione, riqualificazione, resilienza e sostenibilità degli spazi antropizzati».
Partiranno da questo assunto i lavori del convegno denominato Quale “accessibilità”? Il progetto inclusivo tra cultura dell’ospitalità e norma attuativa, promosso per il pomeriggio di domani, mercoledì 29 giugno a Verona (Magazzino delle Professioni, Via Santa Teresa, 2, ore 14.30-19.30) da Studio Dalcero Comunicazione, in collaborazione con CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), con il contributo della Società Serpelloni e il patrocinio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della Provincia di Verona.

«Questo convegno – spiegano i promotori – si prefigge di fornire un inquadramento di base sull’ampio tema del benessere ambientale e della progettazione inclusiva. Quando si parla infatti di benessere ambientale, è immediato il riferimento allo stare bene raggiunto attraverso determinate prestazioni ambientali, ma ciò non basta. Occorre infatti una conoscenza antropologia e fenomenologica dell’abitare, per approdare a un progetto di qualità che risponda veramente alle esigenze di benessere. In particolare si punta a fornire un’introduzione generale sull’evoluzione del concetto di disabilità, concetto in continuo divenire; sulla trasformazione normativa in tema di accessibilità e inclusione; sulla variabilità umana; sull’approccio prestazionale declinato dall’Universal Design (“progettazione universale”) in relazione al benessere
ambientale. Il tutto mettendo al centro dell’analisi la persona, passando in rassegna le criticità incontrate in fase di progettazione, con particolare riferimento alla normativa vigente, per giungere a valutare la giusta modalità e il corretto approccio culturale per una progettazione di qualità». (S.B.)

A questo link è disponibile il programma completo del convegno di domani, 29 giugno, a Verona. Per ulteriori informazioni: eventi@dalcerocomunicazione.it.

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