Percorsi di cura in area neurologica: ridurre le disuguaglianze in Sanità

«Le malattie neurologiche sono la prima causa di disabilità nei Paesi più sviluppati. Se l’aumento dell’età media della popolazione e le ricadute sociali preoccupano, le tecnologie e la ricerca rendono possibili nuovi programmi di assistenza»: partendo da questo assunto e per riflettere su come rinnovare i percorsi di cura, riducendo al tempo stesso la spesa sanitaria, l’Università La Sapienza di Roma e l’Istituto Superiore Studi Sanitari Giuseppe Cannarella hanno organizzato per domani, 5 luglio, il convegno “Ridurre le disuguaglianze in Sanità: percorsi di cura in area neurologica”

Realizzazione grafica sui percorsi di cura in neurologia«Le malattie neurologiche sono la prima causa di disabilità nei Paesi più sviluppati. Se l’aumento dell’età media della popolazione e le ricadute sociali preoccupano, dall’altra parte le tecnologie e la ricerca rendono possibili nuovi programmi di assistenza»: partendo da questo assunto e per riflettere su come ridurre la spesa sanitaria in questo àmbito, rinnovando al tempo stesso i percorsi necessari, l’Università La Sapienza di Roma e l’Istituto Superiore Studi Sanitari Giuseppe Cannarella hanno organizzato per domani, 5 luglio, il convegno Ridurre le disuguaglianze in Sanità: percorsi di cura in area neurologica, che si terrà presso l’Aula Magna della stessa Università La Sapienza (Piazzale Aldo Moro, 5, Roma).

«I modelli organizzativi della post-acuzie riabilitativa precoce, , in riferimento alla neuroriabilitazione per gravi cerebrolesioni acquisite, – dichiara Walter Ricciardi, ordinario d’Igiene e Medicina Preventiva all’Università Cattolica del Sacro Cuore Roma e direttore scientifico dell’IRCCS Istituti Clinici Scientifici Maugeri, che interverrà nel corso della prima sessione del convegno – sono caratterizzati da scarsa attenzione normativa e da marcata eterogeneità regionale. In tal senso le raccomandazioni scientifiche suggeriscono la strutturazione di un modello a reti integrate con livelli di responsabilità differenziati (modello Hub & Spoke), che identifichino come Hub i presìdi di alta specialità Codice 75 [Codice 75: Unità di riabilitazione intensiva per pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite, traumatiche e non traumatiche, in grado di sostenere una riabilitazione intensiva altamente specialistica, N.d.R.]. In questo modo si otterrebbe la decongestione delle strutture deputate al trattamento dell’acuzie, favorendo la rapida centralizzazione dei casi complessi in presìdi di neuroriabilitazione altamente specializzati, idonei ad assicurare una presa in carico veloce e livelli di qualità nell’erogazione dell’assistenza elevati con un migliore recupero funzionale per il paziente».

È prevista anche una tavola rotonda, moderata dalla giornalista di La7 Gaia Tortora, durante la quale si analizzerà il lavoro svolto dai vari Istituti di Ricerca. In questa parte, fra i relatori vi sarà Carlo Caltagirone, direttore scientifico dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma, che sottolinea: «Ad oggi sappiamo che è possibile accelerare o incrementare il recupero a seguito di una lesione cerebrale attraverso l’implementazione di protocolli di riabilitazione in grado di agire sulla stimolazione della neurogenesi reattiva, della migrazione neuronale, e sulla sinaptogenesi. Tenendo poi conto del fatto che l’interesse della ricerca sull’utilizzo delle tecnologie rivolte alla riabilitazione neurologica è in aumento e  nonostante molti studi presentino gli effetti positivi derivanti da tali tecnologie, esistono, in strutture non specializzate e non orientate alla ricerca, molti limiti nell’utilizzo, tra cui la ridotta compliance [conformità, N.d.R.] tra programmi terapeutici e intervento riabilitativo dei dispositivi tecnologici, la scarsa possibilità di personalizzazione dei training e il basso coinvolgimento da parte del paziente».
In questa fase la discussione sarà completata da un’intervista di Gaia Tortora all’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, sul modello virtuoso regionale di assistenza e ricerca.

La sessione successiva, intitolata La salute fa bene al Paese: impatto socio-economico di un investimento nel Servizio Sanitario Nsazionale, sarà centrata una tavola rotonda dedicata alle Società Scientifiche, moderata dalla giornalista di Raidue Laura Berti. Vi interverranno Alfredo Berardelli, presidente della SIN (Società Italiana Neurologia), Umberto Bivona, presidente del GIRN (Gruppo Interprofessionale di Riabilitazione in Neuropsicologia), Valeria Caso dell’ESO (European Stroke Organisation), Rita Formisano, presidente della SIRAS (Società Italiana di Riabilitazione di Alta Specialità), Maria Grazia Grasso dell’EAN (European Academy of Neurology), Stefano Paolucci, presidente della SIRN (Società Italiana Riabilitazione Neurologica) e Alessandro Rossi della Fondazione Gianfranco Salvini.
Sul tema dei costi sociali, un approfondimento sarà proposto da Francesco Saverio Mennini, presidente della SIHTA (Società Italiana Health Tecnology Assessment) ed economista dell’Università di Roma Tor Vergata.

E da ultima, ma non ultima, la sessione denominata La persona al centro: esperienze di rinascita, con interventi e testimonianze provenienti da Associazioni di pazienti.
Tra gli altri interverrà Francesco Vacca, presidente Nazionale dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), che afferma: «Per ridurre le diseguaglianze in Sanità bisogna dare voce all’esperienza di malattia delle persone che hanno patologie neurologiche e ai loro caregiver, e rendere scientifica la loro stessa voce attraverso lo sviluppo di misure riportate dai pazienti. Questo per noi di AISM è un punto fondamentale e rientra nelle priorità della nostra Agenda della Sclerosi Multipla e Patologie Correlate 2025, con l’obiettivo di promuovere una scienza che dia sempre più concretezza alla prospettiva del paziente, portando le esperienze delle persone con sclerosi multipla nella ricerca scientifica, nelle sperimentazioni per lo sviluppo di nuove terapie, e nello sviluppo dei sistemi sanitari».

Altro partecipante al convegno sarà Mario Melazzini, presidente dell’ARISLA, la Fondazione Italiana di Ricerca sulla SLA (sclerosi laterale amiotrofica), che dichiara: «Entro il 2040 i casi di SLA saliranno da 1.800 a 2.300 all’anno. I pazienti di oggi e quelli di domani certamente meritano di avere delle risposte mirate. Sull’omogeneità assistenziale, pertanto, le Istituzioni hanno l’opportunità di giocare un ruolo chiave e strategico. Su questo fronte l’istituzione dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, è stata un’importante conquista per i diritti dei pazienti, peccato che ancora oggi in metà Italia non sia possibile accedervi, a causa della mancata emanazione del Decreto per la definizione delle tariffe massime delle prestazioni, dopo “solo” cinque anni dall’approvazione dei nuovi LEA». (S.B.)

Ringraziamo Barbara Erba per la collaborazione.

A questo link è disponibile il programma completo dell’evento di domani, 5 luglio. Per parteciparvi è necessario registrarsi sul portale dell’Università La Sapienza di Roma (a questo link). Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Istituto Superiore Studi Sanitari Giuseppe Cannarella di Roma (M. Elisabetta Gramolini), megramolini@gmail.com.

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