Trasporti romani: una palese disparità a danno delle persone con disabilità

«A Roma il servizio per la mobilità individuale delle persone con disabilità è collettivo, gestito in appalto da una Società, oppure autogestito dalla persona, che assume un autista per poter andare a lavorare. Ma mentre nel primo caso si finanzia il trasporto anche in mancanza di corse, nel secondo si tagliano i fondi, in caso di ”lavoro agile” delle persone con disabilità datrici di lavoro del proprio autista»: lo dicono dalla Federazione FISH Lazio, chiedendo «che si elimini questa disparità di trattamento a danno delle persone con disabilità già gravate dai tanti problemi economici»

Pulmino per trasporto disabili«Sono diverse, a Roma, le modalità di erogazione del Servizio per la mobilità individuale delle persone con disabilità, disciplinato dalla Deliberazione di Assemblea Capitolina 129/18, recante appunto il Regolamento dei servizi, misure ed interventi per la mobilità individuale delle persone con disabilità. Vi è quella collettiva, gestita in appalto da una Società, e quella autogestita dalla persona, che assume un autista per poter andare a lavorare. Ma mentre nel primo caso Roma finanzia il trasporto anche in mancanza di corse, nel secondo taglia i fondi del trasporto autogestito in caso di smart working (”lavoro agile”), alle persone con disabilità datrici di lavoro del proprio autista, in molti casi per decisione delle aziende in cui sono impiegati».
A sottolinearlo in una nota è la FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), parlando quindi di «due interpretazioni opposte per disciplinare una fattispecie analoga del citato Regolamento».

«Contestiamo pertanto simile comportamento – dichiarano dalla Federazione -, ravvisando una palese disparità di trattamento a danno delle persone con disabilità già gravate dai tanti problemi economici e chiediamo che essa venga eliminata». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishlazio.it.

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