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“Café de Flore”: la disabilità è in primo luogo un “modo di essere”

Film "Café de Flore"

Una scena del film “Café de Flore”

Una nuova, interessante proposta arriva dal Disability Film Festival, promosso dall’Associazione torinese Volonwrite, come avevamo segnalato a suo tempo: domani, 10 novembre, infatti, presso la Sala Cubo di Off Topic a Torino (Via Giorgio Pallavicino, 35), verrà proiettato Café de Flore di Jean-Marc Vallée (Canada, Francia, 2011), nel corso di un evento organizzato in collaborazione con Pietre Pictures nell’àmbito della minirassegna Tag uə if you can, ideata quale percorso di avvicinamento alla nuova edizione del Disability Film Festival, per mantenere una finestra aperta sulla tematica della rappresentazione della disabilità nel cinema, ma, soprattutto, per rafforzare le collaborazioni esistenti con Associazioni ed Enti Culturali del territorio e costruirne di nuove fondendo i reciproci pubblici.
La proiezione sarà resa completamente accessibile attraverso la sottotitolazione in italiano e l’audiodescrizione. A presentare il film saranno Carmen Riccato, direttrice artistica del Disability Film Festival, insieme alle fondatrici di Pietre Pictures Elsi Perino e Ilaria Ciavattini.

Presentato nel 2011 alla 68^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (nella sezione Giornate degli Autori), mai uscito nelle sale italiane, Café de Flore racconta la storia di Jacqueline (Vanessa Paradis), madre single di Laurent (Marin Gerrier), bimbo con sindrome di Down innamorato della vita e della musica del suo tempo: è proprio la musica, infatti, ciò che lo connette ai cuori di chi lo circonda, nella Parigi degli Anni Sessanta, una passione indissolubilmente legata all’educazione sentimentale di Antoine (Kevin Parent), dj canadese sulla cresta dell’onda con due bimbe meravigliose e una moglie devota, Carole (Hélène Florent), dalla quale sta per divorziare per l’amore incomprimibile di Rose (Évelyne Brochu).

«Come già avvenuto lo scorso maggio con Breaking Out di Michael McCormack – spiegano dal Disability Film Festival -, proposto al Cinema Massimo di Torino grazie alla sinergia con Seeyousound International Music Film Festival [se ne legga sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.], anche in questo caso il film selezionato si inserisce alla perfezione nella mission della nostra rassegna, nella convinzione che la disabilità rappresenti in primo luogo un “modo di essere”, un aspetto identitario di chi la vive di persona, di chi la conosce da vicino e di chi la condivide. Il Festival, infatti, si propone di offrire una prospettiva interna facendo dei prodotti culturali – dal cinema alla letteratura – strumenti per costruire una realtà più inclusiva».

«Café de Flore del compianto Jean-Marc Vallée – spiega Carmen Riccato – è la seconda tappa del nostro viaggio alla scoperta di storie intersezionali in cui la disabilità e la spinta inclusiva sono solo una parziale chiave di lettura dell’intera storia del film. Riuscire a proiettarlo e avere l’occasione di omaggiare Vallée con il suo lavoro meno conosciuto, iniziatore di una riflessione sull’umanità marginalizzata, ma non marginale è, per noi, un onore indicibile. Farlo con Pietre, inoltre, renderà la serata davvero unica per un racconto che merita di essere riscoperto, a maggior ragione alla luce della prematura quanto improvvisa morte del regista di Dallas Buyers Club, film vincitore di quattro premi Oscar nel 2014, ma consacrato soprattutto nel 2005 grazie a C.R.A.Z.Y.».

Il rapporto del Disability Film Festival con Pietre Pictures, casa di produzione indipendente torinese nata nel 2020 con l’obiettivo di occuparsi di sessualità, identità, genere, stereotipi correlati all’orientamento e multiple espressioni delle relazioni interpersonali attraverso il documentario, i videoclip e le videoinstallazioni, parte dagli stessi presupposti. Infatti, il primo lavoro scritto e co-diretto dal duo Perino-Ciavattini, Un uomo deve essere forte (2019, presentato in anteprima al 60° Festival dei Popoli di Firenze), tratta della transizione female to male (da femmina a maschio) di un ragazzo della provincia di Brescia, mentre la prima produzione come Pietre, Venti Arcobaleno (2021), celebra il ventennale del Servizio LGBT del Comune di Torino: «Sin dal primo lavoro prodotto – dichiarano le due fondatrici – Pietre considera fondamentale, per il proprio indirizzo, dar voce e supportare la pluralità degli sguardi che servono a destrutturare e mettere in discussione il concetto di norma. Grazie al sodalizio con il Disability Film Festival è possibile unire due delle cose che muovono la nostra ricerca: il cinema come mezzo di esplorazione, formazione e messa in chiaro di voci e sguardi finalmente plurali». (S.B.) 

Per ogni ulteriore informazione: Ufficio Stampa Disability Film Festival (Marco Berton), dff.volonwrite@gmail.com.

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