Rendere vive le regole

Si sorregge su un sistema quanto mai fragile, l’integrazione scolastica, che in alcuni casi rischia di trasformarsi in vera e propria “disintegrazione scolastica”. Di questo e altro si è parlato durante il convegno-dibattito di Palazzolo Acreide (Siracusa), organizzato dall’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale)

Bambini in un'aula di scuolaPiù che un “classico” convegno, l’incontro del 10 febbraio a Palazzolo Acreide (Siracusa), intitolato Integrazione scolastica e ruolo delle singole Istituzioni, è stato un momento di utile confronto e dibattito con le varie Istituzioni della Provincia di Siracusa, con le sedi regionali dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), con genitori e referenti di scuole di diverso ordine e grado.

Infatti, dopo una breve introduzione del presidente dell’ANFFAS di Palazzolo Acreide e Zona Montana, Giuseppe Giardina, la parola è passata a Gabriella D’Acquisto, presidente regionale dell’ANFFAS, la quale ha voluto innanzitutto precisare come quest’ultima associazione vada intesa «come una sorta di “puzzle”, dove ogni socio è parte integrante e si interessa delle diverse situazioni locali».
Passando poi al tema della giornata ed entrando subito nel cuore di un’emergenza quanto mai visibile, D’Acquisto ha dichiarato: «Siamo qui perché siamo preoccupati. Il vero problema è la fragilità del sistema che con una “scossa” rischia di crollare. L’unica soluzione è quella di promuovere una costante collaborazione tra Istituzioni, associazioni e famiglie, ognuno partecipando in base alle proprie competenze e funzioni».

Successivamente hanno preso la parola operatori sociali, insegnanti e genitori. Antonella Fucile, responsabile dell’Ufficio Pari Opportunità della Provincia Regionale di Siracusa, ha evidenziato ad esempio come a distanza di oltre sei anni dalla Legge 328/2000 i LIVEAS (Livelli Essenziali di Assistenza) non siano ancora ben definiti. Ha dunque fortemente criticato questa stessa legge, affermando che con essa non si hanno punti di riferimento come con le precedenti leggi regionali: «Non si è abituati a lavorare assieme e a collaborare. Ognuno all’interno del proprio territorio gestisce la situazione da sé».
Fucile ha concluso poi ponendosi e ponendo degli interrogativi, cioè chiedendosi «cosa ci si dovrà aspettare nella prossima triennalità, quali servizi saranno previsti per le persone con disabilità».

Tale intervento ha rappresentato la molla da cui è scaturito un acceso dibattito, introdotto dalla stessa Gabriella D’Acquisto, la quale si è dichiarata fermamente convinta del fatto che non vi siano meccanismi che non possano essere messi in atto e che «bisogna andare fino in fondo, “rendendo vive” le regole presenti, ma spesso non rispettate, questo purché ciascuna delle Istituzioni compia il proprio dovere fino in fondo, senza limitarsi a denunciare un’imprecisata inadeguatezza o a porsi interrogativi senza individuare alcuna soluzione».

In seguito, si è discusso tra insegnanti e genitori sulla figura dell’assistente sociale e del suo ruolo, si è parlato della drastica riduzione delle ore di sostegno e del problema di quelle classi ove sono presenti trenta o più alunni e uno o due disabili (ricordando che la legge prevede una persona disabile ogni venti alunni), oltre a dare spazio ad alcuni casi di ragazzi con disabilità ai quali non è stato assegnato un insegnante di sostegno.
Ragazzi con disabilità a scuolaInteressanti, a questo proposito, soprattutto due interventi. Quello di un’insegnante curriculare, un tempo docente di sostegno, la quale ha sottolineato che in classe l’importante è dare il giusto sostegno, promuovendo l’autonomia dei ragazzi con disabilità, e quello di Salvina Cilia, dell’ANFFAS di Ragusa, la quale si è soffermata sull’amara vicenda del tredicenne con disabilità psichica, sostanzialmente interdetto dalla possibilità di frequentare la scuola, del quale si è occupata anche la stampa nazionale e – a lungo – Superando.it.
Cilia ha raccontato che l’ANFFAS di Ragusa conosce questo ragazzo da tempo e come questi abbia anche partecipato, in passato, ad un progetto (gratuito) promosso dall’ANFFAS stessa (Scuola-Sport), venendone poi sospeso per un’iniziativa – da Cilia ritenuta immotivata – dell’assistente sociale.
Secondo la coordinatrice dell’ANFFAS di Ragusa, vicina da sempre alla famiglia del tredicenne, «il caso poteva essere certamente evitato, affrontando per tempo i problemi, con tutta la necessaria preparazione».

In conclusione Gabriella D’Acquisto ha colto l’occasione per ricordare l’impegno assunto dall’ANFFAS con l’apertura del SAI (Servizio Accoglienza Informazione), sportello che fornisce gratuitamente informazioni, suggerimenti e consulenze su tutti i principali argomenti di interesse per la disabilità, in particolare intellettiva e relazionale (agevolazioni, documentazione e modulistica legislativa, lavoro, scuola).
Dal canto suo, Francesco Marcellino, del Comitato Tecnico-Scientifico dell’ANFFAS Sicilia, ha voluto dapprima ritornare sulla vicenda del ragazzo di Ragusa, per la quale ha parlato di vera e propria «disintegrazione scolastica», illustrando poi una sentenza emessa dal TAR di Catania sulla problematica delle «quote di compartecipazione alla spesa» e precisando infine che l’ANFFAS è un’associazione che intende sempre cercare il dialogo, pur essendo pronta, se la situazione non lo consente, a percorrere anche la strada del ricorso alla magistratura.

*Servizio Civile Volontario ANFFAS Modica.

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