Opinioni

Nomenclatore: crea sconforto l’ulteriore rinvio dei nuovi tariffari

Nomenclatore: crea sconforto l’ulteriore rinvio dei nuovi tariffari

«Il Decreto Ministeriale che ha fatto ancora una volta slittare la data di entrata in vigore dei nuovi tariffari per la specialistica ambulatoriale e protesica al 1° gennaio 2025, tariffari cui sono strettamente legate anche tutte le prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale introdotte nel 2017, getta sconforto nel campo della disabilità»: lo scrivono da DysNet-Dysmelia Network, Federazione di Associazioni rappresentativa a livello europeo di persone con malformazioni agli arti, che nello specifico evidenziano alcune specifiche criticità di questa situazione

Falsi invalidi: a volte ritornano (ma sempre di un “pacco” si tratta…)

Falsi invalidi: a volte ritornano (ma sempre di un “pacco” si tratta…)

«Erano spariti da ogni interesse mediatico i “falsi invalidi” almeno da quattro-cinque anni – scrive Andrea Pancaldi -, ma ora il fenomeno ritorna, in alcuni organi d’informazione, sempre però strumentalmente per altri fini. Sommando infatti la giungla dei dati e quella lessicale, l’ignoranza e imperizia di molti giornalisti, oltre all’eventuale opportunismo di chi non trae conclusioni da notizie e dati verificati, ma costruisce notizie sulla base delle conclusioni che vuole che si traggano… il risultato è appunto quello del falso invalido come figura da spendere come e quando si vuole»

Assistenti all’autonomia e alla comunicazione: un dibattito da riaprire

Un'assistente all'autonomia e alla comunicazione insieme ad alcuni bimbi

«Rispetto al ruolo degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione – scrive Salvatore Nocera – è necessario che il mondo associativo e politico riavviino il dibattito propositivo attualmente languente, approfondendo anche meglio l’idea della “statalizzazione” di questa figura professionale. Urge pertanto la ripresa del dialogo su questa figura professionale, oggi languente, come altri argomenti previsti dal Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione, che sembrano dimenticati dal livello politico»

Continuità didattica e inclusione: bene le ultime novità, ma non bastano

Continuità didattica e inclusione: bene le ultime novità, ma non bastano

«Nonostante alcune recenti rilevanti novità legislative che vanno finalmente nella sacrosanta direzione di assicurare una maggiore continuità didattica agli studenti con disabilità – scrive Gianluca Rapisarda – ci sono almeno tre condizioni “strutturali” che dovrebbero essere realizzate, per garantire un’effettiva continuità didattica e realizzare a pieno l’inclusione scolastica degli alunni/studenti con disabilità del nostro Paese»

Non è che l’Osservatorio sull’inclusione scolastica sia stato soppresso?

Non è che l’Osservatorio sull’inclusione scolastica sia stato soppresso?

«L’ultima volta che l’Osservatorio Permanente per l’inclusione degli alunni con disabilità è stato convocato dal Ministero – scrive Salvatore Nocera – è stato nel settembre dello scorso anno. Da allora non si è saputo più nulla. Nel frattempo il precedente Osservatorio è decaduto per scadenza naturale. Per questo si chiede che venga al più presto ricostituito, poiché gli argomenti da discutere non mancano di certo, a partire dai tanti temi indicati nel Decreto Legislativo n. 66 del 2017, che attendono da allora l’emanazione dei regolamenti applicativi»

Ora tocchi agli assistenti all’autonomia e alla comunicazione e ai tiflologi!

«Da pedagogista – scrive Gianluca Rapisarda -, saluto con favore l’approvazione al Senato del Disegno di Legge che istituisce l’Ordine delle Professioni Pedagogiche ed Educative, riconoscimento atteso da decenni. Sull’onda lunga di tale conquista legislativa ed educativa, quel Disegno di Legge può rappresentare l’occasione “buona e giusta” per procedere speditamente e senza più indugi con il riconoscimento anche del profilo delle altrettanto indispensabili e strategiche figure educative dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione e, per gli alunni con disabilità visiva, del tiflologo»

Più risorse, più programmazione e dialogo

«La nostra partecipazione alla manifestazione vuole significare: più risorse per poter garantire una reale libertà di scelta tra le diverse opportunità e offerte di sostegno, ma anche più programmazione e dialogo tra mondi associativi, enti gestori dei servizi ed Istituzioni»: lo scrive Emilio Rota, presidente dell’ANFFAS Lombardia, organizzazione che aderirà alla manifestazione promossa per il 16 aprile a Milano da LEDHA e FAND Lombardia, volta ad affermare e difendere i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, che potrà contare anche sul pieno sostegno della FISH Nazionale

Una mamma “disabilitata” dall’assenza di servizi sociali adeguati

«Ho letto tutta d’un fiato – scrive Ivana Palieri – la testimonianza di una mamma di un ragazzo con gravissima disabilità che ha perso il lavoro per seguire il figlio e che si sente letteralmente abbandonata dalle Istituzioni. Conosco bene quella sua rabbia mista a senso d’impotenza e mi chiedo se le nostre istanze vengano realmente lette come diritti o come favori concessi per un senso di pietà riservandoci quel poco che rimane. Probabilmente chi si occupa di tematiche a livello politico, sulla disabilità, dovrebbe viverle almeno un giorno della propria vita e poi cercare e trovare soluzioni»

“La bellezza salverà il mondo”: ma che cosa vuol dire bello?

«Spesso sento dire – scrive Marta Ester Quaglierini – che l’accessibilità è una bella idea, ma ha un costo. È vero, ma ha un costo, ancor maggiore, osteggiarla: ha un costo in termini di mortificazione, ignoranza, emarginazione. E allora mi chiedo: cos’è bello? Perché non imparare a riconoscere qualcosa come “sgraziato, perché irrispettoso” e “armonioso, perché giusto”? Quello di cui sono certa è che l’accessibilità universale al patrimonio culturale non + solo un’innocua suggestione, ma un’idea di giustizia sociale da inverare»

Alcune “osservazioni diaboliche” sulla “cattedra mista” (o “cattedra inclusiva”)

«In riferimento alla “cattedra mista” (o “cattedra inclusiva”) – scrive Salvatore Nocera -, frutto di una recente Proposta di Legge, vorrei proporre una serie di mie perplessità, da “avvocato del diavolo”. Il contraddittorio, infatti, è il sale della democrazia e a chi scrive è stato sempre utile per migliorare le proprie proposte. Se fosse utile nello stesso modo anche per quella Proposta di Legge, spero che gli amici promotori non me ne vogliano per queste mie “osservazioni diaboliche”»

Attenzione alle nomine di disability & inclusion manager!

«Non è un caso – scrive Silvia Assennato – che Enti Pubblici e aziende (pubbliche e private) nominino un disability & inclusion manager, importante e strategica figura professionale, senza seguire le indicazioni nazionali e internazionali in materia, ovvero non prevedendo un compenso per i servizi resi, non richiedendo una formazione universitaria specifica, né una documentata esperienza lavorativa in materia. Anzi, il recente caso di Genova dimostra come Enti Pubblici e aziende credono di poter agire infischiandosi completamente degli organi preposti a tutelare l’esercizio di tale professione»

È dalla consapevolezza che deve nascere il cambiamento

«Il 2 Aprile – scrive Carlo Riva – non è stata la giornata della consapevolezza di diagnosi, di disturbi o di comportamenti inadeguati, ma la giornata della consapevolezza di vite, esperienze umane, nuovi sguardi sui bambini con disturbo dello spettro dell’autismo. La consapevolezza della carenza nelle risposte ai bisogni dei bambini con disabilità e di disuguaglianze negli accessi ai diritti universali. Ed è dalla consapevolezza che deve nascere il cambiamento»

Innegabile l’aumento delle diagnosi di autismo tra alunni e alunne con disabilità

«Esaminando i dati contenuti nel recente rapporto dell’ISTAT “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità anno 2022-2023” – scrivono Carlo Hanau e Flavio Sartoretto – era prevedibile l’aumento delle diagnosi di autismo e lo sarà ancor di più nel futuro, come dimostrano Paesi quali l’Australia e gli Stati Uniti. Piuttosto quindi che negare tale aumento reale, occorrerebbe migliorare la conoscenza dell’eziologia, ovvero delle cause, che sono molto differenziate»

La continuità didattica è troppo importante!

«Pur essendo già stata prevista da due norme primarie, ancorché disattese – scrive Salvatore Nocera – è apprezzabile la recente norma voluta dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, per garantire la continuità didattica almeno del sostegno agli alunni e alle alunne con disabilità. Sarebbe tuttavia ancora più importante che la continuità didattica, almeno per tutta la durata di ogni grado di istruzione, fosse garantita anche con i docenti a tempo indeterminato»

Per un cambio di rotta sui servizi per l’autismo

«Bello che per la Giornata Mondiale del 2 Aprile i monumenti si tingano di blu, bene le iniziative di sensibilizzazione e i messaggi di solidarietà, ma questo non è sufficiente se limitato a una giornata e se le barriere che le persone con autismo e i loro familiari incontrano sono le stesse di dieci anni fa»: lo scrivono dall’ANFFAS di Modica (Ragusa), auspicando su tale tema anche un cambio di rotta da parte della Regione Sicilia, in particolare per il fatto che essa non eroga più il trattamento ABA (Analisi Applicata del Comportamento) dopo l’età di 4 anni

Donne, anziane e con disabilità: una tripla invisibilità

Varie testate hanno riportato la vicenda, accaduta in provincia di Bologna, di quattro donne anziane interessate da decadimento cognitivo che avrebbero subito violenze sessuali da parte di un operatore della casa di riposo di cui sono ospiti. «Riflettendo su tale vicenda e su come ne hanno parlato gli organi d’informazione – scrive Simona Lancioni -viene da pensare che se in generale le donne con disabilità hanno un problema di visibilità, giacché la loro identità di persone con disabilità tende a sovrastare e occultare quella di genere, l’essere anziana prevale sulle altre due»

Se il 2 Aprile cessa di essere solo una “giornata simbolo”

«Battiamoci perché la Giornata per la Consapevolezza sull’Autismo del 2 Aprile – scrive Gianfranco Vitale -, non sia solo un mero atto celebrativo destinato a diventare l’ennesima occasione mancata. Ciò che conta, infatti, non è il “ricordo dell’autismo” in sé, ma l’avvio di iniziative capaci di tradursi nel riconoscimento di diritti e opportunità quotidianamente calpestate e tradite. Dobbiamo pretendere un presente e un futuro migliore per tutte le persone con disabilità, autistici e non, se vogliamo che vivano in una società capace veramente di rispettarli e valorizzarli»

Non basta condannare le violenze: è l’istituzionalizzazione che non va più ammessa!

«Bisognerebbe inquadrare gli episodi di abusi e violenze all’interno delle residenze socio-sanitarie come il risultato quasi diretto del sistema di istituzionalizzazione nel quale noi, persone con disabilità, anche minori, ancora oggi veniamo inserite», lo scrive tra l’altro Marta Migliosi, attivista con disabilità, riflettendo sulla “vicenda di Imperia”, ennesimo caso di violenze ai danni di persone con disabilità in una struttura residenziale. Con le sue riflessioni Migliosi colloca l’episodio nel più ampio quadro della violenza sistemica a cui tuttora sono esposte le persone con disabilità

Il “sogno proibito” della continuità didattica diventerà realtà?

«Bene, ai fini della continuità didattica per gli alunni e le alunne con disabilità, le novità contenute nel cosiddetto “Decreto Semplificazioni” e quelle che arriveranno dal nuovo Regolamento delle Supplenze – scrive Gianluca Rapisarda -. E tuttavia solo se saranno realizzate alcune altre condizioni strutturali, si potrà garantire un’effettiva continuità didattica e arrivare a una reale inclusione scolastica degli alunni/alunne e studenti/studentesse con disabilità del nostro Paese»

Donne con disabilità: serve una rivoluzione (interiore)

«Perché la causa delle donne con disabilità non progredisce?», si chiede Simona Lancioni, riprendendo quanto evidenziato anche dal “Terzo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea”. «Come per tutti i fenomeni complessi – sottolinea – le risposte sono diverse. Di certo hanno un peso cruciale gli stereotipi e i pregiudizi legati al genere e alla disabilità e anche il fatto che le istanze delle donne con disabilità non abbiano trovato la giusta attenzione né nei movimenti femminili e femministi, né in quelli delle persone con disabilità, ma non solo»