Opinioni

Luminarie natalizie e risorse pubbliche

Secondo Claudio Ferrante, gli ingenti fondi pubblici destinati da molti Comuni alle luminarie natalizie potrebbero essere meglio impiegati per tanti importanti scopi sociali

Sono molte, secondo Claudio Ferrante, le importanti iniziative sociali che si potrebbero finanziare, con i fondi, spesso ingenti, stanziati da molti Comuni per le luminarie natalizie. «E se le luminarie dovranno essere allestite ad ogni costo – scrive – si potrebbe emulare l’esempio di alcuni Comuni italiani, dove esse sono state pagate interamente dal Sindaco, dagli Assessori e dai Consiglieri, senza gravare sul bilancio delle finanze pubbliche»

La mia battaglia continua per una vita dignitosa

Marietta Di Sario

«Le Istituzioni non possono eliminare la sofferenza e il dolore, ma senza dubbio dovrebbero tutelare i più deboli e cogliere quelle sfide importanti che, se non hanno risposte concrete e immediate, alimentano ogni giorno di più paura, disagio e disperazione». Si conclude così la lettera inviata da Marietta Di Sario a tutte le principali autorità istituzionali del nostro Paese e anche a Papa Francesco, ove racconta la sua storia, «fatta di cinquantasei anni di sofferenze, del corpo e del cuore»

Più di un sottile filo rosso

Un giovane yemenita in carrozzina, spinto da un altrettanto giovane soldato, in una zona del Paese della Penisola Arabica ove da tempo si vive in uno stato di guerra

«Leggendo le parole di un medico con disabilità dello Yemen – scrive Antonio Giuseppe Malafarina -, provenienti da uno Stato della Penisola Arabica che è un quotidiano teatro di guerra, noto un senso di relegazione, di prigionia assai simile a quello che riguarda tante persone con disabilità. Penso a quelle che vivono in un istituto, fra le solite invalicabili pareti di casa o recluse da disposizioni, regolamenti e leggi che vanno contro la libertà della persona»

Il panettone e la fidanzata

Secondo una nota leggenda, il panettone nacque come un errore, ma venne presentato al duca di Milano Ludovico il Moro non come un dolce non riuscito, bensì come una proposta nuova, diversa, non paragonabile...

C’è la vita di coppia di una persona con disabilità, l’accettazione di se stessi e anche la leggenda della nascita del panettone, in questa riflessione di Roberto Rosso, che conclude scrivendo: «Ritirarci esausti per una rincorsa impossibile o essere artisti della vita che sperimentano e propongono cose nuove? La scelta sta a noi»

Femminismo e disabilità

Oriella Orazi, "Sorelle", 1990

Prende spunto, Simona Lancioni, da un’indagine giornalistica sul femminismo, per allargare l’orizzonte anche ai rapporti tra quest’ultimo e il mondo delle donne con disabilità, alcune delle quali hanno accusato il femminismo stesso di non essersi occupato – e di non occuparsi – di disabilità, e anche i movimenti delle persone con disabilità di non porsi questioni di genere. Ma è proprio così?

Tra le luci e le ombre della Legge di Stabilità

Secondo Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ci sono certamente alcune novità sostanziali, in àmbito di politiche sociali, nel testo della Legge di Stabilità per il 2016, arrivato in questi giorni in Parlamento, pur in un settore nel quale «le risorse sono notoriamente piuttosto limitate». «Confidiamo dunque nella discussione parlamentare – scrive – per migliorare alcuni passaggi che rischiano di colpire – o per lo meno di non favorire – i cittadini più a rischio di marginalizzazione»

Sordità tra “carnefici” e “pionieri”

«“Diamo un segno” di Donata Chiricò – scrive Giuseppe Gitti – è un bel libro, dove l’Autrice, senza nascondersi dietro frasi fatte e/o luoghi comuni, dice chiaramente che esiste la minoranza sorda, il popolo sordo con una propria identità, una propria cultura e una propria lingua madre che deve essere riconosciuta. Io sono assolutamente di parere opposto, ma possiamo confrontarci partendo da posizioni diverse, ma chiare»

Vita da caregiver

Quando le avversità sembrano schiacciare le vite di una persona con disabilità gravissima e quelle di chi la assiste, dove è possibile trovare ancora un po’ di forza per resistere e tirare avanti? «Dentro se stessi – fa intuire Giorgio Genta, senza per altro mai dirlo esplicitamente – facendo appello a una sorta di “credo laico”, fatto di resilienza, ironia e anche un po’ di umorismo». Il suo racconto umano è, quasi la telecronaca di una settimana che avrebbe potuto essere tragica, ma che così non è stata

Storia di autonomia, di civiltà e solidarietà

«Dopo anni di battaglie in trincea – racconta Maddalena Botta – per poter salire con la mia carrozzina senza problemi sugli autobus di linea, ho potuto finalmente cantare vittoria e avere la “prova provata” che la costanza, la pazienza, la buona educazione ripagano sempre, e con gli interessi! Grazie anche alla civiltà di una giovane autista e alla solidarietà di tre giovani “forzuti”, tutti e tre immigrati…»

Sostegno: non vi è nulla di “medico” nel ruolo che vogliamo

«Non vogliamo un nuovo docente di sostegno “medico”, ma una figura che renda efficace l’insegnamento in presenza di alunni con determinate disabilità, diventando un reale sostegno per il Consiglio di Classe e uscendo una volta per tutte dalla “gabbia” che lo isola come “l’insegnante dell’alunno disabile”». Dopo Salvatore Nocera della Federazione FISH, anche Luciano Paschetta della Federazione FAND replica alle accuse dell’Associazione ANIEF di voler trasformare i docenti per il sostegno in figure “sanitarie” o “parasanitarie”

Il dogma dell’istituzione e l’abbandono dei caregiver

«Nel 2015 – scrive Lelio Bizzarri – ogni cittadino, anche con gravissima disabilità, dovrebbe avere diritto di vivere nel proprio nucleo familiare e nella comunità cui naturalmente appartiene, sostenuto da servizi a sostegno della sua autonomia e integrazione. Ove poi la condizione di disabilità sia così grave da necessitare dell’assistenza continuativa di un familiare, è assolutamente urgente e necessario fornire tutti i supporti assistenziali, tecnologici, medici e psicologici a chi si occupa della persona malata e a tutto il nucleo familiare»

Le storie che ci piace raccontare

«Esperienze come quella di Giulio – scrive Maria Teresa Calignano – giovane con sindrome di Down, che frequenta un istituto alberghiero dal quale, come dice un suo professore, tutti i compagni dovrebbero prendere esempio, per buona volontà, impegno e partecipazione, ci danno la speranza del superamento delle barriere mentali che impediscono di andare “oltre”, del non assistere più a quel “buonismo peloso” che offende, del sentire finalmente dire “persone con sindrome di Down” e non più “i Down”»

Disinformazione, madre di notizie e giudizi errati

«Solo la mancata conoscenza di quanto abbiamo scritto e detto o il voluto travisamento delle nostre idee può essere la spiegazione di tanta disinformazione ed errate notizie, sparse con articoli di stampa e comunicati vari»: così Salvatore Nocera, a nome delle Federazioni di Associazioni di persone con disabilità, replica all’accusa proveniente dall’Associazione ANIEF e anche da altri, di volere trasformare i docenti per il sostegno in figure “sanitarie” o “parasanitarie”

A scoprir col tatto la “Tavola dei Re”

I rami delle cucine e gli aurei argenti della sala da pranzo, tutto da toccare senza limitazioni, ascoltando anche le varie portate di un “dietetico” menù di gala del 1870, preparato per re Vittorio Emanuele II: Luciano Paschetta racconta una giornata speciale, all’insegna del tatto, vissuta da due persone con disabilità visiva a Palazzo Reale di Torino, in una parte dell’edificio tutta da scoprire

Riflessioni da supermarket

«Le “debolezze” che ci riguardano – scrive Stefania Delendati – sono in massima parte dovute alla visione assistenziale che si ha della disabilità, alla scarsa consapevolezza che ogni essere umano dev’essere parte attiva del meccanismo che fa funzionare il Paese. Ma noi diretti interessati lo pensiamo davvero?». Alcune riflessioni sulla disabilità e altro, facendo la coda in carrozzina alla cassa del supermercato

Appropriatezza è soprattutto una diagnosi rapida

Nel contestare il recente Decreto del Ministero della Salute, che ha tagliato una serie di prescrizioni sanitarie ritenute “non necessarie” (il Decreto sulla cosiddetta “appropriatezza prescrittiva”), il Comitato I Malati Invisibili, impegnato nella tutela dei Malati Rari e orfani di diagnosi, sottolinea che «“appropriatezza” deve invece significare in primo luogo diagnosticare in tempi rapidi e, quindi, curare ove possibile e/o alleviare il dolore quando altre terapie non siano disponibili»

Autismo: puntare sulla vita e non sulla sopravvivenza

«Una persona con autismo – scrive Rosa Mauro – non può e non deve rimanere “figlio per tutta la vita”, deve avere la possibilità di crescere, di scegliere di rimanere nella propria casa, con l’aiuto necessario, qualunque sia il suo specifico disturbo. E contro la pericolosa tendenza all’abuso di farmaci, dobbiamo sempre ricordarci di puntare sulla vita e non sulla sopravvivenza, tramite studi e obiettivi che aiutino il cammino individuale delle persone con autismo»

Assistente alla comunicazione? Nemmeno a spese mie!

«Ogni anno – scrive Giovanni Romano – devo fare ricorso al TAR della Sicilia, per avere garantita a scuola la fondamentale figura dell’assistente alla comunicazione per mio figlio con autismo. In tal modo, però, anche questa volta arriverà solo ad anno scolastico inoltrato. Nell’attesa, quindi, per garantire mio figlio, ho chiesto il permesso di fare entrare questa figura in classe a mie spese. L’autorizzazione è arrivata, ma per un orario del tutto limitato»

“Due piedi sinistri”: la forza di quel sorriso

«La forza del cortometraggio “Due piedi sinistri” – scrive Marco Piazza – che ha per protagonisti due ragazzini, uno dei quali gioca a pallone, mentre l’altra lo guarda dalla sua sedia a rotelle, sta tutta nella scena finale, che fa riflettere proprio perché Mirco lascia lì Luana e lei, nonostante questo, sorride…»

Di sordi, ma non per sordi

Parla anche di sordità e di sordi, il film “Per amor vostro”, presentato con successo alla recente Mostra del Cinema di Venezia, e tuttavia esso è inaccessibile proprio alle persone sorde, per la mancanza dei sottotitoli sui dialoghi parlati, così come purtroppo è accaduto per un’altra pellicola che parla di sordità (“La famiglia Bélier”) e come accade tuttora nelle sale cinematografiche…