Opinioni

Ma l’educazione ai generi è indispensabile

Antonello da Messina, "La Vergine leggente" (detta anche "Annunciata di Palermo"), olio su tavola, 1475 circa, Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, Palermo

«L’educazione al rispetto dei generi e della diversità è – secondo Simona Lancioni – uno strumento indispensabile per contrastare la violenza sulle donne, l’omofobia e gli abusi sulle persone con disabilità». Alcune riflessioni sul tema, che prendono spunto da alcune recenti affermazioni di Papa Francesco, riguardanti proprio l’“educazione dei generi”

Una Proposta di Legge buona sia per gli alunni che per i docenti

Una Proposta di Legge buona sia per gli alunni che per i docenti

«La Proposta di Legge sull’inclusione scolastica, sostenuta dalle Federazioni FISH e FAND, consentirà agli alunni con disabilità di avere risposte didattiche corrispondenti ai propri bisogni educativi personali, e ai docenti per il sostegno di lavorare effettivamente per ciò per cui hanno studiato». Lo scrive Salvatore Nocera, rispondendo ad alcune critiche a quella stessa Proposta di Legge, riprese anche su queste pagine

A proposito di Comunicazione Facilitata e Scuola

A proposito di Comunicazione Facilitata e Scuola

«Dopo le polemiche spesso scomposte lanciate sulla Comunicazione Facilitata – scrive Fabio Sesti – fa piacere leggere qualcosa di ragionato e cauto, com’è il caso del contributo di Flavio Fogarolo, pubblicato da “Superando.it”, che propone un confronto condivisibile tra Scuola, Famiglia e Facilitatori, esclusivamente rivolto all’accertamento dell’autenticità della comunicazione. E tuttavia vorrei affrontare alcuni punti di quell’intervento che non trovo convincenti»

La cultura dell’handicap dev’essere superata

Un'immagine di Giorgia Merloni, presidente del partito Fratelli d'Italia. «Non può - scrive Antonio Giuseppe Malafarina - Giorgia Meloni o chicchessia riprendere una collega perché parla di handicap e lei stessa parlare di “portatori di handicap”»

«La terminologia è importante – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, commentando la querelle di questi giorni tra Emma Bonino e Giorgia Meloni sull’uso delle parole “handicap” e “handicappato” – perché mostra che dietro c’è un certo tipo di cultura e la cultura dell’handicap dev’essere superata. Siamo infatti nell’era dove la disabilità non sta più nella persona, ma anche – anzi, più che altro – nell’ambiente»

Le persone con disabilità non sono la loro disabilità

L'esponenet radicale Emma Bonino ha recentemente reso noto di essere ammalata di tumore

«Bene Emma Bonino – scrive Simona Lancioni – quando rende nota la sua malattia, sottraendosi all’ipocrisia di far finta che vada tutto bene e che di ciò sia meglio non parlare quando si hanno ambizioni politiche, ma questo dovrebbe essere affermato con un linguaggio attento e adeguato, senza cioè dichiarare di “non essere handicappata”. Se infatti Bonino non è il suo tumore, nemmeno le persone con disabilità sono la loro disabilità»

Buona scuola: a ciascun bisogno la sua risposta

«Noi insegnanti di sostegno – scrive tra l’’altro Giulia Giani, tornando a mettere in discussione la Proposta di Legge sostenuta dalle Federazioni FISH e FAND, sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – vorremmo per ciascuno studente la risposta al suo bisogno, per ciascun docente di sostegno o curricolare la libertà di operare nella scuola in ciò per cui ha studiato ed è competente»

Pericoloso posticipare quella scadenza

«Potrebbe rivelarsi molto pericoloso prorogare il termine utile a presentare le domande in Abruzzo per progetti di assistenza indiretta autogestita delle persone con disabilità, in quanto potrebbe favorire chi cerca di ostacolare la corretta applicazione della relativa Legge Regionale»: lo scrive Nicolino Di Domenica, responsabile del Movimento per la Vita Indipendente dell’Abruzzo, rispondendo a chi nei giorni scorsi si era appunto pronunciato in favore di una proroga

Quanti ostacoli per il diritto allo studio!

«È una triste consuetudine – scrive Marilena Dagnese – il ritardo con cui la provincia di Foggia e altre della Puglia assegnano alle scuole secondarie superiori gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, cosicché spesso le famiglie devono accollarsi le spese per pagare tali figure oppure càpita che gli alunni con disabilità frequentino la scuola solo nelle ore in cui è presente il docente di sostegno. Ciò non è ammissibile!». E nelle altre Province d’Italia?

Non è l’isola di Peter Pan

«Dalla maggiore età in poi – scrive Rosa Mauro – le persone con autismo sono “adulti sperduti” in una crudele isola che non c’è, senza più nemmeno un nome – visto che la definizione di autismo scompare a diciotto anni -, destinati a rimanere confinati in un mondo a capriccio di chi vuole occuparsi di loro senza crederci veramente»

Ma è questo che si insegna ai giovani psichiatri?

«Non le sembra che queste generalizzazioni banali, parziali e violente non aiutino né le persone con autismo, né le vittime di stalking, né la comunità scientifica nazionale a migliorare se stessa?». Lo chiedono i componenti del Consiglio Direttivo di Gruppo Asperger a colei che dirige la Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa, che recentemente ha parlato di «stalking come possibile spia di un disturbo dello spettro autistico»

Per Franco non si può usare la parola “spento”

A un mese dalla scomparsa di Franco Bomprezzi, nostro direttore responsabile, Simona Atzori lo ricorda, ripensando a quella famosa trasmissione televisiva in cui si parlava di disabilità, della quale lei stessa era stata ospite e il cui conduttore «sembrava che si trovasse lì per caso. Ma Franco lo sistemò per le feste…»

Per costruire l’unicità e l’universalità dei diritti

«Fare squadra tra provenienze assai diverse, nella convinzione che i diritti delle persone sono identici anche se si declinano in modalità differenti»: cita Franco Bomprezzi, il presidente della FISH Sardegna Alfio Desogus, e spiega come proprio il «fare squadra sia strategia vincente», per il progetto sardo denominato “Il Pentalibro”, nato «per affrontare e realizzare il grande tema dell’accesso alla lettura, la fruizione libera e autonoma del libro, dell’informazione e della cultura»

Franco, che con il suo sé giungeva a quello altrui

«Franco Bomprezzi – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, ricordando alcuni tra gli innumerevoli incontri coordinati dal nostro direttore responsabile, scomparso nel dicembre scorso – era un giornalista di quelli che non si limitano a scrivere. Franco comunicava. Anche stando zitto. Lo guardavi negli occhi e capivi. Franco aveva il ritmo, i tempi giusti dell’eloquenza. Ed era un modello cui ispirarsi, per chi vuole sedersi con serietà sulla scottante poltrona del moderatore»

Valutare i risultati delle classi e non solo delle scuole

«Sono dettati da una giusta esigenza – scrive Salvatore Nocera – i tentativi che il Ministero sta conducendo per verificare quanto il lavoro didattico dei docenti sia produttivo nei confronti degli alunni. Ciò che però sembra errato è il mezzo proposto per valutare i docenti da una parte, le scuole dall’altra, con il rischio di produrre risultati pericolosi anche per gli alunni con disabilità. Ma forse si è ancora in tempo per correggere il tiro»

Al cinema, con tutta la famiglia

Tecnicamente, come avevamo spiegato qualche settimana fa, si chiama “Friendly Autism Screening” ed è una particolare strategia che può consentire alle persone con disturbi dello spettro autistico di vivere senza problemi l’esperienza cinematografica in sala. Ma al di là della terminologia, è certamente più interessante leggere il racconto di chi, in un cinema romano, ha potuto direttamente vivere quell’esperienza, insieme a tutta la famiglia (o quasi…)

A proposito di Malattie Rare e di “eroi”

«Di Malattie Rare – scrive Gabriella Fogli – si parla ancora troppo poco, la disinformazione è tanta e c’è pochissima ricerca. Ma in questo àmbito, se ci sono “eroi”, essi sono i papà e le mamme che accudiscono con amore e sacrifici continui il loro bambino, o i coniugi che si dedicano anima a corpo al proprio congiunto»

Autismo: il tempo dei fatti

«A mio figlio – scrive Gianfranco Vitale – e alle Persone Autistiche come lui, servono soluzioni serie, non raffazzonate e arzigogolate; progetti che per non essere velleitari vanno sostenuti da un ampio arco di forze convergenti». E per questo lo stesso Vitale lancia la proposta operativa di un incontro tra delegazioni ristrette delle principali associazioni che si occupano di autismo, al fine di individuare una piattaforma comune

Alla faccia di chi ruba

«Se è vero quello che leggiamo sui giornali – scrive Marco Piazza, raccontando un evento promosso recentemente a Roma, in àmbito di cooperazione sociale – le cooperative sane dovrebbero costituirsi come parte civile, per danno d’immagine alla categoria, contro coloro che hanno sporcato, con i loro traffici criminali, qualcosa di bello e puro, come lo spettacolo a cui stavo assistendo»

Di che colore è il lutto di quei fratelli e sorelle?

«Mi chiedo – scrive Simonetta Morelli – di che colore sia il lutto di quelle persone speciali che sono i fratelli e le sorelle delle persone con disabilità. Se la loro vita, anche a distanza di tempo, sia più vicina a un cielo opaco e senza luna; o se sia più simile ad un cielo notturno, sì, ma pieno di stelle, che aspetta solo di essere scrutato e conosciuto, scrigno di un’altra vita che non è finita ma che si è frantumata in milioni di gocce di luce»

Un viaggio lungo ventisette anni

«Un grosso impegno, un po’ di fortuna e niente altro che non fosse un diritto. Nessuna falsa illusione, per carità, ma certamente un percorso che anche altri possono compiere. E in ogni caso questa è la storia del nostro “viaggio” e nulla più». Così Sandro Paramatti presenta la storia del “viaggio” verso l’inclusione lavorativa della figlia con disabilità, una storia che raccontiamo con grande piacere e non solo perché mancano pochi giorni al Natale