Opinioni

Trasporto scolastico: qualche precisazione su quella Sentenza

Trasporto scolastico: qualche precisazione su quella Sentenza

«Pur non riguardando strettamente un’istituzione scolastica – scrive Gianluca Rapisarda – quella recente Sentenza del TAR della Campania non fa altro che rafforzare quanto di “storico” aveva già stabilito in merito la Corte Costituzionale con la Sentenza 275/16, ove si era scritto che il diritto al trasporto è “strettamente funzionale” e indissolubilmente connesso al diritto allo studio degli allievi con disabilità, e anche che i diritti dei cittadini vengono prima dell’obbligo di pareggio di bilancio fissato dall’articolo 81 della Costituzione»

Bene denunciare il malcostume, ma c’è modo e modo…

Un'altalena per bimbi in carrozzina

Utilizzare un’altalena riservata ai bambini con disabilità, se non si ha una disabilità, è scorretto e può essere anche pericoloso. Bene ha fatto, dunque, l’autore di un articolo apparso in una testata locale a segnalare questo abuso in un parco di Livorno. «Quel che però andrebbe proprio evitato – scrive Simona Lancioni – è denunciare questo malcostume utilizzando il fin troppo abusato registro pietistico nei confronti delle persone con disabilità»

Attendiamo da più di trent’anni una metropolitana accessibile…

L'ingresso della Stazione Galatea della Metropolitana di Catania, un'infrastrutture decisamente "poco amichevole" per le persone con disabilità motoria o con ridotta mobilità in genere (foto di Mario Cacciola)

«Era il 13 dicembre 1986 – racconta Salvatore Mirabella – quando iniziarono i lavori del primo tratto della Metropolitana di Catania. Ebbene, tra stop e riprese dei lavori, oggi, nel 2017, ci ritroviamo una Metro non a norma per la prima parte e inutilizzabile nelle nuove tratte da parte delle persone con disabilità o con ridotta mobilità!»

Come realizzare un libro tattile

Gianluca Rapisarda con un libro tattile realizzato da una scuola della periferia di Catania, frequentata da un bimbo cieco pluridisabile

«Tutti credono – scrive Gianluca Rapisarda – che i libri tattili siano molto facili da realizzare e che, in linea di massima, debbano semplicemente presentarsi come opere con pagine rilegate, copertina rigida, indicazione del titolo e dell’autore e figure e testo completi e resistenti alla manipolazione. In realtà, le suddette caratteristiche tecniche – pur essendo quelle considerate ineludibili, per produrre libri tattili validi e di qualità – vanno necessariamente integrate con una serie di ulteriori accorgimenti che è opportuno elencare»

Nuove frontiere per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità

Nuove frontiere per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità

«Ci sono nuove forme di lavoro – scrive Palma Marino Aimone – come lo “Smart Working” (la possibilità di lavorare in parte o totalmente fuori dalla sede aziendale negli orari concordati) o il “Coworking” (condivisione di un ambiente di lavoro), fissate recentemente anche dalla legislazione del nostro Paese, che possono certamente favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Resta per altro la necessità di un gioco di squadra tra aziende, sindacati, istituzioni e professionisti, affinché tali norme e opportunità si traducano in vantaggi reali»

Come rispondere alle “cose da non chiedere”?

«In quel programma – scrive Antonio Giuseppe Malafarina, a proposito del format televisivo di Real Time “Cose da non chiedere”, andato in onda una decina di giorni fa – l’aspetto della centralità della persona rispetto alla disabilità non è sufficientemente messo in chiaro e invece è proprio il concetto di persona che dovrebbe essere quello su cui soprattutto battere i tasti della comunicazione, dall’inizio alla fine»

Il “noi” è cultura politica, ma soprattutto vicinanza

«Da un po’ di tempo – scrive Pietro Barbieri, ricordando Fulvio Santagostini – mi trovo a dover ricordare amici, militanti del movimento dei diritti delle persone con disabilità e ogni volta mi chiedo se sia valsa la pena dedicare tutto se stessi al “noi” piuttosto che all’“io”. La risposta è una sola: la cultura sociale e politica di tutti noi non appartiene all’individualismo. Non poteva che andare così». Scomparso nei giorni scorsi, Santagostini si batté per la realizzazione a Milano dell’Unità Spinale Unipolare, fondò l’Associazione AUS Niguarda e fu presidente della Federazione LEDHA

Tanti mondi, una sola battaglia

«Non si smette di essere genitori – scrive Rosa Mauro, commentando lo stesso articolo di giornale di cui aveva scritto su queste pagine Gianfranco Vitale – perché il figlio va in istituto, ma si rimane svegli la notte, per preparare articoli e interventi che aiutino quello stesso istituto a diventare davvero la casa di quel figlio. Tanti sono i mondi, una sola la battaglia: quella per la dignità dei nostri parenti, sia “durante”, sia “dopo di noi”, senza mai dubitare che chi usa un mezzo diverso dal nostro abbia a cuore lo stesso obiettivo: un mondo migliore per tutti e non solo per alcuni»

Ecco perché lotto

«L’autismo – scrive tra l’altro Gianfranco Vitale, commentando un recente articolo di giornale dedicato a questo tema – è una battaglia comune della quale sono parte “anche” le persone che vivono in centri residenziali, che certo “non fanno la bella vita” di altri, come è stato banalmente scritto in quell’articolo, ma sono persone che esistono e vanno rispettate, insieme ai loro familiari»

Il concetto ampliato di barriera architettonica

«Un concetto ampliato di barriera architettonica – scrive Gennaro Palmieri – non può fare riferimento solo a un salto di quota da superare con una rampa, come spesso si intende, ma deve guardare ad elementi della più svariata natura, limitazioni percettive, oltre che fisiche, o particolari conformazioni degli oggetti e dei luoghi che possono risultare fonte di affaticamento o di disagio. Per questo ritengo che chi parla di “personale a disposizione” per consentire di accedere a un edificio monumentale, dovrebbe invece provvedere a rimedi più efficaci, risolutivi e dignitosi»

Il Piano Educativo Individualizzato: alcune riflessioni

«Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) dello studente con disabilità – scrive Giovanni Maffullo – lungi dall’essere un mero adempimento procedurale volto alla sottoscrizione da parte di più Istituzioni (Scuola, Sanità, Famiglia) e lungi dall’essere solo programmazione e valutazione didattico-disciplinare che i docenti devono adempiere, dovrebbe rappresentare la possibilità da parte di tutti gli attori e del vero protagonista – lo studente – di cominciare ad essere più consapevole su cosa gli piacerebbe diventare e su ciò che è disposto a fare nel concreto»

Il vero e il verosimile nel dibattito sull’assistenza sessuale

«Un recente articolo del settimanale “Vita” – scrive Andrea Pancaldi – torna per l’ennesima volta sul tema dell’“assistente sessuale” per le persone con disabilità, non riportando nulla di nuovo, in termini di contenuti, rispetto a quanto è già stato ampiamente dibattuto in materia e, almeno in “Superando.it”, con dovizia di documenti e pareri. Lo commentiamo perché ci permette di fare alcune osservazioni su come, dentro e fuori dal mondo specifico della disabilità, questo tema venga gestito»: e in tal senso, tra vero e verosimile, il quadro tratteggiato da Pancaldi fa quanto meno riflettere

Sperimentazioni di accessibilità dal mondo sindacale

«Il Congresso Straordinario della CGIL Campania – scrive Raffaele Puzio, responsabile delle Politiche per la Disabilità nella stessa organizzazione – è stato un ottimo banco di prova per testare le prime sperimentazioni in tema di accessibilità, allo scopo di favorire la partecipazione attiva delle persone con disabilità agli eventi riguardanti il mondo del lavoro, ponendo il tema di come un sindacato, quando affronta temi cruciali, debba prima di tutto rimuovere le barriere architettoniche e sensoriali che spesso incontrano le stesse persone che intendono partecipare alle varie assemblee»

C’era una volta un buon Servizio… Ora non c’è più

«C’era una volta – denuncia Mari Ferraro – il Servizio di Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva (TSMREE) dell’(ex) ASL Roma C (attuale Roma 2), con un ruolo importante nell’individuazione precoce, nel trattamento, e nella prevenzione di disturbi concernenti tutte le aree implicate nello sviluppo di un bambino/adolescente: motoria, cognitiva, psicoaffettiva e relazionale. Ora, di fatto, quel prezioso Servizio non c’è più e i diritti di tanti bambini risultano calpestati»

Improvvisazioni e pasticci nel nuovo Decreto sulla valutazione

«L’argomento della valutazione degli alunni con disabilità, DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) e altri BES (Bisogni Educativi Speciali) – scrive Flavio Fogarolo – è uno dei più caldi nelle nostre scuole, spesso occasione di contenzioso con le famiglie, e c’era semmai bisogno di una nuova normativa che chiarisse i punti ambigui, non di una, come quella fissata dal recente Decreto Legislativo 62/17, che aumenta pesantemente la confusione»

Non l’impossibile, ma “solo” che le buone Leggi vengano attuate

«Ai nostri Parlamentari – scrive tra l’altro Sergio Silvestre, commentando le recenti mozioni discusse a Palazzo Madama sulla sindrome di Down e presentate da diversi Senatori in maniera del tutto trasversale – non chiediamo l’impossibile, ma almeno che facciano in modo che le Leggi, quelle buone, quelle efficaci, possano poi essere concretamente attuate e non restino solo norme di principio»

Questo Decreto è un’occasione mancata

Al di là di alcuni aspetti apprezzabili, ma anche di varie criticità non risolte, secondo Gianluca Rapisarda «il testo definitivo del nuovo Decreto sull’inclusione degli alunni con disabilità è da ritenersi “vecchio” dal punto di vista culturale e pedagogico. Esso, infatti, non fa esplicito riferimento alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e considera ancora “staticamente” la didattica inclusiva come una prerogativa soltanto degli alunni/studenti con disabilità e non come una preziosa risorsa al servizio dei bisogni educativi di tutti e di ciascuno»

“A scuola di barriere”, per diventare più civili

«Bisognerebbe – scrive Maria Pia Amico, prendendo spunto dall’ennesimo atto di inciviltà da parte di un automobilista – che tutte quelle persone “distratte” che posteggiano senza contrassegno nei posti riservati, o davanti a scivoli, pedane o ascensori, andassero almeno per un mese “a scuola di sopravvivenza” di tutti gli ostacoli che impediscono una normale vita sociale alle diverse persone con disabilita. Forse solo così si renderebbero conto di quanto sia frustrante, umiliante, dover fare i conti ogni giorno con le barriere architettoniche, mentali, culturali»

Viaggio in Giappone

«Ma una persona con disabilità moderata o grave – si chiede Simone Fanti – può visitare la terra dei Samurai, dei lottatori di sumo, dei manga, degli anime, dei templi di Kyoto? La terra che oltre settant’anni fa è stata oltraggiata e violata dalle testate nucleari? Io ci ho provato, aggregandomi a un gruppo di altri turisti con disabilità in viaggio con la Cooperativa Sociale Concrete ONLUS»

Vogliamo decidere come, dove, quando e con chi vivere

«Chiediamo al più presto – scrivono dal Comitato Marchigiano per la Vita Indipendente – l’approvazione di una Legge Regionale che renda la Vita Indipendente un servizio stabile e duraturo, esteso a un numero maggiore di beneficiari, rispetto a quelli attuali, e per avere questo, dovrà essere una Legge opportunamente finanziata, in modo da fugare l’incertezza sul futuro dell’autonomia di tante persone con disabilità, che vogliono decidere come, dove, quando e con chi vivere»