Diritti

Dopo i falsi invalidi arrivano quelli «presunti» o «migliorati»

Questo, infatti, sembra di poter dedurre da alcuni recenti articoli di giornale e in particolare da un’intervista al Presidente dell’INPS. Il tutto, però, sempre nel quadro di una gestione dei dati quanto meno carica di ambiguità e di omissioni. Ed è tra l’altro lo stesso Presidente dell’INPS a rendere noto che dopo un can can di oltre due anni, la caccia ai reali truffatori ha fatto emergere l’irrisoria percentuale dello 0,06% tra le persone che percepiscono in Italia uno o più assegni, pensioni o indennità legate all’invalidità civile! Peccato, però, che sulla stampa del nostro Paese – per oltre due anni, appunto – a far notizia sia stato proprio quello 0,06%, con l’ormai celebre copertina di «Panorama» del Pinocchio in carrozzina, quale “esempio perfetto”

Ma questa sembra proprio una «lotteria tra poveri»!

Lascia infatti quanto meno perplessi un emendamento approvato nei giorni scorsi al cosiddetto “Decreto Milleproroghe”, che sembra proprio voler legare a una specifica data (il 31 ottobre 2011) l’accesso al pensionamento anticipato per i genitori – e solo per loro – che assistano figli con disabilità grave, senza prevedere alcun parametro che identifichi il tipo di carico assistenziale. «Tanto varrebbe – sottolinea Maria Simona Bellini – quando si prendono provvedimenti in ambito sociale, ricorrere a un più imparziale “gratta e vinci”!»

E il refrain dei falsi invalidi colpisce ancora

Non sono certo nuove – e il nostro sito le ha puntualmente denunciate – le “sparate” del Presidente dell’INPS a base di dati non veri e smentiti anche dalla Corte dei Conti o dallo stesso Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sui risultati che l’Istituto avrebbe conseguito in tema di caccia ai “falsi invalidi”. Oggi, però, la “sparata” è ancora più grossa e vederla ripresa acriticamente e senza alcuna verifica, da parte di uno dei quotidiani più seguiti e prestigiosi del Paese, suona quanto meno come inquietante. Vediamo il perché, dati e documenti alla mano

Roma: quella riforma dell’assistenza tra rigidità e regressioni

La visione della disabilità sottostante alla proposta di riforma del servizio di assistenza domiciliare, presentata dal Comune di Roma, rischia di portare a una regressione culturale di diversi decenni, ciò che non può essere accettato da parte delle varie componenti del “mondo della disabilità”: vediamo perché, punto per punto

Piani personalizzati in Sardegna: accolto il ricorso delle famiglie

Un’Ordinanza Sospensiva del TAR della Sardegna ha infatti accolto il ricorso sull’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), riferito ai piani personalizzati per persone con grave disabilità, ai sensi della Legge 162/98. Perde dunque di efficacia – con effetto immediato – la parte di quella recente, discussa Delibera della Giunta Regionale Sarda, nella quale era stata appunto prevista la riduzione del finanziamento, basata sul reddito ISEE del nucleo familiare, anziché sul solo assistito. Ora numerose persone con disabilità che avevano visto i loro progetti tagliati anche del 70% ritroveranno le risorse che permetteranno loro di ottenere un’assistenza migliore, come nello spirito della Legge 162, secondo il “modello Sardegna”

Questione risolta per il TAR del Veneto: conta solo il reddito dell’assistito

In due Sentenze successive, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto – adottando tra l’altro provvedimenti “in forma semplificata”, a voler dire che la questione è definitivamente risolta – ha annullato ben due Regolamenti Comunali – quelli delle città di Vicenza e di Verona – consolidando fortemente il principio di evidenziazione della situazione economica del solo assistito, in ambito di compartecipazione al costo dei servizi a favore di persone con disabilità grave e anziani non autosufficienti. Si tratta di Sentenze dalla notevole portata, dal momento che – agendo su atti normativi quali appunto i Regolamenti Comunali – esse valgono per tutti i Cittadini e non solo per chi ha avviato gli specifici ricorsi

Soddisfatta Cittadinanzattiva per quel provvedimento di semplificazione

Si tratta di un articolo del cosiddetto “Decreto Legge sulle Semplificazioni”, del quale nei giorni scorsi è stata modificata la precedente versione, ove si prevede che le Commissioni Mediche Integrate ASL-INPS, contestualmente all’accertamento dei requisiti sanitari per il riconoscimento di invalidità civile, accompagnamento e Legge 104/92, possano verificare anche la sussistenza dei requisiti sanitari utili ai fini del rilascio del contrassegno di circolazione e per le agevolazioni fiscali relative ai veicoli previste per le persone con disabilità. «Una misura utile sia allo Stato che ai Cittadini», secondo Tonino Aceti, responsabile del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici) di Cittadinanzattiva

Perché quelle agevolazioni sui trasporti pubblici non vanno eliminate

Il Comune di Terni ha recentemente deciso di non concedere l’agevolazione della “tessera speciale” per accedere ai mezzi pubblici, a chi beneficia dell’indennità di accompagnamento, basandosi su una nota Sentenza del 2011, espressa dal Consiglio di Stato. Vediamo perché – grazie all’approfondita analisi del Centro per l’Autonomia Umbro – un provvedimento del genere può configurare una situazione di discriminazione

Le provvidenze economiche per il 2012

In corrispondenza con l’uscita della Circolare prodotta dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell’INPS, che ha ridefinito anche per quest’anno le provvidenze economiche riguardanti varie categorie di persone con disabilità, in base all’inflazione e al costo della vita, presentiamo, come di consueto, tutti i nuovi importi, messi a confronto con quelli del 2011

Limiti reddituali per ricevere l’indennità di accompagnamento?

In queste settimane si sta discutendo a fondo intorno alla revisione dei criteri dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica equivalente) e fra le ipotesi circola anche quella di applicare quell’indicatore all’erogazione delle prestazioni assistenziali, fra cui l’indennità di accompagnamento. L’applicazione di limiti reddituali su questa specifica prestazione comporterebbe però degli effetti distorsivi e indesiderati, oltre a un evidente limitazione di risorse per i singoli e per le loro necessità di assistenza e di autonomia. Vediamo perché, proponendo una nostra esclusiva analisi, curata da un autorevole esperto, che guarda anche alla situazione in alcuni Paesi stranieri

La volontà di semplificare c’è, ma serve ben altro e ben di più

«Questa disposizione – si scrive infatti nel Servizio HandyLex.org, riferendosi alla bozza del cosiddetto “Decreto Legge sulla Semplificazione”, approvata poche ore fa dal Consiglio dei Ministri – rappresenta certamente una prima dimostrazione di interesse nei confronti dei sovraccarichi amministrativi cui sono indubbiamente sottoposte le persone con disabilità, ma essa influisce in modo ancora molto marginale in un ambito in cui le sovrapposizioni, le disomogeneità definitorie, le ridondanze sono immense e verosimilmente non risolvibili solo con interventi di semplificazione, ma con una profonda riforma dell’intero comparto». Anche per questo, lo stesso Servizio HandyLex.org propone un approfondito dossier, intitolato “Semplificazione, oneri amministrativi e persone con disabilità”, «allo scopo di favorire un dibattito consapevole sul tema, individuando e suddividendo i processi amministrativi che maggiormente incidono sulla quotidianità delle persone con disabilità e dei loro familiari, evidenziandone il peso, la ridondanza e i sovraccarichi anche per l’erario»

Quell’autobus non accessibile è un atto discriminatorio

Lo ha stabilito in una recente Sentenza il Tribunale di Torino, applicando la Legge 67/06 (“Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazione”) e dando attuazione all’articolo 3 della Costituzione. A GTT (Gruppo Trasporti Torinesi) è stato quindi ordinato di procedere al rinnovo del parco dei mezzi, al fine di garantire il libero accesso ai mezzi pubblici alle persone con disabilità, e anche di rendere effettivamente fruibili i servizi alternativi all’autobus

Va letta con attenzione quella Sentenza sui progetti di vita indipendente

Si tratta di una recente Sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso nei confronti di uno sfavorevole provvedimento del TAR della Lombardia, presentato da alcune persone con disabilità permanente e progressiva, che avevano esposto un progetto di vita indipendente. Nell’ampia analisi proposta dal Servizio HandyLex.org, infatti, si evidenzia che da tale provvedimento «non pare potersi inferire un principio generale, applicabile sempre e comunque a tutti i servizi destinati alla grave disabilità e all’anzianità ultrasessantacinquenne non autosufficiente»

Nuova Sentenza della Corte a favore degli stranieri con disabilità

Con una recente Sentenza, infatti, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di due norme del 1990 e del 2000, che avevano impedito la concessione dell’indennità di frequenza ai minori stranieri con disabilità, se non in possesso della carta di soggiorno. Già in precedenza, del resto, la “Corte delle Corti” si era pronunciata in modo analogo, in materia di pensione di inabilità e di indennità di accompagnamento. Il Servizio HandyLex.org – che ha segnalato la notizia – propone ampi approfondimenti su tutte queste Sentenze

Indagine conoscitiva del Senato sull’invalidità civile

La notizia viene segnalata, con soddisfazione, dal CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici) di Cittadinanzattiva, che ritiene questa una buona risposta ai risultati presentati nel dicembre scorso, dopo la campagna avviata dallo stesso CnAMC, con il nome di “Sono un VIP (Very Invalid People)”, volta a riaffermare il diritto dei Cittadini a ottenere le indennità economiche correlate al riconoscimento delle minorazioni civili e a denunciare lo stato di estremo disagio in cui gli stessi versano. L’iniziativa è partita dalla XII Commissione Igiene e Sanità del Senato e ora si attende l’intesa con la Presidenza della Commissione Lavoro

Falsi dati e veri invalidi

La campagna contro i cosiddetti “falsi invalidi” è stata strumentale, mediatica, spendacciona, iniqua, inutile e anche ipocrita. Ha assunto toni drammatici prima, epici poi: la piaga, secondo la “vulgata”, era una delle cause principali dei disastri del bilancio italiano. E invece si tratta di una questione che sta creando e che continua a creare danni alla Pubblica Amministrazione e all’erario, a voler tacere dei disagi per centinaia di migliaia di Cittadini. I fatti e i dati – quelli veri – parlano chiaro. E tuttavia, controparti come l’INPS o il Ministero del Tesoro sono assai “dinamiche”, tanto che oggi c’è qualcosa di peggio anche delle centinaia di migliaia di controlli. Nel 2011, infatti, è stata approvata una norma che scoraggia i ricorsi e che pone chiaramente l’INPS in una posizione di forza rispetto ai Cittadini ricorrenti!

INPS: chi è caduto nella trappola?

«Bisogna chiedere subito – scrive Flavio Savoldi – la sospensione delle verifiche straordinarie da parte dell’INPS! Che si avvii un’azione investigativa sulle anomalie rilevate – i dati disponibili sono tanti – e che si ritorni all’ordinarietà». E aggiunge: «Dobbiamo ritornare ad essere consapevolmente protagonisti, per impedire che si neghino i diritti e si cancellino le persone»

2011: odissea «grazie» all’INPS

Da una parte le dichiarazioni soddisfatte del Presidente dell’INPS – sempre però basate su dati non veritieri od omissioni -, per il grande lavoro di controllo dell’Istituto sulle invalidità civili; dall’altra il destino di centinaia di migliaia di famiglie italiane, che in questi due anni hanno vissuto con ansia, con angoscia, lo stillicidio dei controlli, delle sospensioni delle pensioni e delle indennità, della richiesta arcigna e continua di montagne di certificazioni cartacee, di documenti vecchi e nuovi, di visite anche per persone che a meno di un miracolo non potranno mai riacquistare la mobilità, la vista, o l’udito o le capacità intellettive. E la (bruttissima) storia che oggi raccontiamo ne è uno dei tanti esempi concreti. Non il primo né l’ultimo, purtroppo

Il protocollo d’intesa sull’integrazione socio-sanitaria in Sicilia

Come sarà compiuta e cosa porterà l’integrazione socio-sanitaria in Sicilia? A scandirne le linee dovrebbe essere un recente Decreto del Presidente della Regione, che potrebbe effettivamente diventare la base per una reale rivisitazione delle discipline socio-assistenziali e socio-sanitarie nella Regione Sicilia, ovvero verso una “vera” integrazione socio-sanitaria, all’insegna di una semplificazione delle procedure e di un miglioramento della qualità dei servizi offerti ai Cittadini