Diritti

Tempo di retromarce: e sui bambini con disabilità sono sempre assai gradite!

Dunque la Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia – dopo le pressioni dell’opposizione e la mobilitazione di numerose associazioni che si occupano dei diritti delle persone con disabilità – ha fatto marcia indietro, eliminando quella norma secondo la quale agli interventi e ai servizi del sistema integrato avevano diritto di accedere solo i cittadini comunitari residenti in Regione da almeno trentasei mesi. In particolare il fatto era stato denunciato da una famiglia di Pordenone, di origine egiziana, che si era vista negare l’assistenza al proprio figlio minore con sindrome di Down. Una vittoria della ragione e un ulteriore importante segnale – in questa “calda” estate del 2010 – che uniti si può anche vincere contro proposte inique e discriminatorie

Lo stress del ministro Tremonti

Ad altro non si può pensare, infatti, di fronte a un ministro dell’Economia che dichiara pubblicamente «se le Regioni ci ridanno la delega per i controlli sulle pensioni d’invalidità, siamo assolutamente d’accordo», quando in ambito di invalidità, negli ultimi dieci anni, lo Stato ha accentrato sempre più le competenze, togliendole o non delegandole alle Regioni? Una puntuale e appropriata denuncia da parte della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)

Un nuovo punto di riferimento per la giurisprudenza sulla disabilità

Consisterà principalmente in un portale di internet – che raccoglierà e organizzerà la giurisprudenza delle magistrature italiane in tema di disabilità – il Progetto Jusabili.org, che verrà presentato il 28 giugno a Caserta. Con tale iniziativa, sviluppata dalla locale Lega Problemi Handicappati (LPH), in collaborazione con altre associazioni locali, si punta a sviluppare un punto di riferimento nazionale, al pari di altri siti di servizio o di diffusione della cultura dell’inclusione e delle buone prassi

Al supermercato solo dati essenziali

E niente copia del verbale di invalidità – da parte delle persone disabili – per ottenere la consegna gratuita della spesa a domicilio. Le copie, anzi, dei verbali già acquisite dovranno essere distrutte. Lo ha stabilito il Garante per la Privacy, affrontando il caso di una cliente con disabilità e decidendo che d’ora in poi, per ottenere la spesa gratuita a domicilio, sarà sufficiente esibire una sola volta un documento quale la tessera di esenzione dal ticket sanitario, quella di invalidità civile o quella per il trasporto pubblico gratuito

Perché quella proposta è limitata solo all’età pediatrica?

La domanda proviene dalle “Mamme H”, gruppo di madri che hanno un figlio o una figlia con varia disabilità, nel leggere il testo del Disegno di Legge n. 2090, denominato “Disposizioni a sostegno delle famiglie con bambini affetti da malattie rare”. E così si rivolgono direttamente alla senatrice Dorina Bianchi, prima firmataria di quel testo – oltre che alla Commissione Sanità del Senato – per ricordare che non tutte le Malattie Rare hanno un epilogo tragico prima della maggiore età e che anzi, al raggiungimento di quest’ultima, le problematiche non diminuiscono di certo, ma si moltiplicano

Donne: pensionamento e lavoro di cura

La condizione di chi svolge lavori di cura e assistenza, senza percepire alcun compenso economico, non è nota a tutti. Pertanto a qualcuno potrebbe sfuggire che – se non verranno predisposti adeguati strumenti di conciliazione e non verranno potenziati i servizi pubblici per le famiglie – innalzare l’età pensionabile delle donne a 65 anni potrebbe tradursi in un ulteriore inasprimento dei ritmi di vita delle donne interessate dal provvedimento. E la cosa rischia di avere effetti particolarmente drammatici ad esempio per le madri di figli disabili gravi e gravissimi. In ogni caso, sino a quando lo Stato continuerà a trattare la disabilità (e più in generale la non autosufficienza) come “faccenda privata” della persona e la cura come questione privata della famiglia (della donna), sarà ben difficile andare oltre il “non morire”

Quella Legge del Friuli Venezia Giulia ha dimenticato le Convenzioni ONU

Vi è infatti una norma della Regione Friuli Venezia Giulia che prescrive come «agli interventi e ai servizi del sistema integrato» abbiano diritto di accedere solo «i cittadini comunitari residenti in regione da almeno trentasei mesi», mentre a quelli extracomunitari vengono garantite solo le prestazioni assistenziali di carattere statale e comunitario. Questo però discrimina in maniera evidente le persone con disabilità, per le quali, e in particolar modo per i minori, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità prescrive pari trattamenti, senza dimenticare nemmeno la Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e delle Loro Famiglie

Non chiedo mica la luna!

Perché un genitore dalla vita già abbastanza complicata deve anche perdere mezza giornata di permesso per riscuotere il mandato dell’indennità mensile di frequenza del figlio con disabilità? Secondo l’INPS la situazione sarebbe sanabile, ma dovrebbe essere proprio l’Istituto Previdenziale a muoversi, perché le banche non possono disporre un accredito quando non vi è coincidenza tra titolare del conto corrente e minore invalido. Ma è proprio così difficile eliminare questo inutile disagio? In fondo non si chiede mica la luna…

La protezione e la tutela delle persone prive di autonomia

Sarà centrato sulla figura dell’amministratore di sostegno, della quale verranno trattati i più vari aspetti, il convegno dell’11 giugno a Senigallia (Ancona), promosso dal Servizio Politiche Sociali della Regione Marche. L’iniziativa, che potrà contare sul prezioso apporto di alcuni autorevoli esperti del settore, si rivolge a operatori, familiari e a volontari in particolare

Sono discriminatorie quelle Linee Guida sui trapianti

Si tratta delle “Linee Guida per la valutazione e l’assistenza psicologica in area donazione-trapianto”, approvate dalla Regione Veneto nel marzo del 2009, documento pregevole per molti aspetti che tuttavia, analizzandone con attenzione il testo, esclude alcune persone dalla possibilità del trapianto, sulla base della loro disabilità. E ciò contrasta pesantemente sia con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, sia con la Legge 67/06 che fissa misure di tutela giudiziaria per le persone con disabilità vittime di discriminazioni. Una questione che sta suscitando, in questi giorni, vivaci polemiche anche da parte di numerose Associazioni

Niente discriminazioni tra stranieri e italiani per l’assegno d’invalidità

Quando si tratta infatti di una provvidenza destinata a garantire il sostentamento minimo della persona (e non semplicemente a integrarne il reddito), qualsiasi discrimine tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti nel territorio dello Stato – fondato su requisiti diversi dalle condizioni soggettive – contrasta con il principio sancito dall’articolo 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, per come esso viene interpretato dalla Corte di Strasburgo. Lo ha sancito la Corte Costituzionale nei giorni scorsi, dichiarando l’illegittimità di un articolo della Legge 388 del 2000

Manovra correttiva e persone con disabilità: un’analisi

Nonostante non sia ancora stato pubblicato il testo ufficiale della Manovra Finanziaria Correttiva approvata il 25 maggio scorso, tentiamo una prima analisi – pur passibile di modifiche nelle prossime ore e nei prossimi giorni – rivolta segnatamente all’articolo 10 del Decreto Legge (“Riduzione della spesa in materia di invalidità”), che tanto sta facendo discutere. Assegno mensile, revisioni, responsabilità penale dei medici, falsi invalidi e scuola, i temi da noi affrontati

La sordocecità riconosciuta come disabilità specifica

La lunga battaglia condotta principalmente dalla Lega del Filo d’Oro, per il riconoscimento della sordocecità quale disabilità unica e specifica, diversa dalla “semplice” somma di sordità e cecità, ottiene finalmente il risultato sperato, con l’approvazione della Proposta di Legge che recepisce la Dichiarazione scritta prodotta nel 2004 dal Parlamento Europeo. «Si tratta – commentano i rappresentanti della Lega del Filo d’Oro – di un risultato importantissimo che consentirà una maggiore salvaguardia dei diritti delle persone sordocieche, favorendo per loro pari opportunità e una migliore qualità di vita»

Io penso, io scelgo, io sono

Si valuta siano circa un milione le persone europee con disabilità intellettiva e tutte dovrebbero poter esercitare i propri diritti elettorali. E tuttavia, se in alcuni Paesi esiste un problema di riconoscimento del diritto di voto, altrove – ovvero nella maggioranza degli Stati – gli ostacoli sono dati dalla scarsa informazione, da una mancata consapevolezza o dalla carenza di interventi volti a facilitare l’esercizio di quei diritti. Su questo sta lavorando dal 2008 il progetto europeo “My Opinion My Vote”, che il 25 maggio a Roma vivrà un momento particolarmente significativo, con un talk show organizzato dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), cui parteciperanno ventiquattro persone con sindrome di Down o altra disabilità intellettiva – provenienti da vari Paesi Europei – per raccontare la propria esperienza

Indennità: il problema non è la spesa che cresce, ma la pochezza dell’intervento

Nel vortice delle polemiche e delle dure prese di posizione di questi giorni sugli annunci riguardanti la prossima manovra finanziaria correttiva e le possibili conseguenze per le persone con disabilità – pensando ad esempio a un eventuale intervento sulle indennità di accompagnamento – ben volentieri diamo spazio a questo utile approfondimento, nel quale si tenta di individuare le cause della spesa crescente in ambito di invalidità civile, corredando il tutto con una serie di interessanti dati statistici

Applicare quella legge servirebbe anche a prevenire gli abusi

Prende le mosse – il presidente dell’ANFFAS di Modica (Ragusa) – da un brutto fatto di cronaca dei giorni scorsi, ovvero dall’accusa rivolta a un sessantacinquenne di Pozzallo, sempre in provincia di Ragusa, che avrebbe abusato sessualmente di una giovane con disabilità psichica. E lo fa per ribadire – anche di fronte a eventi drammatici come questo – che le persone con disabilità mentale sarebbero maggiormente tutelate se i Comuni della Sicilia applicassero finalmente la Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (la Legge 328 del 2000), in particolare ove stabilisce che si debbano elaborare progetti individuali per le persone con disabilità

Amministrazione di sostegno, «dopo di noi» e molto altro

Prenderà il via il 21 aprile a Milano un nuovo ciclo di “Tutelare con il cuore”, iniziativa che vanta ormai una lunga tradizione e che è organizzata come sempre dall’Associazione Oltre noi… la vita, impegnata da molti anni a diffondere un’adeguata cultura sui temi della tutela giuridica, a costruire percorsi di formazione rivolti alle famiglie, a sensibilizzare e a formare volontari e operatori sociali. Cinque gli incontri previsti, fino al 21 giugno, aperti in particolare a chi voglia approfondire la conoscenza della protezione giuridica e della figura dell’amministratore di sostegno

Cure palliative e terapia del dolore: la legge ora c’è, ma bisogna attuarla

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la questione cruciale legata alle cosiddette “cure palliative” riguarda il diritto di ogni persona a vivere sino all’ultimo istante con dignità e con la minore sofferenza possibile. Ma tale diritto non si afferma “spontaneamente”, bensì solo se l’assistenza è organizzata e se la programmazione regionale e locale dedica alla questione un’attenzione adeguata, con le giuste risorse. Di questo si occupa la recente Legge 38/10 – approvata praticamente all’unanimità dalla Camera – che colma sì alcune gravi lacune, ma che però chiama ora al compito più impegnativo, quello cioè di attuarla

Violenze e abusi dovuti anche alla mancata applicazione delle leggi

Le continue scoperte di nuovi “lager” in cui sono rinchiusi anziani malati cronici non autosufficienti, contributi economici illegittimi e vessatori imposti da Comuni e Conferenze di Sindaci, un paralizzante silenzio sia da parte degli organi d’informazione che del mondo del volontariato sulle prestazioni non fornite a persone colpite da patologie o da disabilità invalidanti, anche se dovute in base alle leggi: si tratta certamente di questioni che dovrebbero essere affrontate con la massima decisione e urgenza