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Interferone gamma e sclerosi multipla

Perché le donne sviluppano la sclerosi multipla (SM) con un’incidenza quasi doppia rispetto agli uomini? La risposta a tale quesito potrebbe essere stata identificata in una variazione genetica, da un gruppo internazionale di ricerca, composto da studiosi americani, irlandesi, belgi e italiani, guidati dal neurologo Brian Weinshenker della Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota (USA).

«I risultati ottenuti dal nostro studio», spiega Weinshenker, «ci suggeriscono che la quantità della proteina conosciuta come interferone gamma prodotta da un individuo risulta essere una variabile determinante per individuare la predisposizione a sviluppare la sclerosi multipla. Infatti, se una persona possiede un gene che produce livelli elevati di interferone gamma, questo la rende maggiormente predisposta a sviluppare la malattia. Stando così le cose, gli uomini tenderebbero a sviluppare la SM più raramente delle donne, in virtù del fatto che in loro vi è più raramente  la presenza di quella variante genetica collegata ad una più elevata produzione della proteina in questione».Ricercatore

Dal Centro statunitense viene reso noto che questa scoperta potrà essere d’aiuto per diversi motivi agli studiosi che stanno cercando una cura per la sclerosi multipla, al momento assente. Prima di tutto, perché fornisce un obiettivo verso cui dirigere in futuro la ricerca, in secondo luogo perché suggerisce dei metodi utili a migliorare i trattamenti per ridurre i danni ai tessuti e ai nervi causati dalla SM. Infine, questa scoperta potrebbe addirittura far progredire lo sviluppo di nuove cure per altre malattie.

«I nostri risultati», conclude  Weinshenker, «costituiscono quindi un passo importante verso una più approfondita conoscenza della sclerosi multipla, oltre che verso una cura efficace».

Lo studio è disponibile in rete presso il sito del Genes and Immunity, http://www.nature.com/gene/index.html.
(C.N.)

La sclerosi multipla
La sclerosi multipla (SM), o sclerosi a placche, è una malattia grave del sistema nervoso centrale, cronica e spesso progressivamente invalidante.
Nonostante i molti passi avanti della ricerca, la causa e la terapia definitiva di questa malattia sono ancora sconosciute. L’ipotesi oggi dominante è che esista una predisposizione genetica a svilupparla, predisposizione con la quale interagiscono fattori esterni, forse virali, che scatenano l’esordio della malattia stessa.
In Italia 52.000 persone sono colpite da SM, uno ogni 1.100 abitanti e ogni anno si manifestano 1.800 nuovi casi. Il costo sociale annuo è di circa un miliardo e 600 milioni di euro.
L’età d’esordio è tra i 15 e i 50 anni, anche se la malattia si manifesta soprattutto tra i giovani adulti, tra i 20 e i 30 anni, e tra le donne, in un rapporto di due a uno rispetto agli uomini.
Oggi è possibile formulare una diagnosi rapida e intervenire con farmaci in grado di agire sul decorso della malattia, ritardandone la progressione.
Sono anche disponibili numerosi farmaci efficaci nell’alleviare i sintomi e strutture sparse sul territorio con un approccio nuovo che garantisce l’assistenza sociale e sanitaria ai pazienti.

(Fonte: sito dell’AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla).

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