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Disabilità e povertà nel mondo: una mostra-dossier

Nel mondo le persone con disabilità sono circa 600 milioni e l’82% di esse vivono in Paesi in cerca di sviluppo. In questi Paesi il 98% di esse non ha accesso ai servizi riabilitativi e ad appropriati servizi di base e il 98% dei minori con disabilità non ha potuto accedere ad una educazione formale.
A questi dati – già di per sé impressionanti – si aggiunga che più dell’80% delle persone con disabilità nel mondo non hanno un impiego e spesso sono segregate in istituti e centri speciali (nell’Unione Europea con 25 Stati membri una recente ricerca ha messo in evidenza che vi sono 2.500 grandi istituti che rinchiudono circa 500.000 persone).
La condizione di disabilità è causa ed effetto di povertà, perché le persone con disabilità sono soggette a discriminazioni e a mancanza di pari opportunità che producono una limitazione alla partecipazione sociale e violano ogni giorno i loro diritti umani.
Foto Fondazione AbilisLa visione negativa che la società trasferisce sulle persone con disabilità produce poi un fortissimo stigma sociale che ha conseguenze in tutti i campi della vita economica, culturale, politica e sociale.
Essere discriminati e non avere uguaglianza di opportunità causa esclusione sociale, una condizione che produce costi aggiuntivi e un progressivo impoverimento delle capacità individuali e delle difese sociali. Così le persone con disabilità sono povere e nello stesso tempo impoverite.
Ancora, in caso di guerra, di catastrofi naturali e umane, le persone con disabilità sono le prime a patire le terribili conseguenze delle emergenze, spesso con la morte e la mancanza di attenzione alla loro condizione.
Per quanto le persone con disabilità possano dare un grande contributo alla società se messe in condizione di esprimersi e di contare, esse subiscono pratiche discriminatorie, come l’esclusione dalla scuola e dal lavoro, la segregazione in istituzioni speciali, l’abbandono, a volte anche l’infanticidio.
Per questo le persone con disabilità rappresentano i più esclusi fra gli esclusi, i più discriminati fra i discriminati, i più poveri tra i poveri.Foto ACDI-CIDA/Roger LeMoyne

La disabilità e il Millennium Development Goals (MDGs)
L’Assemblea delle Nazioni Unite nel 2000 ha lanciato un’iniziativa globale denominata Millennium Development Goals, che ha lo scopo di sradicare entro il 2015 la povertà nel mondo, con la mobilitazione di 191 governi membri dell’ONU, delle Agenzie internazionali e dei donatori privati.
Per ridurre la povertà nel mondo sono stati individuati otto obiettivi chiave:
1. Sradicare la povertà estrema e la fame.
2. Conseguire l’educazione primaria per tutti.
Foto CGAP - Congo3. Promuovere l’eguaglianza di genere e il rafforzamento delle capacità delle donne.
4. Ridurre la mortalità infantile.
5. Accrescere la salute materna.
6. Combattere HIV e AIDS.
7. Assicurare la sostenibilità ambientale.
8. Far crescere un partenariato globale per lo sviluppo.

Ognuno di questi temi riguarda le persone con disabilità. Infatti:
1. Per la loro condizione di esclusione le persone con disabilità vivono quotidianamente la povertà e la fame.
2. Su 104 milioni di bambini che non frequentano la scuola primaria nei Paesi in cerca di sviluppo ben 40 milioni sono bambini con disabilità.
3. Le donne con disabilità subiscono multidiscriminazioni, in tutti i settori della società.
Foto AIFO Liberia4. Moltissimi bambini conseguono minorazioni e malattie per la carenza di servizi sanitari di base, che spesso li portano alla morte.
5. Essenziali norme igieniche, di prevenzione e di sostegno alla maternità consapevole potrebbero permettere di far vivere milioni di bambini con disabilità, senza far correre loro il rischio di essere abbandonati da uno o da ambedue i genitori.
6. La lotta all’HIV e AIDS permette di ridurre una terribile malattia che produce condizioni pesanti di disabilità e di esclusione.Foto CGAP - Repubblica Dominicana
7. Quasi un terzo delle malattie che causano disabilità derivano da fattori di rischio ambientale: sostenibilità ambientale, infatti, significa non solo permettere l’accesso all’acqua e all’igiene, ma anche a uno sviluppo ecocompatible, ad ambienti basati sull’universal design.
8. Uno sviluppo sostenibile, che includa tutti i cittadini, include le donne e gli uomini con disabilità: è necessario inserire in ogni progetto di sviluppo il tema della disabilità.

Tutelare i diritti umani delle persone con disabilità
La coscienza crescente della loro condizione e la violazione continua e reiterata dei diritti umani che le persone con disabilità subiscono in ogni Paese del mondo ha prodotto la crescita di un movimento mondiale per la tutela dei loro diritti, di cui loro stesse sono protagoniste.
Foto Fondazione Abilis - ADSM PAFODLa richiesta di un cambio di visione sulle persone con disabilità, passando da un modello medico della disabilità a un modello sociale ha fatto emergere le responsabilità che hanno prodotto discriminazioni e mancanza di pari opportunità. Si è passati così dall’esclusione e dalla segregazione all’inclusione sociale e al godimento dei diritti di cittadinanza.
L’ONU progressivamente è stato investito da nuovi compiti, prima con l’anno 1981 dedicato alle persone con disabilità, per giungere alle Regole Standard per l’Uguguaglianza delle Opportunità (1993) ed infine alla discussione su una Convenzione Internazionale Integrale e Comprensiva, riguardante la Promozione e la Tutela dei Diritti e della Dignità delle Persone con Disabilità.
Alle dichiarazioni e agli impegni devono seguire le azioni. Perciò nel mondo le persone con disabilità hanno deciso di mobilitarsi per impegnare i governi ad investire in maniera appropriata le risorse del pianeta, includendo nel tema dello sviluppo quello dell’inclusione sociale.Foto Fondazione Abilis
Infatti, non vi può essere sviluppo senza rimuovere le radici sociali che producono violazione dei diritti umani. Bisogna bandire tutte le discriminazioni, di razza, di genere, di religione, di opinione politica, di orientamento sessuale, di condizione psicofisica. Bisogna garantire a tutte le persone, indipendentemente dalle loro condizioni, la possibilità di accedere e contribuire alla ricchezza della società.
Tutelare le diversità umane è un compito analogo a quello della tutela delle specie animali e vegetali. Per questo nel mondo milioni di persone hanno diritto a vivere una vita degna e rispettosa delle loro aspirazioni e desideri.
Mostra di Milano sulle diversitàLa tutela dei diritti umani è la nuova battaglia che accomuna persone dei Paesi ricchi e di quelli in via di sviluppo, popolazioni escluse e impoverite che vivono in tutti i Paesi del mondo. Infatti, ogni trattamento differenziato senza giustificazione rappresenta una violazione di diritti umani.
Lo sviluppo in tutti i Paesi dev’essere basato sull’inclusione sociale. Per secoli lo sviluppo economico è stato legato ad un’idea produttivistica distorta e ad una visione che escludeva le persone che venivano considerate non inseribili in quel modello: così donne, persone con caratteristiche considerate socialmente indesiderabili (malati psichiatrici, persone con disabilità, persone appartenenti a particolari culture o religioni ecc.) sono state segregate in istituzioni speciali o non candidabili a ruoli produttivi o di cittadinanza piena.
Questa visione si è dimostrata contraria al rispetto dei diritti umani e per di più economicamente insostenibile.
Lo sviluppo inclusivo è diventato così una delle richieste del movimento delle persone con disabilità (e di altri movimenti), collegato alle politiche di mainstreaming. Ogni intervento legato allo sviluppo deve includere anche le persone con disabilità e a maggior ragione un’iniziativa come il Millennium Development Goals deve garantire lo sradicamento di politiche che rendono le persone povere.

L’occasione del Millennium Development Goals (MDGs)
L’MDGs offre un’occasione straordinaria per passare dalle parole ai fatti. L’impegno dei governi del mondo, delle Agenzie internazionali, dei donatori ora si può misurare attraverso parametri semplici e concreti. L’iniziativa globale dell’ONU ha impegnato infatti i governi dei Paesi ricchi ad investire annualmente almeno lo 0,7% del loro Prodotto Interno Lordo sullo sradicamento della povertà nel mondo.
Foto Canadian ForcesBasterebbe anche solo ridurre le spese per gli armamenti e per le guerre, per garantire il miglioramento della qualità della vita e del benessere di miliardi di esseri umani.
Per sostenere gli obiettivi del Millennium Development Goals, è stata lanciata una campagna mondiale di sostegno cui hanno aderito centinaia di Organizzazioni Non Governative (si veda il sito web mondiale www.whiteband.org).
Sulla spinta del Forum Sociale Mondiale, si è deciso di concentrare le iniziative nella giornata del 10 settembre, a ridosso del Summit mondiale convocato per valutare i risultati dell’MDGs, che si terrà a New York dal 14 al 16 settembre.
In quella giornata in tutto il mondo si mobiliteranno i sostenitori della campagna per chiedere un impegno reale allo sradicamento della povertà.Manifesto White Band - BDBO Nina Belluomo
L’adesione a tale campagna è simbolizzata da una fascia bianca che testimonia l’impegno individuale per combattere la povertà.
Anche le persone con disabilità nel mondo hanno deciso di aderire a queste manifestazioni, affiancando le loro richieste a quelle della campagna. Una lettera in tal senso è stata inviata al presidente dell’Assemblea dell’ONU durante il Summit di New York, Jean Ping, e un documento di richieste è stato pure preparato.

Foto CGAP - UgandaIn sostanza le organizzazioni di persone con disabilità chiedono:
a) Il riconoscimento che le persone con disabilità rappresentano circa la metà dei poveri del mondo e quindi richiedono un’adeguata attenzione.
b) La decisione di includere le persone con disabilità tra le priorità negli interventi per lo sradicamento della povertà, inserendo il tema della disabilità all’interno degli otto obiettivi del Millennium Development Goals in ogni azione, programma o progetto.
World Bankc) L’incoraggiamento verso le Agenzie dell’ONU, le istituzioni sovranazionali, i governi e le loro Agenzie per lo sviluppo, la Banca Mondiale e altre istituzioni economiche internazionali, le agenzie internazionali private e i donatori in genere ad incrementare i fondi destinati alle persone con disabilità, sostenendo in maniera prioritaria progetti e azioni loro indirizzati.
d) Il coinvolgimento delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni nelle azioni di sostegno allo sradicamento della povertà, potenziando la collaborazione con le Organizzazioni Non Governative delle persone con disabilità.
e) L’invito per una delegazione di donne e uomini con disabilità a parlare all’Assemblea dell’ONU, durante il Summit Mondiale del Millennium Development Goals che si terrà a New York dal 14 al 16 settembre 2005.

FISH e CND alla Marcia Perugia-Assisi
Per tutte queste ragioni il Consiglio Nazionale sulla Disabilità (CND) e la Federazione per il Superamento dell’Handicap (FISH) hanno deciso di aderire alle manifestazioni di sostegno per la campagna mondiale del Millennium Development Goals.
Condividendo gli obiettivi della Coalizione Italiana (si veda il sito www.nientescuse.it), le organizzazioni italiane di persone con disabilità hanno posto l’accento sulla condizione di povertà e di impoverimento che i loro fratelli con disabilità vivono sia nei Paesi in cerca di sviluppo che in quelli ricchi.
Foto Fondazione Abilis - HaitiPer questo hanno deciso di partecipare alla Sesta Assemblea dell’ONU dei Popoli che si terrà a Perugia dal 7 al 10 settembre, alla Seconda Assemblea dell’ONU dei Giovani e al Forum dei Giovani che si terranno negli stessi giorni a Terni, e alla Marcia per la Giustizia e per la Pace Perugia-Assisi dell’11 settembre.
In Italia negli ultimi anni le politiche sociali sono state dimenticate, riducendo sia l’attenzione sia le risorse ad esse destinate. In particolare per le persone con disabilità e per le loro famiglie vengono messi in discussioni diritti riconosciuti da anni (come l’integrazione scolastica, le terapie riabilitative, la rimozione delle barriere architettoniche negli edifici privati, il diritto al lavoro) e la nuova Legge Finanziaria rischia di colpire ulteriormente il loro livello di vita.
La paventata limitazione delle indennità di accompagnamento e delle pensioni chiamata a risanare l’incapacità del Governo Berlusconi di controllare la spesa pubblica è un segnale molto grave: si interviene sui più poveri e discriminati per coprire la diminuzione delle tasse dei più ricchi.Foto Griffo

La FISH e il Consiglio Nazionale sulla Disabilità chiedono quindi alle persone con disabilità e alle loro famiglie di partecipare alla Marcia Perugia-Assisi, per protestare verso questa politica sciagurata e per sostenere nello stesso tempo una politica mondiale che rispetti i diritti umani, che bandisca le guerre e il terrorismo (causa di milioni di persone con disabilità nel mondo), che sostenga la responsabilità sociale dei governi verso l’inclusione sociale di tutti gli esclusi e consenta la costruzione di un nuovo ordine mondiale basato sulla giustizia e sulla pace.

Le persone con disabilità italiane chiedono in particolare:
– L’inclusione delle persone con disabilità all’interno di tutti gli obiettivi del Millennium Development Goals.
– Una politica economica e sociale italiana basata sull’inclusione sociale e il rispetto dei diritti umani, che tuteli i più discriminati e i più poveri.
– L’ONU dei Popoli – una riforma dell’ONU che consenta alla società civile di partecipare alle decisioni mondiali.
– Il sostegno ad una rapida approvazione della Convenzione Internazionale Integrale e Comprensiva sulla Promozione e la Tutela dei Diritti e della Dignità delle Persone con Disabilità e il suo rapido recepimento in Italia.

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