Nel mondo le persone con disabilità sono circa 600 milioni e l’82% di esse vive in Paesi in cerca di sviluppo. Tra queste ultime, il 98% non ha accesso ai servizi riabilitativi e ad appropriati servizi di base. Inoltre, più dell’80% delle persone con disabilità nel mondo non ha un impiego e solo il 2% dei minori con disabilità ha potuto accedere ad una educazione formale.
«La condizione di disabilità è causa ed effetto di povertà – ha sottolineato Giampiero Griffo del Consiglio Nazionale sulla Disabilità – perché le persone con disabilità sono soggette a discriminazioni e a mancanza di pari opportunità che producono una limitazione alla partecipazione sociale e violano ogni giorno i loro diritti umani. Inoltre, la visione negativa che la società trasferisce sulle persone con disabilità produce un fortissimo stigma sociale che ha conseguenze in tutti i campi della vita economica, culturale, politica e sociale. In caso di guerra, di catastrofi naturali e umane le persone con disabilità sono le prime a patire le terribili conseguenze delle emergenze, spesso con la morte e la mancanza di attenzione alla loro condizione. Per questo esse rappresentano i più esclusi fra gli esclusi, i più discriminati fra i discriminati, i più poveri tra i poveri».
Sulla base di questi elementi la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e il Consiglio Nazionale sulla Disabilità hanno deciso di aderire alla Marcia per la Giustizia e la Pace Perugia-Assisi che si terrà domenica 11 settembre e alle iniziative collegate (Sesta Assemblea dell’ONU dei Popoli e Seconda Assemblea dell’ONU dei Giovani), che avranno al centro il tema della povertà.
Durante la marcia, all’altezza di Bastia Umbra, una folta delegazione di persone con disabilità prenderà la testa del corteo a testimonianza dello stretto legame tra disabilità e povertà.
«Gli otto obiettivi dell’iniziative globale del Millennium Development Goals [Obiettivi di Sviluppo del Millennio, N.d.R.] – ricorda Pietro V. Barbieri, presidente della FISH – riguardano tutte le persone con disabilità nel mondo. Subire quotidianamente la povertà e la fame, vedersi negato l’accesso all’istruzione, vivere una doppia discriminazione per le donne con disabilità, non sopravvivere alla prima infanzia, essere abbandonati da uno o da ambedue i genitori, essere colpiti dalle più diffuse malattie, non avere accesso all’acqua e ai cibi, godere in maniera estremamente limitata della collaborazione globale per lo sviluppo, sono condizioni ordinarie di vita delle persone con disabilità nel mondo.
Le associazioni italiane, sostenendo la piattaforma della Coalizione Italiana contro la Povertà, chiedono inoltre a Kofi Annan, segretario delle Nazioni Unite, e ai 191 governi firmatari degli impegni del Millennium Development Goals (MDGs), che nel Summit di New York delle Nazioni Unite (14-16 settembre prossimi), convocato per monitorare i risultati conseguiti dallo stesso MDGs, sia dato adeguato spazio alle persone con disabilità che rappresentano circa la metà della popolazione più povera del mondo.
In particolare è stato richiesto di:
a) includere tra le priorità negli interventi per lo sradicamento della povertà le persone con disabilità, prevedendo un’adeguata attenzione all’interno degli otto obiettivi del MDGs.
b) incoraggiare le Agenzie dell’ONU, le istituzioni sopranazionali, i governi e le loro Agenzie per lo Sviluppo, la Banca Mondiale e altre istituzioni economiche internazionali, le agenzie internazionali private e i donatori in genere, ad incrementare i fondi destinati alle persone con disabilità, sostenendo in maniera prioritaria progetti ed azioni loro indirizzati.
c) coinvolgere le persone con disabilità e le loro organizzazioni nelle azioni di sostegno allo sradicamento della povertà, potenziando la collaborazione con le ONG delle persone con disabilità
d) invitare una delegazione di donne e uomini con disabilità a parlare durante il Summit di New York.
Roma, 1 settembre 2005
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