La Marcia Perugia-Assisi, come è ormai tradizione, ha in sé un grande, straordinario e sempre attuale valore: il camminare insieme. Perché è questo ciò che serve, oggi più che mai: essere uniti.
Uniti dal rifiuto che davanti a noi non possa esserci un futuro privo del diritto ad un’esistenza dignitosa per gran parte delle donne e degli uomini, delle bambine e dei bambini che abitano questo nostro pianeta.
Uniti dalla volontà di combattere il peggiore dei nostri nemici, l’indifferenza che diventa al fine rassegnazione, e che ci fa diventare spettatori inermi, non ritenendo più praticabile la via dell’impegno diretto, il diritto-dovere di essere protagonisti, secondo il motto «Ad ognuno di fare qualcosa».
Uniti nell’affermare che la disabilità deve rappresentare per tutti noi un valore aggiunto e non un elemento di discriminazione nella società. In questo noi crediamo fermamente e nella nostra piccola regione, l’Umbria, abbiamo cercato in questi anni di far seguire i fatti alle parole.
Sono dunque felice di marciare insieme a tutti, a partire da chi porta sulla sua pelle le sofferenza della disabilità.
In fondo sono questi i tratti qualificanti, peculiari, dell’ONU dei Popoli riunitosi in questi giorni e della Perugia-Assisi di domenica 11 settembre: coltivare motivazioni ideali molto forti e metterle dentro ad un lavoro concreto, quotidiano di elaborazione e proposta.
Sono in fondo i caratteri che hanno garantito continuità alle nostre iniziative e hanno fatto sì che ne nascessero di nuove, unendo la volontà di consolidare ciò che abbiamo e la necessità di cambiare costantemente, alla ricerca di obiettivi comunque chiari, anche se molto ambiziosi.
Tra questi obiettivi concreti c’è sempre stato ed oggi è quello richiamato in cima a tutti, quello di vigilare scrupolosamente sull’operato di coloro che hanno la responsabilità di governare gli Stati, chiedendo loro conto degli impegni assunti di fronte al mondo.
C’è poi quello altrettanto importante di favorire uno sviluppo equo e solidale che possa costruire un’economia mondiale che cancelli definitivamente le grandi sacche di fame e di povertà nel mondo.
È molto forte e molto concreto il fatto che questi giorni siano dedicati in particolare alla realizzazione di un messaggio ai capi di Stato e di Governo che stanno per riunirsi alle Nazioni Unite che sottolinei quanto sia tanto, troppo insopportabile la distanza che separa ciò che si impegnarono a fare cinque anni fa con la Dichiarazione del Millennio e ciò che realmente in questi lunghi cinque anni hanno realizzato.
Accanto a ciò che compete ai Governi del mondo, c’è quello che ciascuno di noi, singoli cittadini o rappresentanti delle Istituzioni, può e deve fare. C’è il lavoro, il grande lavoro che tutti gli enti locali del mondo possono e devono fare. C’è quella che abbiamo battezzato “la diplomazia dal basso” che deve continuare a crescere. Le Regioni, gli Enti Locali, le Istituzioni territoriali possono fare molto.
In questi anni la diplomazia dal basso ha fatto enormi passi in avanti e l’alleanza tra le istituzioni locali e i movimenti che sono cresciuti in tante parti del pianeta è diventata più robusta: dobbiamo insistere su questa strada.
L’Umbria sente sulle proprie spalle la responsabilità di essere diventata un simbolo mondiale di tale alleanza e per questo mi sento di dire che faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità sull’educazione alla pace, sulla cooperazione decentrata e sulla solidarietà concreta, continuando nel nostro lavoro di costruzione di una rete di enti locali a livello mondiale che sia in condizione di far pesare negli Stati e a livello internazionale il punto di vista dei popoli che in questa circostanza hanno trovato una sede tanto autorevole e importante.
Il mio augurio conclusivo è che il nostro Paese, l’Italia, possa tornare presto a giocare un ruolo attivo e positivo nel mondo e che l’Europa riprenda quel cammino di unità, ora in forte crisi, e di azione unitaria dei Paesi che la compongono per la pace e l’apertura di una nuova stagione di dialogo tra i popoli, per riconsegnare soprattutto ai giovani il diritto al futuro.
*Presidente Regione Umbria.