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Integrazione scolastica: la preoccupazione dell’ANFFAS

Espressione riflessiva e perplessaL’ANFFAS è fortemente preoccupata perché anche quest’anno, all’apertura dell’anno scolastico 2005/2006, ricompaiono i problemi e le paure per tante famiglie di persone con disabilità, sulle condizioni di garanzia del diritto allo studio per i loro figli.
Questo emerge già da diversi giorni, attraverso numerose telefonate ed e-mail pervenute allo Sportello Nazionale per l’Integrazione Scolastica dell’ANFFAS stessa.

Infatti, la logica della politica dei tagli a tutte le istituzioni preposte all’integrazione e alla presa in carico delle persone con disabilità adottata da questo Governo, rischia di mettere in seria difficoltà anche l’attuazione dell’integrazione scolastica da parte delle scuole di ogni ordine e grado. All’ANFFAS, ad esempio, risulta non essere stato assegnato un adeguato organico di insegnanti di sostegno e di assistenti di base per far fronte al numero crescente degli alunni con disabilità iscritti.
Il contingente organico assegnato alle scuole è lo stesso dell’anno scorso, in media un insegnante ogni due alunni, insufficiente a rispondere alle reali esigenze di ciascuno.
Le modalità con cui vengono assegnati gli insegnanti di sostegno  sono quelle esplicitate nel Decreto Ministeriale 331/98 (articoli 37 e 41), integrato dall’articolo 26, comma 16 della Legge 448/98: il Centro Servizi Amministrativi Provinciale dispone nell’organico di un posto ogni 138 alunni frequentanti le scuole statali della Provincia (articolo 40 della Legge 449/97) (organico di diritto).
Questi posti vengono poi assegnati alle singole scuole secondo le richieste avanzate dai dirigenti scolastici, documentate con diagnosi funzionale e corredate di Progetto Personalizzato di Integrazione (PEI).
Sul numero di posti calcolati con l’operazione precedentemente indicata (1:138), il direttore scolastico regionale può poi concedere (autorizzare) delle deroghe per i più gravi e nominare dei supplenti per le ore mancanti (organico di fatto).

L’ANFFAS si chiede oggi come sia possibile rispettare le indicazioni dei rapporti di sostegno se le risorse sono insufficienti e il Ministero non permette l’autorizzazione in deroga di altri insegnanti di sostegno per il contenimento della spesa pubblica!
Lo scorso anno scolastico 2004-2005, in molte regioni le famiglie si sono rivolte al Tribunale Civile perché venisse riconosciuto il pieno diritto allo studio dei loro figli, cui era stato negato un adeguato sostegno.
Ottenendo le ore di sostegno richieste e confermando così le sentenze di giudici che già dal 2002 si erano pronunciati in vari Tribunali d’Italia, è stata stabilita, a differenza di quanto deciso in base alle direttive del Ministero dell’Istruzione, l’assegnazione di un insegnante di sostegno per ciascun alunno, ristabilendo il rapporto di uno a uno nei casi di gravità, giudicando altresì il diritto all’istruzione come soggettivo e inviolabile.
Il giudice ha ordinato quindi all’amministrazione scolastica di assegnare un maggior numero di ore di sostegno, poiché in presenza di un diritto inviolabile, l’amministrazione stessa non può esercitare scelte discrezionali, né comprimere tale diritto, ma limitarsi a garantire la realizzazione piena dello stesso.
Questa procedura lo scorso anno ha creato notevoli difficoltà; quest’anno, in assenza di altri interventi, esiste il fondato rischio che si riproduca la medesima situazione.

Secondo l’ANFFAS, però, quanto accaduto non risolve il problema, né può diventare una prassi da indicare alle famiglie che si rivolgono allo Sportello per segnalare le disfunzioni della scuola.
Le sentenze servono a sostenere un diritto nelle situazioni estreme in cui questo viene negato, ma non possono diventare una routine e se risolvono il problema formale che garantisce l’accoglienza, lasciano irrisolto il problema sostanziale della ricerca delle modalità di lavoro della scuola e/o dell’individuazione delle altre risorse presenti nelle diverse situazioni. Né sono certo in grado di indicare o suggerire percorsi possibili.
Tali sentenze, inoltre, rischiano di legare la possibilità di integrazione unicamente alla presenza dell’insegnante di sostegno: ciò non favorisce l’analisi del complesso quadro di relazioni che si crea in un gruppo, in una classe e in una scuola, in presenza di un progetto di integrazione.
  
Il Legislatore, consapevole di tale bisogno, ha predisposto un insieme di procedure da attivare, a livello centrale e periferico da parte di tutte le Istituzioni (si veda la Legge 104/92), affinché siano accolti i bisogni formativi degli alunni disabili e dei loro compagni, sia riconosciuta la professionalità dei docenti e del personale scolastico (e non) e si possano attivare le molteplici risorse delle scuole, pur in presenza di una situazione economica e di riorganizzazione della scuola, a nostro avviso non favorevole alla realizzazione di percorsi di integrazione (vedi Finanziaria 2005 e previsione Finanziaria 2006).

Ciò nonostante, pur riconoscendo le difficoltà presenti all’inizio di un nuovo anno scolastico, l’ANFFAS propone la propria collaborazione e chiede al ministro di sollecitare, nei modi che riterrà più opportuno, la convocazione di tutti i gruppi di lavoro che con diversi compiti e funzioni operano sul territorio nazionale e locale (si veda la Nota Ministeriale Protocollo 4798 del 27 luglio 2005 sulle buone prassi).

L’ANFFAS, infine, non ritenendo esaustiva  la battaglia del diritto all’integrazione scolastica nelle aule dei Tribunali, si augura di poter continuare a collaborare – come già lo scorso anno in occasione degli incontri di lavoro dell’INValSI (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Eduicativo), per l’elaborazione degli indicatori di qualità – sicura di condividere l’interesse e il desiderio di realizzare una scuola a misura di alunno, in cui ognuno sia messo in condizione di dare il meglio di sé con serenità e nel rispetto della propria personalità.
E tuttavia, se né il ministro, né le Direzioni Scolastiche Regionali, né i dirigenti scolastici delle singole scuole risponderanno positivamente alle richieste di deroga, l’unica via possibile rimarrà quella legale, e l’ANFFAS Nazionale, attraverso il Tribunale dei Diritti dei Disabili, intende analizzare la situazione e sostenere le famiglie.

La nostra Associazione, quindi, intende lavorare in modo positivo per la risoluzione dei problemi e chiede in tempi brevi la convocazione dell’Osservatorio Nazionale per l’Integrazione Scolastica del MIUR, per informazioni, dati e proposte da parte del ministro perché nella scuola gli alunni con disabilità, e in generale tutti gli alunni, i docenti, gli operatori ATA e così pure quelli delle ASL e dei Comuni, possano lavorare nel modo migliore.

*Presidente nazionale ANFFAS ONLUS.

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