«Nei giorni scorsi – ci racconta un lettore dalla Sardegna – mi sono recato presso la biglietteria Meridiana dell’aeroporto di Cagliari Elmas, nel tentativo di acquistare dei biglietti aerei per mia figlia Claudia, in carrozzina a causa di una malattia metabolica, per il volo Cagliari-Firenze del 7 dicembre, con rientro l’11 dicembre e quindi con congruo anticipo. Ebbene, in maniera molto sgarbata mi è stato risposto che dovevo prima chiamare il call-center Meridiana (19911133) per avere l’assenso e che dovevo compilare in duplice copia manuale (quindi per quattro volte!) un certificato medico completo di diagnosi, sintomi e prognosi».
Primo nostro rilievo: e tutte le norme sulla privacy?
«Difatti – continua il nostro lettore – ho fatto subito presente, essendo anche medico, l’assurdità della richiesta e del modulo, in assoluto contrasto con le leggi sulla privacy, nonché il fatto che costringendomi a chiamare un call-center a pagamento, mi stavano facendo pagare una sorta di tassa sulla malattia di mia figlia. Mi è stato risposto, sempre in maniera molto sgarbata che non era un problema loro ma una procedura standard».
Abbiamo potuto vedere il modulo in oggetto e oltre a tutto il resto, ci ha colpito in particolare un dato, ovvero l’obbligo di dichiarare che «il disabile non disturbi o rechi fastidio agli altri passeggeri»…
Ma proseguiamo con il racconto della vicenda.
«In ogni caso a quel punto mi sono assoggettato alla cosa, sono tornato a casa, ho chiamato il call center e fatto la prenotazione (15 minuti di collegamento per “problemi col computer”). Il giorno dopo mi sono nuovamente recato alla biglietteria e ho scoperto che il biglietto Firenze-Cagliari, con scalo ad Olbia, mi era stato conteggiato come due tratte separate ad un costo esorbitante. Ho perciò protestato e mi è stato risposto, sempre con tono infastidito, che si trattava di un errore del call center, di richiamare e di ritornare. Quasi “con la bava alla bocca” sono tornato a casa e ho chiamato il call center, scoprendo che la prenotazione era giusta, mentre ad aver sbagliato era stata la persona della biglietteria… Sono andato quindi in una qualunque agenzia di viaggi, dove in cinque minuti mi sono stati fatti i biglietti e ho scoperto che: la telefonata al call center fa parte dei doveri della biglietteria che incassa 10 euro a biglietto per la sua emissione; l’impiegata della biglietteria ha in tempo reale sul suo computer la prenotazione, che era effetivamente corretta fin dall’inizio. Ed infine che quel tipo di certificato viene usato solo da Meridiana e non è una prassi ma il frutto di un regolamento interno».
Usando una vecchia formula di Antonio Lubrano, a questo punto una domanda sorge spontanea: che la Meridiana voglia in tutti i modi scoraggiare l’uso dei suoi aerei a chi ha problemi di mobilità?
Forse è così, anche perché il papà di Claudia ci ha detto pure «di aver volato con sua figlia per mezza Europa, tramite svariate compagnie, ma di non avere mai subito vessazioni del genere».
Noi sappiamo però che pur essendo la Meridiana una sorta di “caso limite“, più volte denunciato da Superando.it, si tratta invece di situazioni e prassi ben più frequenti di quanto si crede, in tutta Europa, soprattutto da parte delle cosiddette compagnie low cost (“a basso costo”).
Più che mai, quindi, appare urgente lavorare e fare pressione per arrivare alla ratifica del nuovo Regolamento Europeo sui viaggi aerei delle persone con disabilità il quale – se messo a punto nel migliore dei modi – non consentirà più in futuro il verificarsi di vicende come questa, vere e proprie “violazioni dei diritti umani”.