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Anno nuovo vita vecchia?

Nel passaggio da un anno all’altro è sempre opportuno tracciare un rapido consuntivo degli avvenimenti accaduti in un certo settore, cercando di formulare un giudizio su di essi.
Cos’è avvenuto, dunque, durante il 2005, in materia di politiche di integrazione scolastica? Partiamo dapprima con una rapida cronaca.Aula scolastica con una sola alunna

La cronaca
Dopo numerose insistenze, anche scritte, delle associazioni, il sottosegretario del Ministero per l’Istruzione, Valentina Aprea, ha convocato in giugno una riunione dell’Osservatorio Ministeriale Permanente nel corso della quale si è deciso l’avvio di una ricerca sugli indicatori di qualità dell’integrazione scolastica, tramite la somministrazione di un questionario in alcune scuole.
Al termine di tale ricerca, che doveva “tarare” tecnicamente il questionario, esso sarebbe rientrato nel questionario generale di valutazione della qualità del sistema d’istruzione, dal momento che l’integrazione scolastica deve ormai considerarsi una componente ineliminabile e trasversale di tutto il sistema scolastico, concernendo circa il 2% della popolazione studentesca,  inserito, per essere integrato, nella quasi totalità delle classi, specie della scuola elementare e media.
Si decise allora anche di organizzare un seminario di studio in autunno sulla didattica relativa all’integrazione.
Il sottosegretario fece una fugace apparizione, senza dare alcuna risposta ad un documento delle associazioni, recante quindici punti critici dell’integrazione che necessitano urgenti soluzioni.
La ricerca,  invece, affidata all’INValSI (Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Educativo), si è svolta e i risultati saranno prossimamente presentati alle associazioni.

Dal 28 al 30 novembre, poi, è stato organizzato a Sant’Agnello di Sorrento un interessante seminario riservato ai referenti regionali e provinciali per l’integrazione scolastica e agli esperti delle associazioni appartenenti all’Osservatorio.
Ai lavori hanno partecipato oltre il 90% dei referenti invitati, mentre c’è stata una scarsa presenza delle associazioni. In tale circostanza sono state svolte cinque relazioni (di cui una sul progetto ministeriale per creare una serie di referenti provinciali in ambito di mezzi informatici utilizzati dagli alunni con disabilità) e quattro concernenti rispettive esperienze e modalità di integrazione nel Nord-Est, Nord-Ovest, Centro e Sud d’Italia.
Vi è stata inoltre una tavola rotonda sui rapporti interistituzionali per garantire la qualità dell’integrazione, coordinata dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sardegna, Armando Pietrella, nel corso della quale sono intervenuti un sindaco, un rappresentante di una Provincia e uno dell’ASL, con un breve dibattito conclusivo.
Successivamente si sono svolti quattro gruppi di lavoro sulle medesime tematiche i quali hanno elaborato documenti con osservazioni e proposte per il prossimo futuro.
In tale occasione, vi è stata un’altra fugace apparizione di quattro minuti – quasi “virtuale” – del sottosegretario Aprea che ha ringraziato tutti per l’impegno, formulato gli auguri per le festività e delegato il direttore generale per lo Studente, Mariolina Moioli, a rispondere alle quindici richieste rivolte da oltre un anno al Ministero, da parte delle associazioni.
Il ministro Letizia MorattiHa chiuso poi con una grande notizia: un facoltoso offerente di Verona ha effettuato una lauta elargizione affinché i compagni dei bambini non udenti delle scuole di quella città potessero imparare la LIS (Lingua Italiana dei Segni), per comunicare e integrarsi con loro. Non ha precisato, data la fretta, se la LIS sarebbe stata insegnata anche ai compagni dei sordi “oralisti” che sempre più frequentemente le famiglie protesizzano in età precocissima o fanno “impiantare” con l’impianto cocleare, non avendo quindi più bisogno né di LIS né di interpreti gestuali.
I lavori di Sant’Agnello sono stati chiusi proprio da Moioli che ha garantito l’avviamento di soluzioni amministrative alle varie richieste delle associazioni, rimaste ancora senza alcuna risposta da parte del livello politico.
In altra parte di questo sito – anche per documentare la serietà dei lavori svolti in Campania – si può consultare il documento relativo al gruppo di lavoro sui rapporti interistituzionali.

Al rientro a Roma, il direttore generale Moioli ha reso noto di avere inviato per la firma – secondo le richieste delle associazioni – due lettere, una di convocazione per un incontro con i sindacati-scuola e una di richiesta di convocazione della Conferenza Stato-Regioni-Città, nonché di avere in preparazione una bozza di Direttiva o di “raccomandazioni” sulle male e le buone prassi di integrazione per migliorarne la qualità.

Questa la cronaca degli avvenimenti dell’anno che, pur non essendo particolarmente risolutivi dei gravi problemi attuali, mostrano come qualcosa, sia pur lentamente, si muova, se non altro a livello amministrativo.

Qualche giudizio
Ma quale giudizio si può dare al termine del 2005? Seguiamo dapprima le vie gerarchiche.

Il ministro: di Lei si può dare, in materia di politiche per l’integrazione scolastica, la definizione che il catechismo cattolico dà di Dio: «C’è, ma non si vede».
Infatti, il ministro è presente con la firma in tutti i Decreti Delegati attuativi della Legge 53/2003 di riforma della scuola, nei quali vi è sempre un accenno alla salvezza dell’integrazione scolastica, secondo i principi fissati dalla Legge quadro 104/92; è assente però a livello di politiche scolastiche sull’integrazione, non avendo dato alcuna risposta ai numerosi quesiti urgenti sui rischi per la qualità dell’integrazione stessa, né avendo mai convocato una conferenza dei servizi con i direttori scolastici regionali che ormai sono i decisori, per il Ministero, a livello regionale e che dovrebbero avviare la stipula generalizzata degli accordi di programma sull’integrazione scolastica, ancora realizzati solo in pochissime regioni in modo totale, come l’Emilia Romagna, il Veneto, la Toscana, il Piemonte e la Liguria.

Il sottosegretario Valentina ApreaIl sottosegretario
: di Lei si potrebbe dire il contrario del ministro: «Si vede, ma non c’è». Infatti, appare e scompare rapidissimamente negli incontri in cui sono presenti le associazioni delle persone con disabilità e dei loro familiari; ma non risponde e delega tutto al livello amministrativo.
Eppure, il DPR 29/93 ha fissato con chiarezza due livelli nelle Pubbliche Amministrazioni, quello politico, riservato ai ministri e ai sottosegretari e quello amministrativo riservato ai dirigenti generali, fra i quali non può esservi scambio di funzioni, compiti e azioni.
Il fatto quindi che il sottosegretario abbia ricevuto espressamente la “delega” dal ministro circa la materia dell’integrazione scolastica, fa gravare su di Lei tutte le competenze politiche in questo campo. Ma tale delega è stata esercitata solo in piccola parte, rispetto alle ampie necessità del settore, che pur appare come prioritario nella Direttiva Ministeriale del 2003 sugli obiettivi delle politiche scolastiche. E probabilmente è stata proprio la sensazione di scarso impegno del livello politico, avvertito dalle associazioni, la causa della  loro modesta partecipazione al seminario di Sant’Agnello di Sorrento.

La Segreteria del sottosegretario: bisogna dare pubblicamente atto a tale Segreteria che, tutte le volte che sono stati segnalati casi gravi e urgenti di mala integrazione, è intervenuta con successo, garantendo il diritto allo studio messo a rischio per alcuni alunni con disabilità.
Si tratta però di interventi “emergenziali”, per i quali senz’altro si ringrazia, ma che non possono sostituire scelte di linea politica generale di fondo.

Il livello dirigenziale: la Direzione Generale per lo Studente, pur avendo a sua disposizione appena quattro operatori – che però sono impegnati in parte anche in altri settori della Direzione – si è sforzata, durante il 2005, di fare il possibile per venire incontro alle richieste delle associazioni e l’impegno profuso nella preparazione del seminario di Sant’Agnello e nelle iniziative successive stanno a dimostrarlo.
Sarebbe però stato necessario che in questi cinque anni l’organico dell’Ufficio per l’Integrazione Scolastica degli Alunni con Disabilità venisse incrementato, in modo da tenere contatti regolari con i referenti provinciali per l’integrazione scolastica, che invece sono stati riuniti a Sant’Agnello per la prima volta.

Previsioni per il 2006
Invero, sino a fine marzo, con il ministro impegnato per le elezioni da sindaco a Milano, oltre che per le votazioni politiche, c’è poco o nulla da sperare. Sarebbe già tanto se riuscisse a sottoscrivere le “raccomandazioni” di cui sopra.
Dal canto suo, il sottosegretario, se si impegnasse a livello di politiche generali così come fa impegnare la Segreteria, potrebbe anche dare risposte operative ad alcune tra le più urgenti istanze delle associazioni, magari dandone notizia ufficiale in un ultimo incontro dell’Osservatorio Ministeriale, fortemente richiesto dalle associazioni presenti a Sant’Agnello.
Ma è la Direzione generale per lo Studente – visti anche i precedenti – quella sulla quale ritengo realisticamente si possa fare affidamento per qualche piccola soluzione, che sarebbe una grande cosa rispetto all’immobilismo politico di questi cinque anni.
Per quanto poi riguarda il periodo successivo alle elezioni nazionali del 9 aprile, non si possono fare previsioni. Una cosa però è certa: a livello politico – chiunque vinca quelle elezioni – peggio di come è andata in questo quinquennio non potrà andare. Questo è anche l’unico augurio sincero che ci possiamo fare, impegnati come siamo nel miglioramento della qualità dell’integrazione scolastica.

*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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