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Viaggio allucinante

Martedì 10 gennaio Massimo Toschi, assessore regionale toscano alla Cooperazione e al Perdono, si stava recando in Burkina Faso per incontrarne il ministro dell’Agricoltura e per inaugurare il reparto maternità di un ospedale realizzato in una delle zone più povere del Paese africano, con finanziamenti della Regione Toscana.Immagine di disperazione
Egli, però, non vi è mai arrivato, avendo perso la coincidenza a Parigi – dov’era giunto da Pisa con un volo Air France – a causa di un episodio gravemente discriminatorio, l’ennesimo verso una persona con disabilità che viaggia in aereo.
Né i suoi diritti né la sua dignità sono stati rispettati, dimostrando ancora una volta come sia urgente e fondamentale che diventi operativo nel più breve tempo possibile il Regolamento Europeo approvato alla fine del 2005 – di cui il nostro sito si è occupato a lungo – che renderà illegale in tutta l’Unione Europea questo genere di comportamenti.

Tornando alla vicenda di cui ci stiamo occupando, nonostante tutte le realtà interessate fossero state avvisate preventivamente della sua condizione di disabilità, una volta arrivato all’aeroporto della capitale francese, l’assessore Toschi non ha trovato ad attenderlo la particolare vettura con elevatore che serve ad un passeggero con disabilità per scendere dall’aereo.
«Mentre le valigie sono state scaricate subito – ci ha raccontato lo stesso Toschi – un cittadino con handicap è stato lasciato sull’aereo oltre ogni limite di tollerabilità».
Ma non finisce qui. Dopo essere stato portato con l’elevatore in una zona dell’aeroporto ed esservi rimasto praticamente “segregato” per quindici minuti, «non potendo comunicare con l’esterno se non con colpi di bastone sul vetro», Toschi è stato finalmente condotto in un’altra zona, con la promessa di essere condotto subito all’imbarco. Ciò è avvenuto solo dopo un’ulteriore attesa, trascorsa la quale è stato raggiunto da una persona che non conosceva lo scalo e che – attraverso una serie di “percorsi tormentati” – lo ha portato al cancello per la partenza.
E a questo punto i due sono stati bloccati, a causa dell’uso della carrozzina, poiché all’aeroporto questa può stare solo sulla vettura con elevatore. Un ulteriore imprevisto, questo, che ha definitivamente fatto perdere a Toschi l’aereo per l’Africa.Massimo Toschi

Rientrato nel nostro Paese, l’assessore ha scritto subito a Yves Aubin de La Messuzière, ambasciatore francese in Italia, raccontando l’accaduto e auspicando che simili episodi non si ripetano più. E solidarietà è giunta da tutto il Consiglio Regionale Toscano, che ha preparato a sua volta una missiva per l’ambasciatore transalpino.
«La Francia chieda scusa all’assessore Toschi ed elimini tutte le vergognose barriere nei confronti dei disabili presenti all’aeroporto di Parigi», si legge nel comunicato che ha preceduto la lettera voluta in primo luogo dal consigliere regionale Erasmo D’Angelis e da tutto il gruppo Margherita-Ulivo.
«Non deve passare sotto silenzio – viene detto ancora – l’assurda violenza subita dall’assessore regionale Massimo Toschi all’aeroporto di Parigi. Una persona, tanto più se in difficoltà, merita sempre rispetto e attenzione, molto più di un pacco o di una valigia. Toschi è stato abbandonato sulla sedia a rotelle in un corridoio dello scalo parigino, senza alcun supporto, né aiuti, né risposte alle sue richieste. Ha perso un aereo e gli è stato quindi impedito lo svolgimento del suo lavoro di assessore regionale. Un episodio vergognoso. Eppure, la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini è stata, fin dall’origine, un elemento costitutivo della costruzione dell’Europa. Evidentemente sono ancora molte le barriere culturali e fisiche che devono essere superate. Non deve passare sotto silenzio una vicenda di ordinaria discriminazione».
«Il viaggio allucinante di Toschi – è la conclusione della nota – dimostra quanto sia ancora lunga la strada che porta al rispetto della dignità delle persone e quanto sia difficile, a volte impossibile, per i diversamente abili accedere ai servizi e svolgere il proprio lavoro».

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