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Campania: crisi della riabilitazione

Fisioterapista al lavoroA distanza di pochi giorni dall’emanazione della Delibera 113 dell’8 febbraio 2006 con cui la Giunta regionale della Campania aveva indicato alle Aziende Sanitarie la possibilità di pagare le competenze di convenzionati e fornitori maturate durante il 2005, in attesa che la So.Re.Sa (Società Regionale per la Sanità, predisposta per il ripiano del debito delle ASL) diventi operativa, è stato lo stesso assessore regionale alla Sanità Angelo Montemarano a ripensarci, inviando alle ASL una circolare esplicativa che sostanzialmente nega, di fatto, ogni possibilità di remunerazione.
Incassi bloccati, quindi, sia per gli arretrati del 2005, sia per le prestazioni che saranno erogate nell’anno corrente, rimandando tutto alla data del 30 giugno 2006, termine entro il quale è previsto il decollo della citata So.Re.Sa. 

La circolare di Montemarano ha suscitato le proteste di tutto il settore della specialistica convenzionata esterna campana, con la riabilitazione in testa, un ambito già alle strette a causa delle drastiche misure antispesa messe in campo dalla Regione con la Finanziaria di fine anno e da tempo in ginocchio a causa del lungo stillicidio sui pagamenti (non ancora saldati per diverse mensilità negli ultimi tre anni) e dal mancato aggiornamento delle tariffe ferme a sei anni fa.
 
Nei giorni scorsi, durante un vertice presso la sede dell’ANPRIC (Associazione Nazionale Presidi di Riabilitazione Convenzionati), aperto ai responsabili delle varie associazioni di categoria, sono state decise le strategie da mettere in campo al fianco di terapisti e familiari dei pazienti che hanno già programmato per il 3 marzo un sit-in di protesta sotto Palazzo Santa Lucia a Napoli, sede della Giunta Regionale Campana.

«A fronte dello sfascio dei conti della sanità pubblica regionale – ha dichiarato Marco Mosca, del Direttivo di ANISAP (Associazione Nazionale Istituzioni Ambulatoriali Private) – e dopo il danno di un caos programmatico e normativo che ha prodotto la paralisi del nostro settore, non possiamo accettare anche la beffa di essere additati come la causa principale del debito regionale».
Rispedita al mittente anche l’accusa proveniente dall’Assessorato Regionale alla Sanità di utilizzare licenziamenti e chiusura dei centri come minaccia e arma di ricatto: «La chiusura – ha sottolineato ancora Mosca – è già una realtà: a Napoli, in pochi mesi, hanno chiuso i battenti due centri e i trenta posti di lavoro finora perduti potrebbero presto diventare migliaia. Se la riabilitazione è un settore dell’assistenza al 90 per cento in convenzione non è certo per nostra scelta: infatti, nei rari casi in cui le ASL hanno provato a investire in strutture proprie, la mancanza di pagamenti regolari al personale ha finito per fare arenare tutto. In quanto alla So.Re.Sa ci vorranno tempi ben lunghi prima che funzioni».
«Se i tagli sono dovuti e necessari – ha aggiunto Nando Mariniello, responsabile del settore riabilitazione dell’ANISAP – noi non possiamo erogare gli stessi volumi di prestazioni e con le stesse tariffe del 2000. I tagli non sono del 5 o 6%, ma del 25%in tre anni».
 
Particolarmente interessante, per concludere, la dichiarazione di Fulvio Merlino, della Sezione Sanità dell’Unione Industriali: «La riabilitazione non è solo fisiochinesiterapia, ma anche Legge 11 [Legge Regionale 11/84, N.d.R.], ovvero assistenza ai disabili. In questo caso è l’ASL stessa che dispone, a monte, il progetto riabilitativo con tipo e durata delle attività di recupero. Ma anche qui il gioco è ormai noto: erogate, erogate che tanto non sarete pagati…».

Pagine aperte del nostro sito, naturalmente, a qualunque replica voglia pervenire dalla Giunta Regionale della Campania.
(S.B.)

Si ringrazia per la collaborazione Massimo Botti, del sito «Il Denaro». 

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