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Come usare un sollevatore

SollevatoreMolte persone che non riescono a deambulare hanno la necessità di uno specifico ausilio per svolgere quelle attività quotidiane che richiedono il trasferimento dal letto alla carrozzina o da questa alla vasca da bagno o al WC. Stiamo parlando dei sollevatori, prodotti che dovrebbero appunto aiutare in queste manovre.
Non tutti i sollevatori sono uguali, ma non si può nemmeno affermare che ne esista, in assoluto, uno preferibile agli altri. La scelta, infatti, è condizionata da molti elementi: gli spazi disponibili per le manovre, chi userà lo strumento (un operatore esperto oppure un familiare magari anziano?), la disponibilità economica, il luogo di impiego prevalente, lo stile di vita dell’utente finale. Tutti elementi da valutare con attenzione.
Bisogna poi verificare che il sistema di freno sia affidabile, che il sollevatore garantisca una buona stabilità durante tutte le operazioni e che consenta anche il trasferimento da terra.
E ancora, attenzione agli ingombri: non è infrequente infatti che vengano acquistati ottimi sollevatori che però non entrano in bagno oppure non riescono ad effettuare il trasferimento nella vasca.
Infine, un ulteriore elemento di giudizio è dato dalla maneggevolezza: per alcune persone è indispensabile poter trasportare facilmente il sollevatore anche in vacanza o per altri spostamenti motivati da ragioni di lavoro o di salute.
In linea generale, quindi, il sollevatore dev’essere comodo, maneggevole e sicuro sia per chi lo usa che per la persona con disabilità. 

Caratteristiche comuni
Sotto il profilo tecnico, il sollevatore non è uno strumento molto complesso, composto com’è da un meccanismo di sollevamento che può essere meccanico, oleodinamico oppure governato da un motore elettrico.
Sul fusto del sollevatore è poi innestato un bilanciere, che si alza e si abbassa cui sono agganciate le imbracature necessarie ad accogliere la persona con disabilità. Queste ultime sono intercambiabili: generalmente per ogni sollevatore ne sono disponibili diversi tipi, per rispondere alle differenti esigenze dell’utente.
Queste le componenti comuni. Vediamo ora le differenze.

Il sollevamento
Il sollevamento può essere garantito da una forza manuale o elettrica. I meccanismi manuali si basano su una vite senza fine oppure su una pompa oleodinamica e l’operatore deve comunque compiere uno sforzo, pur non molto impegnativo. Con il sollevamento elettrico, invece, garantito da un motore alimentato da una batteria o dalla rete elettrica, il movimento viene attivato da un normale pulsante e quindi lo sforzo è irrisorio.
Le differenze non sono sostanziali sotto il profilo della struttura, dell’ingombro e della sicurezza. La diversità sta nel costo e nella comodità d’uso: quelli elettrici, più comodi, sono i più costosi.
I sollevatori vengono definiti anche mobili o fissi, a seconda che possano essere spostati agevolmente all’interno dell’abitazione oppure essere fissati laddove serve (ad esempio in prossimità della vasca da bagno o del WC). Alcuni modelli (pochi) possono essere sia mobili che fissati, al bisogno, su un’apposita staffa.
I sollevatori mobili sono senza dubbio i più diffusi e utilizzati e tuttavia a volte gli spazi ridotti o la limitata necessità di trasferimenti impone la scelta di un ausilio fissato al muro (ad esempio a fianco di una vasca da bagno), con piccoli interventi di muratura. Prima di procedere è consigliabile perciò valutare l’effettiva funzionalità del sollevatore, magari richiedendo un sopralluogo e alcune prove da parte di un tecnico.

Sollevatori a soffitto
Vanno senza dubbio segnalati anche i sollevatori a soffitto che permettono il trasferimento nelle diverse stanze con facilità e senza ingombri; è però necessario predisporre un binario a soffitto su cui fare scorrere l’ausilio. Il percorso di tale binario è realizzato a seconda delle esigenze di spostamento della persona: dalla camera al bagno, dalla vasca al water ecc.
In questo caso sono necessari interventi murari: ad esempio, per alcuni modelli è indispensabile eliminare gli architravi delle porte per poter passare da una stanza all’altra. Per altri modelli quest’ultimo problema è stato risolto, ma ogni intervento di ancoraggio al soffitto va comunque realizzato e anche con una certa cura!
Pure in questi casi, prima di procedere a qualsiasi installazione, è necessario il sopralluogo di un tecnico che valuterà la fattibilità e i costi dell’intervento.

Le imbracature
Il momento della scelta dell’imbracatura non va mai sottovalutato: essa infatti dev’essere adatta e comoda alla persona con disabilità, ma anche facile da usare per l’operatore; è poi necessaria un po’ di attenzione – da prestare soprattutto nel momento dell’aggancio dell’imbracatura che precede il sollevamento – e di addestramento.
Sollevatore per trasferimento in vasca da bagnoVale la pena ripeterlo: la gamma di imbracature è estremamente variegata per materiali, dimensioni e modalità di aggancio. Quando si sceglie l’imbracatura, bisogna considerare la patologia, il controllo della testa e del tronco, il peso e le dimensioni corporee dell’utente.
Ad esempio, nel caso di una persona con distrofia muscolare, sarà necessario che l’imbracatura sia particolarmente avvolgente. 

La fornitura
Il Nomenclatore Tariffario, cioè la norma che regolamenta la fornitura di ausili a carico del Servizio Sanitario Nazionale, indica anche «i sollevatori mobili ad imbracatura» ad azionamento manuale (meccanico od oleodinamico) o a batteria. Tali ausili rientrano quindi fra quelli che possono essere erogati dalle Aziende USL in cui risiede la persona interessata.
Spesso però accade che le Aziende USL coprano solo una parte della spesa, che solitamente corrisponde al costo di un sollevatore con prestazioni limitate. Succede anche che esse ricorrano al riciclo, fornendo cioè al richiedente un prodotto già usato, seppur funzionante. In tal caso risulta difficile verificare in anticipo se l’ausilio risponda effettivamente alle specifiche valutazioni di sostanza raccomandate più sopra.
Per evitare equivoci, è importante quindi che il medico prescrittore precisi dettagliatamente quali siano le esigenze del paziente, indicando, se possibile, anche eventuali problemi legati all’ingombro dell’ausilio. La prescrizione, infine, deve contenere indicazioni precise anche per quanto riguarda la tipologia di imbracatura.
Come abbiamo visto, il Nomenclatore ammette la fornitura di «sollevatori mobili ad imbracatura». Può accadere però che la persona o l’ambiente in cui vive necessitino di un sollevatore fisso o a soffitto. In questi casi il prescrittore dovrà precisare la riconducibilità, ovvero evidenziare che il sollevatore prescritto – pur essendo diverso da quello ammesso dal Nomenclatore – risponde alle stesse esigenze funzionali.
Se l’Azienda USL autorizza la fornitura, riconosce comunque una somma di rimborso pari al costo del sollevatore normalmente fornito, cioè una cifra di molto inferiore alla spesa reale.

*Periodico nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Testo tratto dal numero 154 di «DM» e pubblicato per gentile concessione del giornale.

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