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Null’altro che un istituto di cinque piani

Mano che segnala di fermarsi«Assimilare un istituto ad una comunità significa stravolgere completamente l’idea che sta alla base della costituzione delle piccole comunità e del loro inserimento nel territorio. Significa far rientrare la logica istituzionale non dalla finestra, ma dalla porta principale».
Lo dichiara, in una nota ufficiale, il CAT delle Marche (Comitato Associazioni Tutela), in riferimento al DGR (Decreto di Giunta Regionale) 1168/2006, con il quale sono stati stabiliti i criteri di compartecipazione alla spesa tra gli enti, per la gestione di Comunità (CoSER) per disabili gravi.

«Le CoSER – spiega il Comitato delle Associazioni – sono piccole comunità residenziali di 8-10 posti, inserite nei normali contesti abitativi, in alternativa alle logiche istituzionalizzanti delle vecchie strutture residenziali per disabili. Le abbiamo sempre appoggiate con forza, nella prospettiva della massima integrazione nella società delle persone con disabilità».
Oggi, però, la Regione Marche ha inserito tra le comunità destinatarie del finanziamento, con l’assegnazione di 400.000 euro, anche l’Istituto Divina Provvidenza di Loreto, struttura composta da 52 persone per altro non tutte con disabilità. «Una residenza – sottolinea il CAT – che nulla ha in comune con le comunità. Il fatto che la stessa sia organizzata su cinque piani non può certo significare che si sia in presenza di “cinque comunità”. Si tratta semplicemente di un istituto su cinque piani».

Il Comitato aveva già espresso la propria totale contrarietà all’inserimento della Divina Provvidenza in un provvedimento riguardante le CoSER, formulando per altro ipotesi alternative per l’eventuale finanziamento di tale istituto. Oggi però non ritiene di poter accettare in alcun modo l’assimilazione di un istituto ad una comunità. «Non si può infatti – viene ribadito – inserire tra le comunità una struttura con un’organizzazione del tutto diversa da quella prevista dalla Regione Marche per le comunità socio-educative-riabilitative. L’Istituto Divina Provvidenza, come ben testimoniano la tipologia degli utenti o la stessa modalità di pagamento della retta da parte degli enti, è un istituto e non è accettabile alcuna forma di confusione. Anche perché se dopo questo finanziamento si permetterà a tale struttura di 52 persone di essere pure classificata tra le comunità, si metterà la parola fine al modello comunitario iniziato dalla Regione con le comunità alloggio nate alla fine degli anni Novanta. Tutto ciò non possiamo accettarlo e ci batteremo con tutte le nostre forze perché non avvenga».

Ogni cosa, quindi, ha la necessità di essere chiamata con il proprio nome: questo il concetto espresso dal CAT, che ha chiesto pertanto alla Regione di modificare subito il provvedimento adottato, prevedendo il finanziamento delle comunità che siano tali (8-10 persone) e stabilendo l’impossibilità di accorpamenti, come più volte chiesto.
(S.B.)

Del Comitato Associazioni di Tutela (CAT) delle Marche fanno parte:
AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) Regionale
Alzheimer Marche
ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali) Jesi
ANGLAT (Associazione Nazionale Guida Legislazione hAndicappati Trasporti) Marche
ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) Marche
Associazione Free Woman
Associazione La Crisalide
Associazione La Meridiana
Associazione Libera Mente
Associazione Paraplegici Marche
– Centro H
Gruppo Solidarietà
Tribunale della Salute Ancona
UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) Ancona
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