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Una risposta in Campania al “Dopo di noi“

Mancava in Campania un luogo per accogliere persone con disabilità grave e prive del sostegno delle famiglie.
Oggi, da poche settimane, c’è Il Castagno, una comunità alloggio situata ad Arpaia, nel Beneventano, e aperta dalla cooperativa sociale Gesco, presieduta da Sergio D’Angelo, con un finanziamento previsto dalla Legge Finanziaria per il 2001 (Legge 388/2000, articolo 81), riferito alla Legge quadro 104/1992, nel punto in cui quest’ultima parla del cosiddetto “Dopo di noi”.
Di tali problematiche il nostro sito si è occupato anche in modo approfondito, ad esempio con l’articolo Dopo di noi da creare “durante noi”, curato da Salvatore Nocera, vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).Un castagno

Con l’espressione “Dopo di noi” ci si riferisce in sostanza a quella serie di provvedimenti mirati a trovare una sistemazione accogliente e dignitosa per le persone con disabilità prive del sostegno dei familiari, nel caso in cui, ad esempio, i genitori vengano a mancare.
Il Dopo di noi non tiene conto solo della sistemazione abitativa, ma si occupa della gestione totale della persona, anche negli aspetti amministrativi e legislativi. Esso nasce dalla preoccupazione dei genitori per il destino del proprio figlio con disabilità in loro assenza, nella consapevolezza che egli non sarà in grado di gestire autonomamente la propria vita.

La nuova comunità campana acquista un significato particolare sul suo territorio proprio per la scelta di accogliervi persone all’interno del progetto “Dopo di noi” e anche per questo la sua inaugurazione è stata salutata con particolare soddisfazione.
«È necessario sviluppare molto sul nostro territorio – sostiene a questo proposito Antonio Pedicini, direttore generale dell’ARSAN (Agenzia Regionale Sanitaria) – la possibilità, anche per i disabili, di vivere tra la gente. Dobbiamo essere capaci di cogliere gli stimoli che vengono dati da iniziative come questa, che ci portano a superare la medicalizzazione intesa come reclusione e negazione della personalità di uomini e donne che diventano pazienti e non persone. Gli ospedali devono tornare dunque a curare i malati e non ad ospitare le persone o a “nascondere i devianti”. Strutture come Il Castagno permettono di uscire da una logica di emarginazione e rappresentano anche un risparmio economico per la Sanità: basti pensare che la degenza in ospedale costa 800 euro al giorno, l’accoglienza in una casa come questa otto volte di meno».

Gestito in convenzione con enti privati e pubblici, Il Castagno si chiama così perché l’edificio è una villa in mezzo alla natura, circondata da alberi di mele, melograni e soprattutto da castagni.
Gli spazi interni sono allestiti per le attività laboratoriali, di psicomotricità e logopedia, con una palestra e una sala polifunzionale. Il centro comprende anche una medicheria e dispone di alloggi in grado di accogliere fino a dodici persone e fino a trenta per le sole ore diurne.
Gli ospiti, che per adesso sono cinque, vengono seguiti da un’équipe di sociologi, operatori sociali, educatori, animatori e assistenti sociali.
(B.P.)

Per ulteriori informazioni:
Segreteria della Cooperativa Gesco
Via G. Porzio, 4, Centro Direzionale Isola G/8, 80143 Napoli
tel. e fax 081 7877516, gesco@gescosociale.it
www.gescosociale.it
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