Quante vicende ancora dovremo denunciare di diritti negati per le persone con disabilità che tentano di viaggiare in aereo?
Certo – e lo abbiamo scritto da queste colonne solo una decina di giorni fa – i segnali positivi non mancano: il marchio di qualità voluto dalla FIAVET (Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo), i cui contenuti riguardano anche gli aspetti dell’accessibilità e soprattutto, fatto ancor più importante, l’approvazione alla fine del 2005 del Regolamento che renderà illegale in tutta l’Unione Europea la discriminazione verso le persone con disabilità durante i viaggi aerei e che dovrebbe presto trovare la propria concreta applicazione.
Nel frattempo, però, continuiamo a dover scrivere di disguidi e situazioni incresciose, che coinvolgono nella maggior parte dei casi le cosiddette compagnie aeree low cost (“a basso costo”), come la Wind Jet, della quale già in passato abbiamo dovuto occuparci.
A segnalarci questa volta il caso è l’Associazione Lo Spirito di Stella, che ringraziamo e che ci racconta la storia di Paola Vantaggiato Terragno, giovane persona con disabilità siciliana, privata del suo diritto alla mobilità e dell’autonomia, dopo aver volato dalla Sicilia al Veneto.
In questo caso, per altro, più che alla stessa compagnia aerea, la responsabilità principale dell’accaduto sembra doversi attribuire alle nuove normative varate dalle autorità aeroportuali, in linea con gli indirizzi volti a prevenire attentati terroristici.
Paola, infatti, ha prenotato il volo della compagnia Wind Jet IV594 delle 18.05 che il 23 novembre è partito da Catania ed è arrivato a Venezia alle 20.40.
Prima di acquistare il biglietto ha comunicato per altro di essere disabile e di possedere una carrozzina con batteria a liquido, accertandosi al contempo di poter usufruire dell’assistenza che viene garantita ad una persona con disabilità in occasione di un viaggio aereo.
Al momento però del check-in, l’assistente di terra che le era stato assegnato le ha comunicato di non poter imbarcare la batteria della sua carrozzina, a causa della nuova e più rigida legge antiterrorismo. Paola si è recata quindi al Centro Informazione, senza che le sia stata data nemmeno la possibilità di parlare con il comandante dell’aereo.
Indignata per la situazione, ha dovuto comunque imbarcarsi e lasciare la batteria a liquido a terra la quale non è stata però spedita a Venezia al seguito della passeggera.
Una giovane, quindi, partita da Venezia con il solo scopo di cercarsi un’occupazione, si trova invece oggi nel capoluogo veneto, incapace di muoversi e privata della propria autonomia. In questo modo sarà costretta a prolungare la sua permanenza nel capoluogo lagunare, con tutte le conseguenti spese di soggiorno.
Né sarà un prolungamento da poco, in quanto la batteria inviatale da un amico non potrà essere spedita tramite vettore aereo perché considerata appunto merce pericolosa, ciò che ritarderà ulteriormente il momento in cui potrà riprendere possesso della sua autonomia.
«Le esigenze di sicurezza – ha dichiarato la protagonista dell’episodio – sono legittime e comprensibili, ma non possono violare i diritti delle persone che già si trovano ad affrontare la vita in maniera disagiata. Non so quando potrò riavere la mia batteria e soprattutto non so come potrò organizzare il mio ritorno in Sicilia. Colgo dunque l’occasione per ringraziare la famiglia Papait di Mirano che in questi giorni mi sta assistendo e senza la quale non saprei francamente come gestirmi».
(Stefano Borgato)