È un problema – quello della residenzialità delle persone con disabilità – sul quale sta lavorando molto la Provincia di Milano, promuovendo una serie di iniziative in collaborazione con la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) e l’Associazione Oltre noi… la vita.
«Dove andare a vivere – dichiara infatti Ombretta Fortunati, consigliere provinciale delegato alla Partecipazione e alla Tutela delle Persone Diversamente Abili – è un tassello cruciale della questione più ampia del “Dopo di noi”, ovvero cosa ne sia della persona con disabilità una volta deceduti i genitori, problema che dovrebbe meglio essere affrontato “durante noi”, consentendo quindi alla persona adulta con disabilità il distacco progressivo e l’emancipazione consapevole dalla famiglia di origine: si realizzerebbe così il suo diritto a vivere da adulto anche quando i genitori siano ancora in vita e il diritto di questi ultimi a poter vivere una vecchiaia serena, non gravata ulteriormente da pesanti compiti assistenziali e dall’angosciosa incertezza sul futuro del proprio figlio».
E così, dopo che solo il 22 novembre è stato presentato il Progetto Spazio Residenzialità, nuovo servizio di informazione, consulenza e accompagnamento per le persone con disabilità e i loro familiari sulle opportunità residenziali nella Provincia di Milano, è ora la volta del convegno Vivere insieme. Presente e futuro dei servizi residenziali per le persone con disabilità, che si terrà mercoledì 29 novembre, sempre a Milano (Palazzo Isimbardi, Sala degli Affreschi, Via Vivaio, 1, ore 9-17), con la partecipazione di numerosi esperti da tempo impegnati “sul campo”.
Dopo le presentazioni e i saluti istituzionali, si alterneranno infatti sul palco dei relatori – nel corso di tre distinte sessioni (Vita comunitaria e diritti delle persone con disabilità, L’operatore di residenza: identità e bisogni formativi e Novità in cantiere. Esperienze e proposte) – Luisella Bosisio Fazzi, presidente del Consiglio Nazionale sulla Disabilità (CND), che si soffermerà sul tema La convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità; Mario Mozzanica, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Il processo di riordino della Regione Lombardia, problemi e opportunità); Umberto Zandrini, presidente del Consorzio SIR (Solidarietà in Rete) di Milano (Residenze strutturate: tra problemi di gestione e promozione dei diritti); Fulvio Santagostini, presidente dell’AUS (Associazione Unità Spinale) Niguarda ONLUS (Vita indipendente: per molti ma non per tutti?); Igor Salomone, consulente pedagogico, direttore dello Studio Dedalo (Riconoscere gli adulti: una sfida ai luoghi comuni); Renato Pacchioni, referente per la Residenzialità del Consorzio SIR di Milano (I saperi per abitare insieme); Nenette Guidi Anderloni, genitore promotore della Fondazione di Partecipazione Idea Vita ONLUS (Da ospiti a padroni di casa); Paolo Aliata, coordinatore del settore residenziale nella Fondazione La Fonte di Lugano (Educarsi alla quotidianità); Alfredo Anderloni, presidente della Fondazione di Partecipazione Idea Vita ONLUS (Casa alla Fontana: un primo bilancio); Nadia Landoni, assessore all’Assistenza e ai Servizi Sociali del Comune di Corsico, in provincia di Milano (L’esperienza di Corsico); Claudio Bossi, amministratore delegato della Cooperativa Sociale La Cordata (L’esperienza del pensionato integrato al Villaggio Barona); Guido De Vecchi, responsabile di Spazio Residenzialità, LEDHA e Oltre noi… la vita (Il progetto Spazio residenzialità); la già citata Ombretta Fortunati (Idee e prospettive).
A chiudere la giornata – coordinata da Giovanni Merlo, direttore della LEDHA – alcuni gruppi di lavoro sul ruolo dell’operatore di residenza, a dare un ulteriore segno pratico all’iniziativa, poiché, riprendendo le parole di Ombretta Fortunati, «per far sì che i diritti alla residenzialità siano effettivamente concretizzati, è importante che sia potenziata la rete dei servizi residenziali, con la promozione e il supporto alle nuove sperimentazioni che si stanno affacciando sul nostro territorio; che siano rafforzate inoltre le capacità di conoscenza e di scelta fra le varie opzioni da parte dell’interessato e della sua famiglia, nonché la capacità di accompagnamento, in questo percorso verso la vita adulta, da parte degli operatori, il cui ruolo va riconosciuto come cruciale e come tale supportato e formato».
(S.B.)
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