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Palestre e luoghi di ritrovo contro il bullismo

Immagine che rappresenta il bullismo«Abbiamo bisogno di fatti concreti più che di parole», è questo l’appello lanciato dai ragazzi del Centro Servizi Formativi ENAIP (Ente Acli Istruzione Professionale) di Grugliasco (Torino) , in una lettera rivolta alle istituzioni in merito al tema del bullismo, «abbiamo bisogno di scaricare le tensioni e vorremmo più luoghi e momenti per farlo: palestre per attività sportive, locali gratuiti dove poterci ritrovare per divertirci, ballare, se ci sfoghiamo fisicamente stiamo meglio». 

Ed è proprio a partire da questa proposta e dalla discussione sul fenomeno del bullismo – che a Torino ha vissuto uno dei suoi casi più eclatanti, con le violenze, qualche tempo fa, nei confronti di una persona con disabilità all’Istituto Steiner – che venerdì 22 dicembre il sindaco di Grugliasco e i suoi assessori incontreranno presso il Centro Servizi Formativi ENAIP (Via Somalia, 1/a, ore 10), gli studenti della 2°A Impiantista Termoidraulico.

La visita seguirà un carteggio avvenuto tra istituzioni e allievi: «In seguito alle domande che ci avete fatto nella vostra lettera – hanno scritto ad esempio i ragazzi nel loro messaggio –  volevamo farvi sapere che a scuola abbiamo già riflettuto a fondo sui temi da voi proposti. Nella settimana in cui sono stati raccontati e commentati su tutti i giornali i fatti accaduti allo Steiner, ci siamo riuniti in gruppi con i ragazzi disabili dei corsi prelavorativi e FAL per vedere un video sul bullismo tratto dal sito di Repubblica.TV e per discutere sui fatti accaduti. La nostra riflessione è che il bullismo è una forma di violenza vigliacca e subdola nei confronti di persone più deboli. Il “bullo” è uno che gira e per farsi vedere ha bisogno del gruppo, del suo sostegno e consenso. Quindi anche chi sta a guardare è colpevole e vigliacco, soprattutto quando le violenze avvengono con persone disabili o che sono considerate come tali. Però abbiamo anche riflettuto sul fatto che queste cose avvengono da sempre nelle scuole, tra gruppi diversi di amici uno contro l’altro o negli ambienti militari. Questo non è per giustificarci, ma per capire a fondo le cose accadute». 

«Ma la debolezza e la fragilità di ognuno vi fanno paura?», è stato chiesto ai ragazzi. «In realtà fragilità e debolezza fanno parte di ogni essere umano. Quello che non è giusto è prendere in giro persone che hanno dei problemi, perché sono molto più sensibili e fragili di noi: non bisogna isolare le persone che hanno disabilità o che sono più deboli, hanno dei sentimenti che spesso rischiamo di ferire! Poi però ci sono altri problemi: alcuni di noi pensano che alcuni immigrati, venuti in Italia sicuramente per trovare lavoro, se non lavorano, a volte rubano o spacciano. Chi pensa questo ha paura e prova fastidio e non riesce a stabilire delle relazioni normali, da cui nascono dei conflitti. A volte sono i problemi di tutti i giorni a far nascere questi conflitti (per esempio, quando scopriamo che nella nostra scuola alcuni immigrati devono usare i bagni per lavarsi e per lavare la loro roba perché non hanno un posto dove dormire: certo, ci fanno pena, ma a qualcuno danno fastidio…). Crediamo che sarebbe giusto relazionarsi con tutte le persone diverse, ma abbiamo bisogno di aiuto per farlo, magari con attività organizzate con educatori o animatori che ci spieghino le cose qui a scuola». 

«E cosa ne pensate – è stato chiesto poi da parte delle istituzioni di Grugliasco – del fatto che qualcuno, come per la vicenda dello Steiner, abbia usato internet per rendere pubbliche le proprie azioni?». «Pensiamo che ai giorni nostri internet venga usato dai ragazzi quotidianamente e permetta loro di svolgere ricerche e passare del tempo visitando siti interessanti. Purtroppo alcuni siti inneggiano alla violenza, facendo esaltare in modo negativo quelli che li guardano. Questo potrebbe spiegare perché qualcuno usa la rete per metterci i propri filmati violenti, per provare o far provare agli altri delle emozioni sbagliate, perché nella giornata non hanno altro modo per provare emozioni! Nonostante questo, non si può pensare che internet o i videogiochi siano per forza sbagliati. I ragazzi come noi usano i videogiochi per scaricare la tensione accumulata durante la giornata, ma questo solo virtualmente. Come potremmo scaricare la tensione in modo reale? Vi facciamo una proposta: dopo averci pensato a fondo, ci siamo accorti che, quando riusciamo a sfogarci fisicamente, dopo stiamo meglio. Quindi una soluzione potrebbe essere quella di fare attività fisica: perché non si possono aprire le palestre delle scuole ad attività sportive organizzate e controllate da educatori territoriali? Oppure perché non aprire luoghi di ritrovo gratuiti, come le discoteche, dove poterci incontrare di pomeriggio, ma anche ballare? Noi crediamo di avere bisogno di cose concrete, più che di parole».
(Ilaria Miglio)

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