Il principio di uguaglianza dei diritti tra le persone con disabilità e tra quelle non disabili, sul solco tracciato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani [adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, N.d.R.], dovrebbe permettere a tutti gli individui di godere appieno dell’esercizio di essi, il che si dovrebbe tradurre in uguali opportunità di accesso, integrazione e partecipazione sociale.
E tuttavia, l’esercizio dei diritti, più che essere determinato da provvedimenti giuridici, lo è dall’etica vigente. Il rispetto o non rispetto di essi è assai più misurabile analizzando le attitudini e le pratiche quotidiane che non le leggi approvate.
L’immagine delle persone con disabilità si è via via fondata sulla base delle costruzioni sociali che noi abbiamo riprodotto per generazioni e che ha nuociuto ai loro diritti umani.
Abbiamo creato stereotipi e pregiudizi senza conoscere la disabilità nella sua reale dimensione ed è per questo che i genitori di un bambino con disabilità provano al momento della nascita sentimenti di colpa, di frustrazione, di “castigo divino“, ciò che si ripercuote nell’abbandono, nella discriminazione di trattamenti rispetto agli altri figli e alle altre figlie o nella sovraprotezione, a seconda dei casi.
Di fronte a una persona con disabilità la condotta della società è ambivalente. Di volta in volta emergono infatti sentimenti di tristezza, di dipendenza, di assistenzialismo o talora anche di paura. Non si guarda invece ai diritti o alle politiche pubbliche indispensabili ad uno sviluppo umano sostenibile.
Di conseguenza diventa fondamentale la costruzione di una società basata sull’uguaglianza, sulla giustizia, sull’indipendenza e sull’equità, che riconosca le diversità come fondamento per la convivenza sociale. Una società dove il primo parametro sia la condizione della persona.
Il “piedistallo”, quindi, sopra al quale poggiano i concetti di uguaglianza, disabilità e diritti può assumere rilevanza concreta solo nel rispetto della dignità di questa fascia di popolazione e sono i contesti familiari e sociali i principali attori per la difesa e la promozione dei diritti, giacché essi possono permettere l’inclusione sociale delle persone con disabilità in condizioni di autonomia e indipendenza, tranne che per coloro i quali non sono in grado di autorappresentarsi.
Per questo la parola accessibilità ricopre una singolare importanza. Infatti, l’esercizio dei diritti delle persone con disabilità è estremamente legato all’accesso ai servizi sanitari, dato che la prevenzione, una diagnosi tempestiva e un trattamento opportuno possono determinare una maggiore o minore disabilità.
Allo stesso modo l’accesso all’istruzione condiziona il godimento di altri diritti fondamentali, come quello al lavoro. Una formazione adeguata metterà la persona con disabilità in condizioni di competitività sul mercato del lavoro.
Appare dunque quanto mai importante sottolineare che tutti i bimbi e le bimbe, giovani o adolescenti con disabilità dovrebbero essere integrati nei percorsi scolastici ordinari e che la loro istruzione non può e non deve essere concepita solo all’interno di centri per l’educazione speciale, ove le uniche relazioni saranno quelle con altri studenti con disabilità. La scuola deve convertirsi in un importante spazio di inclusione sociale.
Da ultima, ma non ultima, vi è la necessità che l’informazione sia accessibile alle persone con disabilità, poiché se ciò non avviene, è impossibile pensare ad una loro reale partecipazione alla vita politica e sociale del paese.
In ogni caso per l’esercizio del diritto alla salute, all’istruzione o al lavoro è indispensabile l’abbattimento di ogni genere di barriere, a partire da quelle culturali – in modo da far passare una rappresentazione positiva e corretta della disabilità – fino a quelle fisiche e sensoriali.
Di conseguenza, la sfida odierna, per lo Stato boliviano, è quella di mettere in campo le azioni per rendere effettiva la normativa nazionale e internazionale in favore di questo gruppo sociale, pensando ad esempio all’implementazione del Piano Nazionale per le Pari Opportunità delle Persone con Disabilità, approvato dall’attuale governo, lavorando per costruire una società sempre più equa, che rispetti veramente i valori della differenza.
*Difensore Civico della Bolivia. Traduzione ed elaborazione del testo a cura di Giuliano Giovinazzo.