Venerdì 30 maggio 2008 dalle ore 9 alle ore 13 a Genova (Auditorium di Palazzo Rosso, via Garibaldi 18) avrà luogo il seminario promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) dal titolo Servizi riabilitativi: percorsi e strumenti di abilitazione e capacitazione per le persone con disabilità, dedicato in particolare all’analisi dell’applicazione nel nostro Paese dell’art. 26 della Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità in vigore dal 3 maggio 2008. L’iniziativa rientra nel progetto Rete in Movimento che coinvolge le associazioni aderenti alla FISH e gli Enti locali in un confronto attivo sul rapporto tra disabilità e diritti umani alla luce dei nuovi principi introdotti dalla Convenzione, attraverso l’istituzione di laboratori locali per l’analisi dei servizi esistenti e la definizione di ipotesi per il miglioramento delle politiche sinora intraprese sulla disabilità.
«L’impostazione dell’articolo 26 della Convenzione» spiegano i rappresentanti della FISH «stravolge il concetto di riabilitazione basata esclusivamente su un modello medico della disabilità introducendo, oltre al recupero funzionale massimo possibile, l’abilitazione quale paradigma delle politiche di inclusione. Un cambio di prospettiva che richiederà necessariamente una sostanziale revisione delle politiche sanitarie, educative e sociali sviluppate nel corso degli anni in Italia in questo ambito. È forte difatti il richiamo all’empowerment delle persone con disabilità contenuto nell’art. 26 della Convenzione, dove si impegnano gli Stati Membro a prendere “misure efficaci e appropriate, tra cui il sostegno tra pari, per permettere alle persone con disabilità di ottenere e conservare la massima autonomia, la piena abilità fisica, mentale, sociale e professionale, e di giungere alla piena inclusione e partecipazione in tutti gli ambiti della vita”».
Il testo completo dell’articolo in analisi chiede agli Stati Parte di raggiungere tali obiettivi organizzando, rafforzando e sviluppando «servizi e programmi complessivi per l’abilitazione e la riabilitazione, in particolare nei settori della sanità, dell’occupazione, dell’istruzione e dei servizi sociali, in modo che questi servizi e programmi abbiano inizio nelle fasi più precoci possibili e siano basati su una valutazione multidisciplinare dei bisogni e delle abilità di ciascuno; facilitino la partecipazione e l’integrazione nella comunità e in tutti gli aspetti della società, siano volontariamente posti a disposizione delle persone con disabilita nei luoghi più vicini possibili alle proprie comunità, comprese le aree rurali».
Il testo dell’articolo si conclude stabilendo che gli Stati Parti promuovono «lo sviluppo della formazione iniziale e permanente per i professionisti e per il personale che lavora nei servizi di abilitazione e riabilitazione» e «l’offerta, la conoscenza e l’utilizzo di tecnologie e strumenti di sostegno, progettati e realizzati per le persone con disabilita, che ne facilitino l’abilitazione e la riabilitazione». (B.P.)
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