“Costa” sei milioni di euro, una vita “da disabile gravissimo”, secondo il Tribunale di Genova, che ha condannato il ginecologo, l’Ospedale Villa Scassi di Sampierdarena e la Regione Liguria a versare appunto tale cifra quale risarcimento in sede civile per gravissimi danni da parto, provocati secondo il giudizio da un errore del ginecologo (ora defunto, il fatto risale al 1993).
Da dire inoltre che l’assicurazione dell’Ospedale aveva versato in acconto circa un miliardo di lire, mentre il resto sarà probabilmente a carico della Regione. L’allora neonata (che oggi ha 15 anni) subì una grave ipossia con danno cerebrale irreversibile e conseguente invalidità al 100%.
Ad un osservatore esterno cifre del genere possono apparire (anche troppo) elevate; a nostro giudizio (purtroppo basato sulle nostre vite) non lo sono affatto. Perché:
– il risarcimento finanziario, per elevato che sia, non coprirà mai il dolore, la fatica e l’impegno della famiglia;
– il risarcimento deve tener conto del danno fisico diretto, del danno esistenziale al danneggiato e alla sua famiglia, della diminuzione della capacità di reddito che il danno provoca alla famiglia (ad esempio il possibile abbandono del lavoro da parte della madre per accudire il figlio e talvolta da parte di entrambi i genitori);
– la famiglia ha atteso quindici anni per ottenere il risarcimento e il miliardo versato in acconto dall’assicurazione, diviso per quindici anni, significa una settantina di milioni di lire all’anno (circa 40.000 euro), ovvero più o meno 3.400 euro al mese. Non più del costo della sola assistenza di un disabile gravissimo;
– un disabile gravissimo, amorevolmente accolto e “vissuto” in famiglia, ottimamente assistito e al quale venga garantita “la miglior vita possibile”, può statisticamente avere oggi un’aspettativa di vita non molto dissimile da quella di una persona senza disabilità. L’entità del risarcimento va quindi calcolata anche sull’aspettativa media di vita del danneggiato, in relazione ai costi che si sosterranno in tutto quel periodo.
Ancora una volta – si può dire in conclusione – è assai triste constatare che i gravissimi danni derivanti da fatti come quello cui si riferisce la sentenza di Genova sembrino dovuti più a negligenza, imprudenza o imperizia che a imprevedibili errori medici e come le Strutture siano interessate più agli aspetti economico-legali che a mettere in atto efficaci misure di prevenzione. Atteggiamenti, questi, che contribuiscono certamente a far scendere a livelli critici la fiducia del cittadino nel Servizio Sanitario Nazionale.
*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).