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Quel ponte discrimina milioni di persone!

Agosto 2007: una parte del Ponte di Calatrava viene trasportata verso la sua sede, attraverso il Canal Grande di Venezia«Il nuovo Ponte della Costituzione di Venezia rispetti i principi della progettazione inclusiva e universale e della non discriminazione!».
Ribadendo dunque quanto già anticipato nei giorni scorsi da Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento del’Handicap) – e da noi ripreso nel testo intitolato Ponte di Calatrava: il grande rattoppo (disponibile cliccando qui) – il Consiglio Direttivo della Federazione si è espresso con decisione, nel corso di una riunione del 4 ottobre scorso, chiamando a mobilitazione le organizzazioni aderenti e accogliendo l’ipotesi di un’azione legale specifica.

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Ovovie con 17 minuti di percorrenza – si legge nella nota della FISH – sollevatori, biglietti gratuiti sui trasporti pubblici a mo’ di indennizzo non rappresentano affatto un accomodamento ragionevole. L’inaccessibilità del Ponte costituisce infatti un grave pregiudizio alla libertà di movimento per gli anziani, per le persone con problemi visivi, per quelle con difficoltà a deambulare e per quelle in carrozzina. Il Ponte, finanziato da fondi pubblici, doveva essere progettato e realizzato con la logica della progettazione universale, cioè tenendo in considerazione le difficoltà di una parte significativa dei cittadini e dei turisti».

Fortemente radicata nel territorio veneziano con molte associazioni, la FISH riconosce senza problemi l’impegno di questi anni dell’Amministrazione Comunale veneziana a favore dell’accessibilità, ma proprio per questo alla Federazione la situazione risulta ancor meno comprensibile.
Infatti, continua il comunicato, «il Ponte, ancor più in una città dal rilievo universale come Venezia, assume una valenza fortemente simbolica, storica ed epocale, tanto che l’Amministrazione Comunale lo ha intitolato alla Costituzione repubblicana. Ma da quello stesso Ponte spicca fastidiosamente l’esplicita violazione dell’articolo 3 della stessa Costituzione. Ed è una ferita che supera i confini ai quali si applicano le leggi del nostro Paese e che ci riguarda come cittadini del mondo e come esseri umani: il principio della non discriminazione contenuto nell’articolo 3 della Costituzione è infatti l’anticipazione della tutela espressa dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dalla più recente e celebrata Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità».

Con grande fermezza, quindi, la FISH intende proseguire questa battaglia che è, prima di tutto, culturale e per il cambiamento che può derivare dalla presa di coscienza degli errori commessi. (S.B.)

Per ulteriori informazioni:
Segreteria Nazionale FISH
tel. 06 78851262,
presidenza@fishonlus.it.

Sulla vicenda del “Ponte di Calatrava” (oggi “Ponte della Costituzione”), segnaliamo, sempre nel nostro sito, i testi recenti:
– Ponte di Calatrava: il grande rattoppo, disponibile cliccando qui.
– Il ponte e il presidente, disponibile cliccando qui.
– Discriminazione a mezzo stampa, disponibile cliccando qui
– Quando i veneziani non sono all’altezza della città
disponibile cliccando qui.
– Quando l’ignoranza tocca il fondo
disponibile cliccando qui.
– Non si può proprio chiamarlo «Ponte della Costituzione»
disponibile cliccando qui.
– Quel ponte è un’opera incompleta, disponibile cliccando qui.
– Ovovia: la parola al direttore dei lavori, disponibile cliccando qui.

Altri precedenti testi dedicati al Ponte di Calatrava sono:
– E finalmente il ponte arriva!, disponibile cliccando qui.
– Il futuro del quarto ponte, disponibile cliccando qui.
– Approvata l’ovovia per il quarto ponte di Venezia
disponibile cliccando qui.
– Il quarto ponte di Venezia, disponibile cliccando qui.

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