«Il problema del finanziamento delle spese sanitarie e sociosanitarie (cure a lungo termine) evidenzia oggi la sua estrema rilevanza, anche alla luce del dibattito sul federalismo fiscale»: è partendo da questo presupposto che Federsalute e Confcommercio hanno promosso per lunedì 27 ottobre a Milano (Sala Commercio, Unione del Commercio di Milano, Corso Venezia, 49, ore 9-13.30) il Forum Sanità, denominato I fondi per la non autosufficienza e i fondi integrativi. Attualità e prospettive in relazione ai LEA dell’assistenza sociosanitaria, sanitaria e protesica.
A tale importante appuntamento – che intende mettere a confronto le ipotesi del Governo centrale, delle Regioni, delle Istituzioni locali e delle realtà sociali e imprenditoriali – parteciperanno anche, tra gli altri, Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che tratterà il tema Progetto individuale e budget di salute e Carlo Hanau, docente di Programmazione dei Servizi Sociali e Sanitari all’Università di Modena e Reggio Emilia (La cura delle persone con disabilità: chi paga cosa. Finanziamento pubblico, mutualistico e privato delle persone con disabilità) (il programma completo del convegno è disponibile cliccando qui).
Proprio a Carlo Hanau cediamo la parola, per approfondire alcuni tra i principali temi di cui si discuterà a Milano il 27 ottobre.
«Il tragico caso di Eluana Englaro porta in piena luce un’esigenza quanto mai attuale: quella cioè dell’aumento delle scarse risorse pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale e della loro equa divisione fra tutti i malati che ne avrebbero bisogno.
Il Servizio Sanitario Nazionale – se rispettasse queste regole che vengono dalla razionalità e dal buon senso – dovrebbe prima di tutto ottenere più finanziamenti e poi finanziare gli interventi sui malati e sulle persone con disabilità che possono trarre dall’intervento un qualche miglioramento dello stato di salute e delle loro condizioni di vita (efficacia delle cure).
Ogni volta che chiediamo di realizzare un intervento assistenziale di grande efficacia e utilità, che generalmente ha un costo aggiuntivo, quantomeno nel breve periodo, il Ministero, le Regioni e le Aziende USL ci rispondono che non hanno fondi. Ad esempio, viene generalmente negato in Italia un intervento precoce, strutturato e intensivo (circa venti ore alla settimana) sui bambini piccolissimi affetti da autismo e altri disturbi evolutivi globali, perché è costoso nell’immediato, senza però tenere conto dei suoi positivi effetti sulla prognosi di una buona percentuale dei bambini trattati, dei quali migliora la vita, riducendo quindi le spese per l’assistenza del loro futuro di giovani e adulti.
A parte l’articolo 32 della nostra Costituzione, che garantisce la libertà individuale limitando i trattamenti obbligatori ai casi stabiliti dalla legge, la programmazione sanitaria e sociale esige che si faccia una scala di priorità che tenga conto insieme dei costi e dei risultati, secondo il principio dell’efficienza.
Mi chiedo dunque quale priorità otterrebbe il caso di Eluana Englaro se venisse fatta un’analisi costi/benefici.
Non parliamo poi della ricerca applicata in sanità, i cui miseri fondi non vengono erogati, nonostante siano già stati assegnati, per problemi di cassa. Fermiamoci al vivere quotidiano drammatico.
I malati in fase cronico-degenerativa o terminale vengono regolarmente dimessi dall’ospedale per essere scaricati sulle famiglie, senza dare loro l’assistenza domiciliare di cui avrebbero bisogno, senza provvedere a costruire e a finanziare le Residenze Sanitarie Assistenziali, gli Hospices o i letti per lungodegenza per tutti quelli – e sono tanti – che non hanno una famiglia disponibile.
Poi ci si meraviglia che in Liguria – com’è successo nell’estate scorsa – si trovi un anziano con il letto invaso dalle formiche! La ASL non vigilava e chiudeva tutti e due gli occhi, per il semplice motivo che in quella situazione risparmiava parecchio, perché lì pagavano i familiari, circa 1.500 euro al mese, e con tale cifra non si possono garantire trattamenti decorosi a queste persone bisognose di tutto.
Per paradosso si può dire che in questo Eluana venga “privilegiata” – contro sua voglia – rispetto a tutti gli anziani e non anziani “allettati” che si trovano dimessi precocemente dall’ospedale, senza assistenza pubblica sufficiente, a dover far fronte privatamente a costi ingenti per ridurre il rischio delle piaghe da decubito e procurarsi a proprie spese il diritto a una morte dignitosa.
Da sempre chi scrive si impegna perché anche nel nostro Paese si istituisca il Fondo per la Non Autosufficienza. In questo momento di crisi finanziaria siamo rimasti in pochi a chiedere questa misura, che ovviamente comporterebbe un sacrificio di tutti.
Anche per questo chiedo di seguire, almeno a distanza, con particolare attenzione, l’incontro che avrà luogo il 27 ottobre prossimo a Milano».
tel. 02 7750372, federico.sapienza@unione.milano.it.