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Sullo stupro nessuna ironia

Volto di donna dietro a un vetro, con la mano davanti al viso. Rappresenta la disperazioneIl 22 gennaio i mezzi di comunicazione diffondono la notizia di una donna quarantunenne brutalmente violentata da due uomini nella borgata romana di Quartaccio.
Il giorno dopo, a Guidonia (alle porte di Roma), una nuova violenza, questa volta ai danni di una coppia che si era appartata in una stradina isolata. Lui, 24 anni, è stato picchiato e chiuso nel bagagliaio della propria automobile. Lei, 21 anni, è stata violentata a turno da cinque uomini.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si trova a Sassari, decide di intervenire sulla vicenda degli stupri a Roma e a Guidonia. «Anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile – dichiara il premier – una cosa del genere può sempre capitare. Non è che si può pensare di mettere in campo una forza tale, dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo mai» (fonte: s.n., Berlusconi sugli stupri, gaffe e polemiche, 25 gennaio 2006 – ultima modifica: 26 gennaio 2009, www.corriere.it).

Lo stupro è un atto violento e crudele ai danni delle donne. Un atto dal quale neanche la donna con disabilità può sentirsi al riparo. Anzi.
Lo ha ben spiegato Emilia Napolitano, psicologa e psicoterapeuta, presidente di DPI Italia (Disabled Peoples’ International), in un’intervista rilasciata qualche tempo fa: «[…] l’abuso e la violenza sessuale hanno più a che fare con l’esercitazione del potere oppressivo che con la libido ed il piacere. Il potere oppressivo viene esercitato soprattutto sugli individui vulnerabili e la vulnerabilità aumenta se le persone vivono condizioni di emarginazione, esclusione, segregazione, dipendenza. E le donne con disabilità, più vulnerabili tra i vulnerabili, sono facile preda di violentatori ed aguzzini [grassetto nostro, N.d.R.]» (fonte: Antonio Leone, a cura di, Una verifica necessaria. In tema di femminilità e disabilità, cosa è cambiato negli ultimi anni? Una voce autorevole, quella di Emilia Napoletano, fa il punto dopo l’incontro di Bologna e alla luce delle iniziative di DPI Italia, «Riabilitare news», n. 2, marzo 2007).

Lo stupro è una ferita che non si rimargina. Per questi motivi le donne – tutte – hanno un po’ di difficoltà a capire che su questi argomenti si possa ironizzare e, soprattutto, che l’ironia provenga da una delle più alte cariche dello Stato.
Alcune donne di Sassari hanno diramato il comunicato che riportiamo in calce. Il Coordinamento del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) – condividendone i contenuti – ha deciso di sottoscriverlo.
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Sullo stupro nessuna ironia
Registriamo con sdegno l’ultima battuta che il presidente del Consiglio ha rivolto alle donne.
Per combattere lo stupro ci vorrebbe un poliziotto per ogni bella donna? Di questo passo per combattere la pedofilia ci vorrebbero tanti poliziotti quanti i bei bambini italiani.
La dichiarazione del Premier è chiara, offensiva e dolosa: perché legare la violenza all’aspetto fisico delle donne trasforma lo stupro quasi in un atto virile, un riconoscimento, certo cruento, alla loro italica bellezza.
La gravità di questo genere di battute lanciate con leggerezza risiede nel pensiero che le origina e che è sempre il medesimo: sono i corpi delle donne che provocano i poveri maschi e li portano allo stupro. Dietro questo modo di pensare c’è la sorda convinzione che, in fondo, se ti violentano è colpa tua, è perché vai a spasso, vai in giro invece di stare a casa, vai in giro da sola, e magari sei “appetibile” per qualche focoso Latin Lover o per insospettabili ragazzi di buona famiglia.
Sullo stupro non si scherza, non si fa ironia né tanto meno si fanno i complimenti alle bellezze italiane: l’esercizio dell’ironia in tema di stupro ne alleggerisce sconsideratamente la gravità e non fa prendere sul serio una questione che è serissima. Il presidente del Consiglio, infatti, dovrebbe sapere che le violenze sulle donne sono numerosissime e feroci, che solo una minima percentuale viene denunciata (3%), che la violenza degli uomini è per le donne la prima causa di mortalità, prima del cancro, prima degli incidenti stradali.
Lo stupro è un atto feroce e selvaggio, che non merita alcuna condiscendenza galante. Invitiamo le elettrici del centrodestra a riflettere su questo e a ribellarsi quando l’ilarità passa sopra alla dignità delle donne.
Cogliamo l’occasione per affermare che non è soltanto un problema di ordine pubblico, ma è prima di tutto una questione di cultura, nel senso più profondo del termine. Non vogliamo vivere sotto scorta, ma in una società dove lo stupro sia bandito a priori, sia un tabù assoluto al pari della pedofilia e del cannibalismo.

Documento firmato da:
collettiva_femminista; NoiDonne 2005; Mos Donne; Associazione Italia – Cuba; La Città di Ar; La Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Sassari; La Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Sassari; La Consigliera di Parità della Provincia di Sassari; Coordinamento Gruppo donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare).


*Il Gruppo Donne UILDM
È certamente una delle esperienze oggi più vive e interessanti – nel campo della documentazione riguardante la disabilità – quella avviata nel 1998 dal Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), costituitosi allora, in modo informale, in occasione delle Manifestazioni Nazionali di Palermo dell’Associazione.

I suoi obiettivi originari erano da una parte quello di raggiungere le pari opportunità per le donne con disabilità, attraverso una maggiore consapevolezza di sé e dei propri diritti, dall’altra cogliere la “diversità nella diversità”, riconoscendo la specificità della situazione delle donne disabili.

Poi, nel corso degli anni, il Gruppo ha cambiato in parte il proprio ambito d’interesse, oltre a non essere più composto da sole donne e a non occuparsi esclusivamente di questioni femminili. La stessa disabilità è diventata uno dei tanti elementi in un percorso di integrazione e di apertura su più fronti.

Nel 2008, per festeggiare il suo decimo “compleanno”, il Coordinamento del Gruppo Donne (composto da Francesca Arcadu, Annalisa Benedetti, Oriana Fioccone, Simona Lancioni, Anna Petrone, Gaia Valmarin e Marina Voudouri) ha deciso di investire di più in informazione e in documentazione, recuperando i suoi obiettivi originari, senza rinunciare all’apertura quale tratto distintivo. E così – come in un laboratorio – è iniziato un lavoro finalizzato a organizzare e rendere fruibili, attraverso il proprio spazio internet, le informazioni che circolano all’interno del Coordinamento stesso.
Il risultato di questi sforzi è raccolto nella sezione Altri documenti d’interesse, comprendente interessanti dossier su temi quali la gravidanza, l’invecchiamento, le donne e la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, la discriminazione in ambito sanitario e altri ancora.

Particolarmente significativa anche la sezione Donne e disabilità nel cinema, ove, come spiega Annalisa Benedetti, «sono elencati quei film che, secondo noi, attraverso storie vere piuttosto che puramente inventate, hanno messo “in movimento” pensiero e anima di donne speciali, suddivisi nelle seguenti aree tematiche: disabilità fisica, disabilità sensoriale, disagio psichico».

Da ricordare, infine, un altro dei principali canali attraverso i quali si è incentrata in questi anni l’attività del Gruppo Donne UILDM, vale a dire la promozione di eventi seminariali i quali hanno dato vita ad altrettante pubblicazioni, tenute insieme nella collana denominata Donne e disabilità.

Tutti i testi prodotti dal Gruppo Donne UILDM (compresi quelli appartenenti alla collana Donne e disabilità) sono disponibili all’interno del sito www.uildm.org ed esattamente nella sezione che si raggiunge cliccando qui.

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